tag:blogger.com,1999:blog-72302869946818433452024-03-12T16:11:10.390-07:00Associazione Vittime Uranioadminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comBlogger334125tag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-35156091460050767642014-10-17T02:49:00.002-07:002014-10-17T02:50:23.143-07:00CHIUDERE IL POLIGONO DI TORRE VENERI“Chiudere il poligono di Torre Veneri, o almeno sospendere le esercitazioni in corso, finchè non sarà fatta piena luce sulla reale sistuazione di degrado ambientale”. Lo chiede l’Associazione Vittime Uranio, attraverso il suo legale Bruno Ciarmoli. “Finalmente, dopo anni di denunce, - continua Ciarmoli - qualche <a href="http://www.corriere.it/inchieste/torre-veneri-spiaggia-dove-bambini-giocano-bossoli-kalashnikov/c488b79c-5479-11e4-ac5b-a95e1580fe8e.shtml"><b><span style="color: red;">briciolo di verità</span></b></a> viene a galla. <a href="http://www.quotidianodipuglia.it/lecce/piombo_a_torre_veneri_allarme_inquinamento/notizie/959654.shtml"><b>I dati sulla presenza di piombo e rame</b></a> tenuti nascosti fino ad ora, e forniti dallo stesso Esercito (al tempo stesso controllore e controllato) sono allarmanti, e potrebbero rappresentare solo la punta dell’Iceberg, dal momento che non sappiamo se la strumentazione in dotazione a chi ha effettuato i rilievi fosse idonea a rilevare tracce di sostanze ben più dannose come torio e uranio impoverito, e se tali sostanze siano mai state cercate”.<br />
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“Solo alla nostra associazione – ricorda Ciarmoli - risultano almeno 5 casi di militari malati di cancro dopo aver svolto servizio nel poligono e un morto, per la stessa patologia. Ma quanti hanno preferito non denunciare la loro condizione? E cosa sappiamo invece degli effetti sulla salute dei residenti della zona? ”</div>
adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-56810690576493191302014-01-07T08:50:00.003-08:002014-01-07T08:50:52.917-08:00Uranio impoverito, ministero condannato anche in Appello. Dovrà risarcire militareSAVONA - I giudici della sezione lavoro della Corte d'appello di Genova hanno confermato che il tumore alla pelle di cui si è ammalato un brigadiere dei carabinieri, G.L., durante la guerra del Kosovo, è da collegare all'uranio impoverito con cui erano realizzati i proiettili in uso alle forze di internazionali. Il ministero della Difesa è stato condannato a risarcirlo con 150 mila euro. I giudici hanno rigettato l'Appello presentato dal Ministero della Difesa contro la sentenza di primo grado che si era espressa in questi termini, mettendo in relazione la malattia con la partecipazione del militare alla missione militare nei Balcani.<br /><a name='more'></a><br /> Il sottufficiale dell'Arma dei carabinieri era stato in missione nei Balcani tra l'estate 2003 e la primavera dell'anno successivo. In quel periodo era in servizio alla caserma dei carabinieri di Savona. Al suo rientro, dopo essere stato sottoposto a visite mediche regolari, gli era stato diagnosticato un tumore alla pelle e quindi gli era stata riconosciuta un'invalidità del 77%. In seguito a questa situazione aveva anche subito una decurtazione dello stipendio. Per sconfiggere il male si e' sottoposto a tre interventi chirurgici e a chemioterapie. Il ministero della Difesa dovrà corrispondergli i "benefici assistenziali", ovvero un indennizzo di oltre 150 mila euro. <div>
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"Ho vinto due volte: ho sconfitto la malattia e ho battuto il Ministero della Difesa che mi aveva lasciato solo dopo la malattia. Ora che anche l' Appello mi ha dato ragione, qualcuno mi dovrà dire qualcosa". A parlare è il brigadiere dei carabinieri che ha visto mettere in relazione dai giudici la sua malattia, un tumore alla pelle, con le missioni di pace in Kossovo dove venivano usati proiettili con uranio impoverito. Per lui si avvicina la possibilità di avere un risarcimento di 150 mila euro, come prevedono le sentenze." Amici, parenti ed ex colleghi mi sono stati vicino - dice - loro non mi hanno fatto sentire solo, lo Stato dopo la malattia sì. Da quel momento ho dovuto affrontare due battaglie: una contro la malattia l'altra contro lo Stato che mi aveva voltato le spalle. La pubblica amministrazione si è dimostrata peggiore del cancro".<br /><br /> Il sottufficiale dell'Arma dei carabinieri era stato impegnato in Kosovo tra l'estate 2003 e la primavera dell'anno successivo. Al rientro gli venne diagnosticato un tumore alla pelle e riconosciuta una invalidità del 77%. Ha subito tre interventi e cicli di chemioterapia. "E' una vittoria che dedico a mia moglie e mia figlia - sottolinea il militare - ma non dimentico il caporale Erasmo Savino che si è ammalato come me e non c'è più". </div>
adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-14952930018515334702013-06-04T07:52:00.001-07:002013-06-04T07:52:07.653-07:00URANIO: ASS.VITTIME CHIEDE NUOVA COMMISSIONE INCHIESTA. LETTERA A PRESIDENTI DI CAMERA E SENATO E A CAPIGRUPPO Istituire una nuova commissione parlamentare di inchiesta sull'uranio impoverito e sui numerosi casi di morte e malattia che hanno colpito il personale militare e civile impiegato nelle missioni all'estero e non. E' questa la richiesta che l'Associazione Vittime Uranio ha inviato, con una lettera, ai presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, e ai capigruppo. ''I risultati dell'ultima commissione - spiega il legale Bruno Ciarmoli - sono stati assolutamente deludenti, sotto molti punti di vista. Ancora oggi, ad esempio, non sappiamo nulla sulle reali dimensioni del fenomeno, che e' in continua e preoccupante evoluzione, anche se nessuno ne parla piu'. <div>
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Pertanto - prosegue Ciarmoli - e' necessario ristabilire un luogo istituzionale di confronto e approfondimento con i principali esperti della materia per dare al personale malato e alle famiglie dei deceduti almeno la percezione tangibile che lo Stato e' dalla loro parte nella ricerca di verita' e giustizia''. ''Dai dati, assolutamente parziali in nostro possesso - conclude il legale - sarebbero oltre 200 i morti e oltre 2.500 i malati. Occorre fare luce su quanto accaduto e cercare di stabilire di chi sono le responsabilita'''. (ANSA). </div>
adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-45265535850995987562013-05-06T11:44:00.003-07:002013-05-06T11:44:38.592-07:00KOSOVO: CANCRO UCCIDE VETERANI PER URANIO RAID NATO DENUNCIATI OLTRE 100 MORTI IN TRE MESI IN REGIONE LESKOVACL'uranio impoverito contenuto nelle bombe sganciate dalla Nato durante i raid aerei contro la Serbia della primavera 1999 e' sott'accusa per l'impennata delle morti per cancro registrata nel sud del Paese ex jugoslavo. Come riferisce oggi il quotidiano Vecernje Novosti, negli ultimi tre mesi, nella regione meridionale serba di Leskovac, non lontana dal Kosovo, sono morti piu' di cento veterani delle guerre degli anni novanta nella ex Jugoslavia, in massima parte ex combattenti del conflitto armato in Kosovo. <div>
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Le vittime sono uomini di eta' fra i 37 e i 50 anni, morti al 95% di cancro. ''Non passa giorno che la nostra organizzazione non perda uno dei suoi componenti'', ha detto al giornale il presidente dell'Associazione dei veterani di guerra Dusan Nikolic. Ai primi posti fra le cause di morte, ha precisato, figurano il cancro all'intestimo, all'esofago, ai polmoni, pochi i casi di infarto.Il quotidiano belgradese cita anche le ricerche effettuate al riguardo dall'autorevole Istituto specialistico sanitario 'Batut', secondo cui nei bombardamenti Nato sulla Serbia (dal 23 marzo al 10 giugno 1999) furono lanciate 15 tonnellate di uranio impoverito, e come conseguenza di cio' sarebbero morte finora 40 mila persone. </div>
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La Nato intervenne nella primavera del 1999 per indurre l'allora leader serbo Slobodan Milosevic a porre fine alla politica di repressione e di pulizia etnica nel Kosovo a maggioranza albanese. Dopo 78 giorni di pesanti bombardamenti, con migliaia di vittime e profughi e pesanti distruzioni, Milosevic accetto' di ritirare le sue truppe dal Kosovo, che fu posto sotto il controllo internazionale. Il 17 febbraio 2008 Pristina si autoproclamo' infine indipendente dalla Serbia, con un atto sostenuto dalla maggioranza dei Paesi occidentali che Belgrado rifiuta invece di riconoscere come legittimo. (ANSA).</div>
adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-22562606959864687472013-03-15T10:34:00.000-07:002013-03-20T10:34:32.953-07:00INCHIESTA RIMINI; NUOVO CASO TUMORE, ORA SONO CINQUE<br />Salgono a cinque i casi di militari malati di tumore dopo missioni all'estero elencati nel fascicolo d'indagine della Procura della Repubblica di Rimini relativo all'uso di proiettili all'uranio impoverito. Al sostituto procuratore Davide Ercolani, che ha avviato l'inchiesta per omicidio colposo e per l'articolo 117 del codice penale militare di pace, nel quale si ipotizza l'omessa esecuzione di un incarico, e' stato presentato l'esposto sul caso di un militare riminese di 34 anni con neoplasia ad un testicolo e metastasi addominali.<br /><a name='more'></a><br /> Il caporalmaggiore dell'esercito, in servizio alla Caserma Giulio Cesare di Rimini, ha partecipato a missioni in Kossovo nel 2002 e nel 2003, e una in Iraq nel 2006. Sottoposto ad una visita medico legale, lo specialista ha riconosciuto il nesso di causalita' tra le missioni di pace all'estero, in luoghi dove erano stati usati i proiettili all'uranio impoverito, e la malattia riportata. Oltre all'esposto in Procura a Rimini, con il suo avvocato Stefano Caroli, ha anche avviato una causa di servizio nei confronti del ministero della Difesa. Al fascicolo del pm Ercolani, che ha richiesto a tutti corpi militari presenti nella Provincia di Rimini, l'invio dei nominativi dei militari che in seguito ad una missione all'estero hanno riportato forme tumorali, si sono poi aggiunte le segnalazioni di un altro militare, di un maresciallo del Ros, di un tenente colonnello dei carabinieri. Oltre ovviamente al caso che ha dato il via all'indagine: la denuncia dei familiari del maresciallo dei carabinieri, Giovanni Mancuso, morto nel 2010, che partecipo' ad una missione a Nassiriya.adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-44724756123704593992013-03-07T03:59:00.001-08:002013-03-07T08:17:50.998-08:00TORRE VENERI: QUINTO CASO DI MALATTIA“Nuovo caso di malattia tra il personale militare che ha operato nel poligono di Torre Veneri in Puglia. Si tratta di XXX, della provincia di Lecce, che ha svolto il servizio militare nel poligono tra il 1996 e il 1997. Nel 2000 gli è stata diagnosticata una sclerosi multipla”. Lo rende noto Bruno Ciarmoli, legale dell’Associazione vittime uranio alla quale l’uomo si e’ rivolto per “capire se esiste una correlazione tra la malattia e la possibile contaminazione da metalli pesanti o altre sostanze”.<br />
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“Si tratta – prosegue Ciarmoli - del quinto caso di malattia registrato dall’associazione in relazione al poligono salentino. Recentemente invece si e’ appreso dalla stampa il caso della morte di un ex maresciallo dell’esercito”.</div>
adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-65546777726489603572013-02-18T05:32:00.001-08:002013-02-18T05:33:49.962-08:00ERASMO SAVINO MORTO NELL'INDIFFERENZA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhC93KKqER86FItastsgG5lgG-hlvzA0uhTIN2Ozpjy61-C-G1WF2IoKxhmnFNehW4csf0tnXQnraFHhjy3agVk0yOpERSIG-M0-z21tZJx5lzz1ELHMgFwpkjul27AdrJehDHnCU6pJgL8/s1600/ERASMO-SAVINO-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhC93KKqER86FItastsgG5lgG-hlvzA0uhTIN2Ozpjy61-C-G1WF2IoKxhmnFNehW4csf0tnXQnraFHhjy3agVk0yOpERSIG-M0-z21tZJx5lzz1ELHMgFwpkjul27AdrJehDHnCU6pJgL8/s320/ERASMO-SAVINO-1.jpg" width="269" /></a></div>
<span style="background-color: white; color: #222222; font-family: arial, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 18px;">Siamo vicini ai familiari del militare Erasmo Savino morto questa mattina a causa del cancro, dopo 13 anni di servizio e dopo diverse missioni, tra le quali quella in Kosovo. Lo scorso mese di ottobre era stato ascoltato dalla commissione parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito. “<b><a href="http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/10/03/uranio-impoverito/206351/">Sono in fin di vita, ma per lo Stato è colpa dello stress</a></b>” aveva detto. Inutile dire che nessuna risposta è giunta da parte di nessuno. </span>adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-17837975826665756432013-01-09T05:57:00.002-08:002013-01-09T07:21:03.088-08:00DELUDENTI I RISULTATI DELLA COMMISSIONE DI INCHIESTA“Dopo la terza commissione di inchiesta nessuna risposta e’ arrivata ai familiari degli oltre 200 morti e degli oltre 2500 militari italiani (dati assolutamente parziali) malati per possibile contaminazione da uranio impoverito”. Lo afferma il legale dell’Associazione Vittime Uranio Bruno Ciarmoli. “<b><a href="http://www.lapresse.it/cronaca/commissione-non-si-puo-stabilire-nesso-tra-uranio-impoverito-e-tumori-1.266790">I risultati finali dell’ultima commissione </a></b>– continua l’avvocato - sono assolutamente deludenti, non e’ stata fatta nessuna chiarezza su: malformazioni alla nascita, mancata adozione di misure di protezione per il personale italiano, ragion per cui la Difesa e’ stata condannata più volte a risarcimenti talvolta milionari in sede civile, errori nella concessione dei benefici previsti dalla legge, che hanno portato a un vero e proprio caos”.<br />
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Secondo Ciarmoli “i risultati sulle indagini nei poligoni, quello di Salto di Quirra in Sardegna su tutti, appaiono infine in contrasto con quanto sta emergendo dall’inchiesta della procura di Lanusei che ha riscontrato tracce di torio (ben più pericoloso dell’uranio) nei cadaveri di pastori ed ex militari venuti in contatto con il poligono. Insomma, non ci resta che continuare a fare affidamento alla magistratura”.</div>
adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-15360856766538085232012-12-22T06:14:00.004-08:002012-12-22T06:14:53.315-08:00"IO VITTIMA DI UN TUMORE E DELLA BUROCRAZIA"Si ritiene vittima dell'uranio e della burocrazia il caporal maggiore dei paracadutisti Giuseppe Tripoli, afflitto da un linfoma di Hodgkin che, sostiene, ''e' frutto del lavoro prestato nei poligoni di tiro dislocati sul territorio nazionale e nelle basi di stoccaggio munizionamento''. Un tumore manifestatosi nel 2000, quando il caporale era in servizio.<br /><a name='more'></a><br />Tripoli, siciliano di Mazara del Vallo, dov'e' nato 32 anni fa, per tre volte si e' visto rifiutare un risarcimento a cui e' sicuro di avere diritto: ''Ho lavorato in zone a rischio, - dice il para' - come il poligono del Serchio, nella zona di Camp Derby, nei pressi di Livorno, senza misure di sicurezza e antinfortunistiche, svolgendo anche compiti di pulizia e detersione di mezzi tornati da zone operative''. ''Carri armati e veicoli blindati usati in scenari operativi sui quali si sono accumulate particelle di metalli pesanti e, con ogni probabilita', anche di uranio impoverito''.<br /><br />I vertici del Ministero della Difesa hanno sempre negato che la bonifica dei mezzi militari provenienti dai conflitti avvenisse in Patria. Ma su questo Tripoli evidentemente dissente. Il Comitato di Verifica per le cause di servizio, organismo deputato ad accertare la riconducibilita' delle patologie al lavoro militare, dipende dal Ministero dell'Economia e non e' costituita da rappresentanti delle Forze Armate. Decide in autonomia rispetto al Ministero della Difesa a cui e' deputato il compito di redigere le pratiche e di ratificarne le valutazioni. '<br /><br />'Ho chiesto aiuto - spiega il caporal maggiore - ma sono stato ignorato, non mi sono stati concessi i risarcimenti dovuti. Inoltre non mi e' stata data alcuna spiegazione sul perche' non siano state adottate misure di protezione quanto ero in servizio''. Il suo linfoma ora e' in una fase di quiescenza ma i problemi ci sono e continuano ad affliggerlo, soprattutto a causa delle difese immunitarie ridotte al minimo dalle pesanti cure.<br /><br />Lo scorso novembre il Comitato di Verifica ha aperto nuovamente il caso, chiedendo un supplemento d'istruttoria che confermi i fatti denunciati da Tripoli: ''tutto gia' dimostrato e attestato dai miei diretti comandanti'', sostiene. Il vertice del ministero della Difesa, in una recente audizione, ha negato che le Forze Armate siano in possesso o abbiano usato quei tipi di munizionamento.<br /><br />''Il Comitato di Verifica - dice Falco Accame, presidente di Anavafaf, un'associazione nazionale per l'assistenza alle vittime arruolate nelle Forze Armate e per le famiglie dei caduti - adotta le sue decisioni usando criteri deterministici e non probabilistici. Ma i tumori non sono equiparabili ai colpi di fucile o alle bombe; sono piu' subdoli e colpiscono a distanza di anni. A differenza dei proiettili uccidono lentamente. E questo non significa che non ci siano responsabilita'''.adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-81625248817725651922012-11-23T04:20:00.000-08:002012-11-29T08:21:37.412-08:00LE VACCINAZIONI SELVAGGE E L’URANIO IMPOVERITO<div style="text-align: left;">
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La questione delle vaccinazioni sbagliate subite dai militari italiani, tornata alla ribalta grazie ad alcune <a href="http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2012/11/23/news/vaccini_pericolosi_2-46383097/?ref=HREC1-6">inchieste giornalistiche</a> di importanti testate, e’ un ulteriore tassello di una storia fatta di negligenza e non curanza. Grazie alle testimonianze di valorosi esperti, oggi possiamo affermare che le somministrazioni selvagge abbiano indebolito le difese immunitarie dei soggetti a cui sono state sottoposte e “aperto le porte” al rischio di contrarre patologie tumorali. <b>Il ruolo dei vaccini somministrati in quantita' e tempi non corretti sarebbe quindi quello di moltiplicatore e acceleratore del rischio</b> cancro per chi entra in contatto con sostanze dannose, come ad esempio l’uranio impoverito. <b>Cercare di assolvere l’uranio, come si cerca da più parti di fare, per dire che “la colpa e’ dei vaccini”, o meglio “solo dei vaccini” e' quindi sbagliato. </b><br />
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La teoria delle vaccinazioni non servirebbe a spiegare ad esempio l’insorgenza di tumori nei civili dei teatri di guerra, <b><a href="http://www.rainews24.rai.it/it/canale-tv.php?id=22898">la nascita di bestiame malformato in Sardegna</a></b>, il ritrovamento di torio nei resti dei 18 cadaveri fatti riesumare dalla Procura di Lanusei nell’ambito dell’inchiesta sul Poligono di Quirra, sempre in Sardegna. E tante altre storie. <br />
<br />adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-66131854935771641592012-11-22T07:40:00.007-08:002012-11-22T07:42:23.648-08:00URGENTE LA BONIFICA DI TORRE VENERI IN PUGLIA<div style="text-align: left;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSIFAj9_5nBc1DbG12D47_CnvfbEGlZmteUSM9-9xvAOHBI0UQ5v7VJJv_G67q5UFcxAs8S1KPaScZdimWtBE8r_-lpPXKaLpZrxhSUprrzncVKX-oyh7UtCCHf5TStVUXx7Bj-dXgU4zK/s1600/TORRE.VENERI.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSIFAj9_5nBc1DbG12D47_CnvfbEGlZmteUSM9-9xvAOHBI0UQ5v7VJJv_G67q5UFcxAs8S1KPaScZdimWtBE8r_-lpPXKaLpZrxhSUprrzncVKX-oyh7UtCCHf5TStVUXx7Bj-dXgU4zK/s320/TORRE.VENERI.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"></td></tr>
</tbody></table>
Quanto è emerso dalle indagini compiute sul poligono di Torre Veneri in Puglia, nonostante la segretazione degli atti, desta non poche preoccupazioni perché sono in gioco questioni che riguardano la salute del personale, questioni che vanno oltre la tematica della segretazione. </div>
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L’intensissima attività svolta finora nel poligono non ha dato corso, purtroppo, ad alcuna bonifica effettiva nel senso che sono state finora effettuate solo delle “spolverate” in superficie (raccolta bossoli e residui bellici). Inoltre nel caso di impiego del poligono da parte di forze straniere, si generano particolari incertezze anche per la possibilità che gli utenti stranieri si avvalgano solo di autocertificazioni ed effettuino essi stessi delle “bonifiche” (in quanto ciò impedisce controlli sulle armi impiegate). Tenendo conto del fatto che nel poligono sono state utilizzate armi anti-carro, di calibro di oltre 100 millimetri (in particolare armi da 105 millimetri), è sorto il problema del conficcamento nel terreno di queste armi a profondità che può raggiungere il metro e superarlo. Inoltre non è da escludersi che siano stati usati missili anticarro con dispositivi di guida al torio. Ed il personale è stato impiegato senza le necessarie misure di protezione (tute apposite, filtri, maschere, guanti, occhiali, sovrascarpe). <br />
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Nelle zone di lancio occorre effettuare bonifiche effettive, cioè con impiego di ruspe che eseguono movimento terra a un metro, un metro e mezzo di profondità. Operazione tra l’altro delicata perché nel terreno sono conficcati dei proiettili. Il terreno sollevato va poi lavato con potenti getti d’acqua e solventi e l’acqua inquinata va raccolta in appositi cassoni metallici da ubicare in luoghi appositi. <br />
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Bisogna porre finalmente rimedio alla grande incuria con cui è stata trattata questa problematica, con la quale non si è assicurata una sufficiente salvaguardia personale. <br />
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<strong> Falco Accame</strong></div>
adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-85552192291328505242012-11-21T23:03:00.001-08:002012-11-21T23:44:51.638-08:00VENDOLA: VERITA’ SULL’URANIO KILLER. RIDURRO’ SPESE MILITARI. SU BLOG RISPONDE A CARLO CALCAGNI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbc3BDEa4bngnsrgUDuYODND96AnBPfrxiuHYWjZya-WKvdyR4Pfx5DKbtJViL0XCNJ88HaSj94DPsi9uJrEfDaGt523nUwjymCGLn4Ad5_R8CaNZdQ4O_qH3AtlZO74s-89FE87HlQuSL/s1600/vendola_nichi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="248" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbc3BDEa4bngnsrgUDuYODND96AnBPfrxiuHYWjZya-WKvdyR4Pfx5DKbtJViL0XCNJ88HaSj94DPsi9uJrEfDaGt523nUwjymCGLn4Ad5_R8CaNZdQ4O_qH3AtlZO74s-89FE87HlQuSL/s320/vendola_nichi.jpg" width="320" /></a></div>
“Farò la mia parte perché si arrivi alla verità sulle morti e sulle malattie causate dall’uranio killer, mi impegnerò, come ho già fatto, per sottrarre dall’omertà e dall’oblio un Paese che dimentica in fretta e preferisce non sapere”. Lo scrive Nichi Vendola sul suo blog rispondendo alla lettera di Carlo Calcagni, ex militare salentino malato di cancro dopo una missione in Bosnia.<br />
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“Mi chiedi – continua il leader di Sel - di mantenere le promesse, di ridurre drasticamente le spese militari e di ripudiare la guerra. Lo farò perché la pace, la non violenza, la cooperazione tra i popoli sono per bussole non barattabili”. <br />
<br />
“Nei Balcani, - prosegue Vendola - in Afghanistan e in Iraq. L’uranio impoverito ha già ucciso, oltre alla popolazione autoctona, decine e decine di giovani militari e più di 2.500 lottano ogni giorno fra la vita e la morte. Carlo non ha pace e lo capisco. Vorrei essere suo megafono, ossigeno, vorrei aver avuto la possibilità di sottrarlo dalla Bosnia bombardata, dalla strada della guerra. Guerra che succhia la vita e i sogni di tanti ragazzi del sud”. <br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6S5Suca4UTFR6rAenuKL1LQ_noyykClCB3s5VOD82BB9pdQIuAdNlKBl3DioGon5_0g8WDzlZkiKEzdT_M9i5159D2HpJRvubF1C_QfU8MxMrEsU3L_iBB0YIc_FK6vVNYD9wup5pt9UI/s1600/carlo.calcagni.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6S5Suca4UTFR6rAenuKL1LQ_noyykClCB3s5VOD82BB9pdQIuAdNlKBl3DioGon5_0g8WDzlZkiKEzdT_M9i5159D2HpJRvubF1C_QfU8MxMrEsU3L_iBB0YIc_FK6vVNYD9wup5pt9UI/s320/carlo.calcagni.jpg" width="320" /></a></div>
Apprezzamento alla parole di Vendola giunge dall’<b>Associazione Vittime Uranio</b>. “Vendola è stato – dicono dall’associazione - l’unico leader di partito a dimostrare sensibilità sull’argomento. Ci auguriamo che sostenga con ogni mezzo questa grande battaglia di civiltà”.<br />
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<b><a href="http://www.nichivendola.it/blog/?bp=4550">La risposta di Vendola e la lettera di Carlo Calcagni</a></b>adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-63679595962557275812012-11-19T06:20:00.001-08:002012-11-19T06:33:42.597-08:00Torre Veneri: Accame, via il segreto dalle indagini. I dati riguardano la salute pubblica<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaLvEI6RWaFV2njb1UoEDMBqcKF9JQBCDWID-alPCCtUBCmtSIoKTApBMtGlD0-pbnQxvnraCz3E0T_KThsyoslMp6AT2rKp-IlJJ0EHRTIbbIG5VWc2qR8DkpqAb7sWitfLpuUE_M6uUH/s1600/accame.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaLvEI6RWaFV2njb1UoEDMBqcKF9JQBCDWID-alPCCtUBCmtSIoKTApBMtGlD0-pbnQxvnraCz3E0T_KThsyoslMp6AT2rKp-IlJJ0EHRTIbbIG5VWc2qR8DkpqAb7sWitfLpuUE_M6uUH/s320/accame.JPG" width="320" /></a></div>
La questione del Poligono di Torre Veneri riguarda i seguenti aspetti:<br />
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1) la segretezza degli atti dopo i sopralluoghi del Cap. Minervini in seguito a quanto disposto dalla Commissione d’Inchiesta, non può essere mantenuta in quanto riguarda fatti concernenti la salute pubblica. <br />
<br />
2) L’utilizzo del poligono da parte di forze straniere. Difficile sapere quali armi abbiano impiegato perché, per chi utilizza poligoni di impiego internazionale è sufficiente presentare una “autocertificazione”. E inoltre la bonifica (quantomeno lo sgombero bossoli) è affidata spesso agli stessi utenti e quindi sfugge ad ogni controllo. <br />
<br />
<a name='more'></a><br />
<br />
3) Tra l’altro, come sopra accennato, finora le bonifiche sono state effettuate solo in superficie (in pratica, come si è detto, l’operazione “sgombero-bossoli”). E invece avrebbero dovuto essere state effettuate operazioni di scavo in profondità per eliminare i proiettili conficcatisi nel terreno. <br />
<br />
4) Non sono stati emanati “bandi internazionali” volti a determinare una precisa proibizione dell’impiego di armi non convenzionali. Ciò avrebbe comportato delle gravi responsabilità in caso di trasgressione da parte degli utilizzatori, mentre tali responsabilità sono state in pratica cancellate. <br />
<br />
5) In passato lo strumento di rilevazione da utilizzare per verificare la presenza di radiazioni è stato l’intensimetro RA/141/B che purtroppo esplora una striscia estremamente limitata (circa 10 cm di ampiezza). E ciò praticamente non consentente l’attendibilità di rilevazioni che si riferiscono a un’ampia area, come quella messa a rischio nei poligoni. Si può ricordare in merito che in Bosnia sfuggì alle operazioni NBC condotte con il suddetto rilevatore la presenza di 10.800 proiettili all’uranio impoverito. <br />
<br />
Difficile dunque stabilire, per quanto riguarda il poligono di Torre Veneri e l’eventuale presenza di armi all’U.I., (come del resto in altri poligoni). Occorre comunque, in primo luogo, richiedere che la bonifica sia effettuata in profondità e non solo in superficie perché i proiettili non si trovano solo in superficie). Quanto agli strumenti di rilevazione ora disponibili e maggiormente efficaci (Usa e Israeliani) questi potrebbero fornire qualche possibilità in più. Tuttavia in aree così estese, come quelle da esaminare, l’operazione risulta alquanto aleatoria. <br />
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<b>Falco Accame</b></div>
adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-90477287870398932412012-11-18T09:50:00.001-08:002012-11-18T09:50:33.550-08:00TORRE VENERI: CHIAREZZA SU INDAGINI - PROCURA LECCE INDAGHI ANCHE SU MORTE MILITARI SALENTINI DOPO MISSIONI ALL’ESTEROIl fatto che ci sia un fascicolo aperto presso la Procura di Lecce sulla situazione ambientale a Torre Veneri dovrebbe rappresentare uno stimolo in più per chi, in tutti questi anni, ha preferito minimizzare la vicenda. Ci associamo quindi all’appello di Lecce Bene Comune affinchè siano resi noti i risultati delle indagini fatte svolgere dalla Commissione di inchiesta e inspiegabilmente tenuti segreti.<br />
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Tutto ciò, insieme ad alcune dichiarazioni del presidente Costa, contrasta con le rasscurazioni giunte dall’allora ministro della Difesa Ignazio La Russa in risposta ad una interrogazione presentata dalla deputata del Pd Teresa Bellanova. Solo alcuni giorni fa, il sottosegretario alla Difesa Milone, nella sua risposta orale alla Camera ad un'altra interrogazione, di Maurizio Turco dei Radicali, ha ignorato i quesiti posti sui poligoni, tra cui quello di Torre Veneri. Sarebbe auspicabile infine che la Procura di Lecce, visti i numerosi casi di malattia e morte di militari salentini, estendesse le indagini anche alle missioni all’Estero, per stabilire, anche sul fronte penale, se ci siano state delle negligenze da parte degli apparati militari.<br />
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<b style="text-align: right;"> Associazione Vittime Uranio</b></div>
adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-44283867732719577232012-11-18T06:23:00.002-08:002012-11-18T06:23:44.117-08:00TORRE VENERI: VERITA' NASCOSTE?<i>(Dossier di Lecce Bene Comune) </i>Quali sono le verità nascoste nel Poligono di Torre Veneri? Esiste un pericolo inquinamento da UranioImpoverito o altri metalli pesanti? Ci sono pericoli per la salute della popolazione civile che abita nellecircostanti aree di Frigole e San Cataldo? Quali misure sono state e saranno prese? Chi controlla? Quali sono i risultati delle indagini già effettuate e finora non rese disponibili alla cittadinanza? Questi i pesanti interrogativi che sono al centro dell’iniziativa di Lecce Bene Comune che con due esposti denuncia, uno del 31 maggio ed altro del 30 ottobre scorsi, ha interessato la Procura della Repubblica di Lecce perchè sia fatta luce sulla vicenda. Un fascicolo è stato aperto dal Procuratore Ennio Cillo.<br /><a name='more'></a><br />Facciamo un passo indietro. Dopo la guerra del Golfo e poi ancora la Bosnia ed il Kosovo incomincia ad assumere dimensione pubblica lo scandalo dell’Uranio Impoverito (Depleted Uranium). Scarti del processo di arricchimento del combustibile per le centrali nucleari, ma anche scorie contenenti plutonio. Il tutto usato in proiettili, munizioni e nelle testate dei missili da crociera tomahawk. Solo nel Kosovo 31.000 proiettili “speciali” e l’equivalente di circa dieci tonnellate di uranio impoverito. A fine 2007 da fonti ufficiali del Ministero della Difesa : 77 morti e 312 malati. Circa 170 i morti e oltre 2.500 malati per l’ “Osservatorio Militare”. Tumori dell’apparato respiratorio, leucemie, linfoma di<br />Hodgkin e linfoma non Hodgkin, ed altro ancora. Nel 2000 viene istituita una commissione parlamentare, la commissione Mandelli, con esiti insoddisfacenti. Nel 2004 viene finanziato,il progetto Signum, acronimo di “Studio di impatto genotossico nelle unità militari”.<br /><br />Tutto ciò non coinvolge solo i militari impegnati nelle missioni di guerra: dubbi, sospetti e morti anche intorno ai poligoni di tiro dove vengono stoccate munizioni ed effettuate esercitazioni. In Sardegna il poligono di Quirra a Perdas de Fogu. Nel Salento: Torre Veneri nei pressi di Frigole.<br /><br />Nel 2002 risulta diagnosticato un linfoma di Hodgkin a D.M. , 33 anni, tra il 97 e il 98 militare di leva al poligono leccese. Nel 2007 un tumore osseo ad un ventinovenne di Copertino, di leva tra il 98 e il 99 a Torre Veneri. Nel 93 sisvolgevano a Torre Veneri esercitazioni a fuoco della Nato con contingenti spagnoli, belgi, tedeschi e americani. Era il periodo della guerra in Somalia, conflitto in cui è stato giudizialmente accertato l’uso di armi all’uranio impoverito. Nel settembre 2007 la Commissione parlamentare visita ufficialmente il Poligono di Torre Veneri ricevendo rassicurazioni dal comandante e senza procedere ad alcun prelievo in loco. Nell’ottobre 2008 l’on. Teresa Bellanova presenta un’interrogazione parlamentare volta ad acclarare l’uso dell’uranio impoverito a Torre Veneri e la sua connessione con i numerosi ed anomali decessi per neoplasie nella vicina Frigole. Interrogazione rimasta senza risposta.<br /><br />Nel 2010 viene istituita un’altra commissione parlamentare sulle vittime dell’uranio impoverito, presidente il sen. Rosario Giorgo Costa. Si indaga sul proliferare di morti sospette tra i reduci dalle missioni e sui poligoni in Italia. Tra essi Quirra in Sardegna e Torre Veneri.<br /><br />A Quirra e Campo San Lorenzo la magistratura sequestra i dodicimila ettari dei poligoni per il reato di disastro ambientale. Diversi pastori affetti da patologie tumorali del sistema linfatico. Numerosi gli ovini nati conmalformazioni e anomalie genetiche. Indagati tra gli altri l’ex comandante, generale in pensione Tobia Santacroce, disastro ambientale e omicidio volontario, e due chimici per falso ideologico (non segnalarono anomalie nelle analisi sugli ovini).<br /><br />A Torre Veneri viene testato ad inizio 2009 il nuovo blindato Freccia che andrà ad affiancare il Lince nella missione in Afghanistan. Blindato che dovrà resistere nelle prove agli attacchi effettuati con armi tra le più efficaci. Quali tipi di munizioni vengono usati in queste esercitazioni?<br /><br />Il 9 marzo 2012 una delegazione della Commissione parlamentare si reca presso il Poligono di Torre Veneri dove ascolta il colonnello Capraro, che esclude l’uso di uranio impoverito presso il Poligono di Torre Veneri. “… Rispondendo ai quesiti posti dalla senatrice Granaiola e dal senatore Caforio, il generale Cutropia e il colonnello Capraro hanno precisato che finiscono in mare, prevalentemente, bossoli di alluminio, e che non sono mai state effettuate bonifiche dei fondali. I due ufficiali hanno aggiunto che, per le esercitazioni a terra, la bonifica successiva è obbligatoria ed è certificata da un verbale redatto dal responsabile dell”esercitazione. La bonifica – hanno precisato i due ufficiali – risponde ad esigenze di sicurezza, ed il bossolame raccolto viene poi smaltito all’esterno della base, a cura di stabilimenti specializzati. Hanno infine aderito alla richiesta della senatrice Granaiola, di trasmettere i registri in cui vengono annotati i munizionamenti utilizzati ed i residui raccolti nelle bonifiche.<br /><br />Occorre aggiungere che, mentre si svolgeva il briefing, il collaboratore della Commissione capitano Paride Minervini, su disposizione della Presidenza, ha raccolto campioni di terreno ed effettuato un sopralluogo in alcune aree del Poligono, documentando, anche fotograficamente, una situazione non del tutto rispondente a quella descritta dal comando della base, e, soprattutto, tale da fare ritenere che il materiale residuato da esercitazioni non sempre sia oggetto di bonifiche accurate”.<br /><br />Nel Resoconto sommario n. 71 del 16/05/2012 della Commissione Parlamentare, avete ad oggetto “Comunicazioni del Presidente sullo stato dell’inchiesta parlamentare relativamente ai poligoni di tiro”, il Presidente Senatore Rosario Giorgio Costa con riferimento al sopralluogo del 9 marzo scorso nel poligono di Torre Veneri, afferma che “… sopralluoghi effettuati dalla Commissione e dai collaboratori, a Capo Frasca, a Capo Teulada e a Torre Veneri, hanno messo in luce una situazione articolata, che però conferma come dato prevalente una certa sottovalutazione delle problematiche ambientali e sanitari..”. In quella stessa circostanza, il capitano Minervini, che accompagnava la delegazione della Commissione, effettuò ulteriori approfondimenti, dai quali risultò una situazione non del tutto rassicurante dal punto di vista dell’inquinamento. Per tale ragione, avendo anche il conforto degli altri componenti della delegazione, il Presidente ritenne opportuno conferire allo stesso capitano Minervini l’incarico di effettuare alcune verifiche tecniche in loco, con particolare riferimento alla parte marittima del poligono.<br /><br />In data 24 luglio ha luogo la seduta della Commissione Parlamentare in cui, come risulta agli atti pubblicati online dalla Commissione medesima, il Capitano Paride rende noti gli esiti delle ulteriori indagini svolte. A questo punto, accade qualcosa di singolare ed inquietante e che merita molta attenzione: infatti, citando testualmente gli atti della Commissione Parlamentare “…poiché i risultati delle indagini svolte sono ancora provvisori,il Presidente (sen. Rosario Giorgio Costa) propone che l’audizione si svolga in seduta segreta, ai sensi dell’articolo 13 comma 1 del Regolamento interno.<br /><br />Tutte le precedenti sedute della Commissione Parlamentare (circa 50 ad oggi nel solo 2012) sono state regolarmente comunicate alla pubblica opinione con pubblicazione del resoconto stenografico delle sedute. La seduta del 24 luglio sui risultati delle indagini effettuate a Torre Veneri viene invece secretata. Cosa ha detto il Capitano Minervini sulle indagini effettuate a Torre Veneri? Quali sono i risultati pur provvisori fin qui addotti? Perchè non sono stati resi pubblici?<br /><br />Successivamente in data 20 ottobre lo stesso sen. Giorgio Costa rilascia un’intervista al periodico online Il Tacco d’Italia “… presso il poligono di Torre Veneri, nei pressi di Lecce … è stata verificata la presenza di zone dove si sono accumulati residuati delle attività di esercitazione, che richiedono presumibilmente importanti interventi di bonifica, finora evidentemente non attuati, sia a terra sia nel mare circostante …Nell’Area Bersaglio Carri non risulta che sia asportato il materiale di risulta prodotto dall’esplosione dei colpi in arrivo, e durante le analisi e stata rinvenuta sul terreno una notevole quantita di materiale inerte affiorante. Per quanto concerne l’area marina, le immersioni subacquee effettuate hanno evidenziato la presenza di numerosi relitti inerti, di proiettili da esercitazione, di un barcone metallico e di penetratori in materiale attualmente in fase di identificazione”. “Dalle informazioni raccolte risulterebbe altresi che l’area sia marina sia terrestre – attualmente interdetta – sarebbe frequentata da recuperanti clandestini di metalli per scopi commerciali. Tale attivita, ove confermata, risulterebbe altamente pericolosa, sia per il rischio di esplosioni sia per i danni alla salute’- .<br /><br />Chiediamo che sia fatta piena luce sulla vicenda, che vengano effettuati riscontri ed analisi; che quanto già riscontrato dalla Commissione tramite il Capitano Paride Minervini, venga reso di pubblico dominio. La popolazione ha il diritto di sapere qual è lo stato dei fatti, quali i rischi sanitari per la popolazione civile residente nelle aree limitrofe; se sussiste un pericolo di inquinamento di terreni, aria e falda che possa insinuarsi nel ciclo alimentare sia con riguardo all’eventuale presenza di uranio impoverito, sia agli altri metalli pesanti. Chiediamo di sapere se e quando si faranno i necessari interventi di bonifica che ha evidenziato la stessa Commissione Parlamentare (bonifiche per le quali erano stati stanziati dei fondi poi stralciati dal decreto sulla Spending Review).<div>
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<b>www.leccebenecomune.it</b></div>
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adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-38498605021881829302012-11-15T03:08:00.000-08:002012-11-15T04:38:26.115-08:00DISASTRO QUIRRA: ECCO TUTTE LE ACCUSE. FIORDALISI CONFERMA LA RICHIESTA DI 20 RINVII A GIUDIZIO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnqc5z3gm3VoUdzFwCoxIKJHCSusl-Z8JlPTNgS4_TDM09F3K_0yTUZBD8mRrJd7zR_O9J7B9Wy9IIupBMckoi0GgOqe6DkZ1vTJ73mKu40CICQb-11vwDCPor4nfofleHUJTvwjSDdO25/s1600/fiordalisi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnqc5z3gm3VoUdzFwCoxIKJHCSusl-Z8JlPTNgS4_TDM09F3K_0yTUZBD8mRrJd7zR_O9J7B9Wy9IIupBMckoi0GgOqe6DkZ1vTJ73mKu40CICQb-11vwDCPor4nfofleHUJTvwjSDdO25/s320/fiordalisi.jpg" width="320" /></a></div>
Dopo cinque ore di requisitoria, il procuratore di Lanusei, Domenico Fiordalisi, ha ribadito davanti al Gup la richiesta di rinvio a giudizio per 20 persone nell'ambito dell'inchiesta per disastro ambientale nell'area del Poligono sperimentale interforze del Salto di Quirra in Sardegna. Fra i nomi eccellenti vi sono i generali e gli ex comandanti che si sono avvicendati negli anni sia a Perdasdefogu sia nel distaccamento a mare di San Lorenzo (Villaputzu), tecnici e ricercatori universitari e il sindaco di Perdasdefogu, Walter Mura.<br />
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Il giudice si esprimera' a dicembre dopo le arringhe dei difensori e delle parti civile (prima udienza il 12). Le accuse vanno da omissioni dolose, favoreggiamento, falso ideologico in atto pubblico e ostacolo aggravato alla difesa del disastro ambientale nel Poligono interforze di Quirra. Secondo il magistrato, le morti sospette per tumori e leucemie fra i civili sono da ricondurre all'inquinamento prodotto dagli esperimenti di armi e munizioni, nonche' allo ''smaltimento illecito di rifiuti'', ossia ''brillamenti o interramenti di materiale bellico (bombe e munizioni), senza nessuna cautela per l'ambiente''.<br />
<br />
<strong><a href="http://inchiestauranio.blogspot.it/2011/12/la-sindrome-di-quirra-e-il-killer.html">LE TESTIMONIANZE RACCOLTE DALL'ASSOCIAZIONE VITTIME URANIO</a></strong><br />
<br />
<b><a href="http://inchiestauranio.blogspot.it/2011/05/disastro-di-quirra-ecco-il-decreto-di.html">IL DECRETO DI SEQUESTRO PREVENTIVO DEL POLIGONO DI QUIRRA</a></b><br />
<br />
<b><a href="http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/11/02/condannate-generali-del-poligono-killer.html?ref=search">CONDANNATE I GENERALI DEL POLIGONO KILLER (La Repubblica)</a></b><br />
<br />
<b><a href="http://inchiestauranio.blogspot.it/2011/02/il-fisico-nucleare-evandro-lodi-rizzini.html">L'APPELLO DEL FISICO EVANDRO LODI RIZZINI (del 24/02/2011)</a></b><br />
<br />
<b><a href="http://inchiestauranio.blogspot.it/2011/12/il-rapporto-su-quirra-qui-comincia-la.html">IL RAPPORTO SU QUIRRA - "QUI COMINCIA LA GUERRA"</a></b><br />
<br />
<b><a href="http://inchiestauranio.blogspot.it/2012/01/linquinamento-nascosto-del-poligono-di.html">L'INQUINAMENTO NASCOSTO DEL POLIGONO</a></b><br />
<br />
<b><a href="http://www.youtube.com/watch?v=uT1kPxDXQZQ">IL PM FIORDALISI, LA SINDROME DA URANIO ESISTE (VIDEO)</a></b><br />
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<strong><br /></strong>
<strong>TUTTE LE ACCUSE - LE INDAGINI DELLA PROCURA DI LANUSEI</strong><br />
<br />
<em>(Dal resoconto sommario dell'audizione del procuratore Domenico Fiordalisi alla Commissione di inchiesta dell'8 Maggio 2012)</em><br />
<br />
Il dottor FIORDALISI ricorda preliminarmente che nel corso dell’inchiesta intrapresa dalla Procura della Repubblica di Lanusei sul Poligono interforze di Salto di Quirra (PISQ) sono stati rinvenuti rifiuti militari sia nell’area del Poligono di terra sia nell’area del Poligono a mare, presso Capo San Lorenzo. In particolare, per quello che riguarda le aree di attività del Poligono di terra, la zona denominata Cardiga è stata interessata da numerose esercitazioni, mentre nella zona denominata Torri – di settantacinque chilometri quadrati – sono stati effettuati numerosi brillamenti per la distruzione di materiale militare obsoleto, che hanno prodotto nelle aree circostanti un effetto di vera e propria desertificazione. <strong>Tali brillamenti, ad avviso della Procura, sono stati svolti illecitamente per un periodo compreso tra il 1984 ed il 2008</strong>, data nella quale sono cessati. Sempre nell’ambito dell’inchiesta, è stata rinvenuta, nella zona di Is Pibiris, una discarica della superficie di circa un ettaro, profonda da tre a cinque metri e piena di relitti militari inquinanti. Questa discarica è collocata nei pressi del fiume Flumendosa e rappresenta una sicura fonte di pericolo per la salute di chi abita a valle.<br />
<br />
L’indagine della Procura – prosegue il dottor Fiordalisi – si è conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio di venti imputati. Poiché la decisione spetta al Giudice delle indagini preliminari, è possibile che, nel prosieguo del procedimento giudiziario, la valutazione di alcune circostanze riferite nella seduta odierna possa variare.<br />
<br />
Tra tali circostanze, occorre ricordare che nelle vicinanze della già citata zona Torri il Centro sviluppo materiali (CSM), un’azienda privata, ha sottoposto a verifiche alcune tubazioni per il trasporto di gas, anche con esplosioni periodiche che, tra l’altro, hanno avuto l’effetto di interferire con le polveri disperse in relazione all’attività di brillamento, svolta in aree contigue. In particolare, lo spostamento d’aria determinata da esplosioni di notevole violenza può far tornare in risospensione le particelle tossiche depositate a terra e derivanti dal brillamento dei cosiddetti fornelli. Per la peculiare conformazione del terreno e per la direzione dei venti, lo spostamento di polveri e particelle tossiche così prodotto può arrivare ad interferire con l’area di Sa Maista, dove è situato il bacino di presa delle sorgenti che alimentano l’acquedotto di Perdasdefogu. Una consulenza tecnica ha ricostruito il possibile percorso, che è stato confermato anche da ulteriori perizie. I venti soffiano anche in direzione Ovest, trasportando le polveri verso l’abitato di Escalaplano, da dove le esplosioni realizzate dal CSM erano sentite e le colonne di fumo erano visibili. Occorre altresì ricordare che in quel comune <strong>alla fine degli anni ’80 si è registrato un certo numero di nascite di bambini malformati</strong>. Sempre nella zona di Escalaplano, lo studio dell’orientamento dei venti in relazione all’attività di brillamento fa ritenere che anche la sorgente dell’acquedotto possa essere interessata da fenomeni di inquinamento.<br />
<br />
Nell’illustrare alcune foto delle esplosioni provocate dal CSM, il dottor Fiordalisi fa inoltre notare che, secondo l’Agenzia regionale per l’ambiente (ARPAS), <strong>nelle zone ad alta intensità di attività militare la concentrazione di metalli pesanti è tale da superare tutti i valori soglia previsti dalla normativa vigente</strong>. Ciò vale in particolare per la zona Carri, per l’area destinata agli elicotteri, per quella dove si effettuano i brillamenti e per quella utilizzata dal CSM: qui infatti si sono registrati i valori più elevati.<br />
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Occorre altresì considerare che i fattori di inquinamento superano i confini del Poligono e si estendono in direzione dei centri abitati e degli allevamenti dei pastori, alcuni dei quali hanno denunciato un aumento dei tumori e la nascita di animali malformati. Nel commentare la foto di un agnello nato con un solo occhio, il dottor Fiordalisi fa presente che nel cervello e nei linfonodi dell’animale sono state riscontrate nanoparticelle metalliche che hanno probabilmente origine dalle esplosioni. Dal materiale documentario in possesso della Procura di Lanusei risulta altresì che lo smaltimento illecito di rifiuti militari è stato camuffato con prove tecniche e sperimentazione di esplosivi, come si può desumere anche dagli atti del Comitato di indirizzo territoriale.<strong> Il materiale fotografico documenta altresì la notevole quantità degli esplosivi utilizzati e la mancanza di dispositivi individuali di protezione per quanti hanno operato nella zona dei brillamenti.</strong> Si è sempre lavorato a mani nude o con guanti in pelle, senza tute monouso o mascherine per il filtraggio dell’area, in situazioni dove, in alcuni casi, sono stati fatti brillare due fornelli contemporaneamente. Tale attività, insieme alle altre, è suscettibile di produrre nanoparticelle tossiche che possono essere inalate e, superando le normali barriere biologiche, <strong>possono penetrare nel sangue e negli organi bersaglio.</strong>Nel corso dell’inchiesta – prosegue il dottor Fiordalisi – l’Aeronautica militare ha dato prova di un grande spirito di collaborazione, fornendo numerosi dati alla Procura. <strong>Tra le consulenze, quella del professor Lodi Rizzini ha evidenziato come il torio contenuto nel sistema di guida dei missili MILAN si sia nebulizzato durante l’uso, disperdendosi nell’ambiente e sul terreno. Il torio è una sostanza radioattiva che emette particelle alfa con una intensità molto superiore rispetto alle emissioni dell’uranio impoverito. Esso raggiunge il massimo di tossicità nei venti-venticinque anni successivi alla fabbricazione, per cui armamenti utilizzati negli anni ’80, contenenti tale materiale, potrebbero aver prodotto i danni più gravi negli ultimi anni.<br /><br />Il missile MILAN – precisa il dottor Fiordalisi – è stato prodotto da una società europea, la MBDA, partecipata al 25 per cento da Finmeccanica. Sono stati prodotti circa 350 mila esemplari, di cui oltre 1000 sono stati utilizzati nel Poligono di Salto di Quirra dal 1986 al 2000. Successivamente, tale armamento è stato ritirato e dismesso, in quanto l’amministrazione della difesa francese aveva segnalato la presenza del torio e la sua tossicità. L’analisi del danno ambientale e le relative verifiche sono stati però affidati, in Italia, alla SGS, una società collegata a Finmeccanica, per cui si è verificato un conflitto di interessi, stante la contiguità tra controllore e controllato. L’inchiesta condotta dalla Procura di Lanusei ha verificato la scarsa attendibilità di alcuni accertamenti effettuati dalla SGS, e anche l’ARPAS, che ha supervisionato quei dati, ha evidenziato che nelle aree interessate da un’intensa attività militare, si registra una concentrazione di sostanze tossiche che va oltre i valori soglia e supera i valori base naturalmente presenti nel suolo. In particolare, sempre per quel che riguarda la presenza di torio, nelle zone ad alta intensità militare e a Capo San Lorenzo, sono state registrate anomalie non rilevate dalla SGS, malgrado l’esplosione di 1.187 missili MILAN prima del 1999, con una presenza sul territorio superiore ai valori soglia, già individuata nel 2004, in base ai prelievi analizzati dall’Istituto di scienze ambientali dell’Università di Siena. Una presenza significativa di torio è stata rilevata anche in campioni di miele, in una forma di formaggio – fatto piuttosto raro – in molti campioni di funghi e di lombrichi, importanti accumulatori biologici.</strong><br />
Proseguendo nella sua esposizione, il dottor Fiordalisi ricorda che dopo il sequestro giudiziario di tutta l’area del Poligono di terra, i successivi provvedimenti di dissequestro sono intervenuti a seguito dell’impegno assunto dall’Amministrazione militare di mettere in sicurezza la zona, con la recinzione di aree contaminate, con la bonifica e con la decisione di non rinnovare le convenzioni che, in passato, avevano consentito il pascolo sul territorio inquinato. Anche da ciò, è derivata la richiesta di incentivi economici da parte dei pastori, la cui convivenza con il Poligono è entrata in crisi intorno al 2000, a causa delle malattie contratte e della nascita di animali malformati. <strong>Altri fattori di inquinamento, con rilevanti danni alla salute umana, sono derivati dall’utilizzazione di armi al fosforo bianco, e vi sono documenti dell’Amministrazione militare che indicano nel Poligono un luogo di smaltimento sotterraneo per fusti contenenti napalm. Non è provato, peraltro, che tale smaltimento sia stato effettivamente effettuato. Grazie alla testimonianza di alcuni militari che si sono ammalati ed a coloro che hanno risposto all’appello rivolto attraverso i media dalla Procura, è stato possibile fare luce sui brillamenti, per i quali non è stata effettuata alcuna valutazione di impatto ambientale, peraltro non prevista per legge. Occorre altresì rilevare che dopo l’esplosione dei fornelli, residuava la balistite, materiale cancerogeno, utilizzato dai pastori per accendere il fuoco.</strong>Risulta poi dai documenti del CISAM che il sistema di guida dei missili NIKE – numerosi esemplari dei quali sono stati lanciati nel Poligono di Salto di Quirra – utilizzava valvole radioattive. Lo stesso CISAM aveva dato indicazioni sulla rimozione ed il trasporto di tali valvole, che sono rimaste invece abbandonate per dieci anni in locali dove mancava qualsiasi segnalazione di pericolo di radioattività. La rimozione di detti componenti, contenenti trizio, una sostanza molto pericolosa se liberata nell’ambiente, non è stata mai effettuata.<br />
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Le consulenze acquisite dalla Procura hanno altresì appurato che la presenza di oltre 35 radar e sorgenti di radiazioni non ionizzanti, oltre una certa soglia di esposizione, può determinare danni significativi per la salute. Questo accertamento, peraltro, non si è concretizzato in capi di imputazione.<br />
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Come è noto, la Procura ha disposto la <strong>riesumazione di 18 salme di pastori deceduti per patologie tumorali. L’area dove tali pastori hanno tenuto i loro allevamenti non è lontana dalla discarica di Is Pibiris. I prelievi effettuati sulle tibie di quindici salme hanno consentito di scoprire che dodici pastori avevano accumulato nelle ossa sostanze derivanti dal torio. Il professor Lodi Rizzini, che ha effettuato gli esami, ha fatto riferimento ad un accumulo significativo di torio per inalazione, e il dato è accompagnato dalla presenza di cerio, utilizzato nella lavorazione di manufatti contenenti torio, per cui è certo che quest’ultima sostanza è derivata da oggetti artificiali. Non si tratta ovviamente di stabilire un rapporto di causalità diretta tra l’esposizione a una sostanza radioattiva e l’insorgere della patologia tumorale, ma non vi è dubbio che queste persone sono state esposte ad un pericolo e che nell’intera area vi sia stato un pericolo per la pubblica incolumità.<br /><br />Se si confrontano le ricerche condotte nell’area del PISQ dall’Università di Siena nel periodo 2002-2004 con quella condotta dagli stessi ricercatori nel Kossovo, emerge con chiarezza l’adozione di metodiche diverse</strong>. Nei Balcani, un primo campionamento in aree bombardate con uranio impoverito ha dato risultati negativi, perchè il campionamento stesso era stato condotto “a maglie larghe”. Un successivo campionamento “a maglie strette” ha portato all’individuazione delle tracce di uranio. Nella stessa area si è constatato che alcuni bioaccumulatori concentravano l’uranio impoverito in maniera superiore ad altri. A Quirra i campionamenti sono stati effettuati solo “a maglie larghe” e sono stati presi in considerazione solo licheni ed altri accumulatori biologici che concentrano meno uranio impoverito di altri, e le misurazioni effettuate sono risultate inidonee ad individuare tale sostanza.<br />
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Diverse circostanze, tra cui anche l’assenza di riferimenti alla letteratura essenziale, sono oggetto della vicenda processuale in corso. <strong>In generale, si può parlare di situazioni di pericolo per la pubblica incolumità che non sono state rilevate e in alcuni casi sono state occultate.</strong>Il dottor FIORDALISI precisa in primo luogo che i reati configurati nella richiesta di rinvio a giudizio si muovono su una linea di pericolo e non sulla base di un nesso di causalità. Guardando al tipo di inquinamento stratificato negli anni, con condotte plurime di vari soggetti, e guardando in particolare all’inquinamento radioattivo, nessuno attualmente può affermare con certezza che un tumore sia causato dalla esposizione a sostanze tossiche ovvero ad altri fattori. Anche per questa ragione, i risultati delle indagini epidemiologiche non risultano funzionali alle esigenze delle indagini. Il tipo di reati contestati riguarda l’omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri. Il disastro, infatti, si è verificato perché non è stato impedito l’accesso in zone altamente inquinate alla popolazione civile e agli animali.<br />
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A tale proposito, il dottor Fiordalisi ricorda che quando fu adottato il provvedimento di sequestro, nell’area erano presenti pastori abusivi e l’amministrazione militare locale aveva autorizzato in modo irregolare la presenza in zone altamente inquinate di persone prive di concessione comunale.<br />
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In linea generale, occorre notare che il Pubblico Ministero propone provvedimenti cautelari, come il sequestro, al fine di tutelare beni costituzionalmente protetti. Nel momento in cui l’Autorità militare ha preso consapevolezza della situazione, decidendo di non rinnovare le concessioni e di recintare aree ad alta intensità militare, il pericolo si è chiaramente ridimensionato. Inoltre, è in corso di approvazione un capitolato tecnico per la bonifica dell’area di Is Pibiris e altri piani di bonifica sono in corso di predisposizione.<br />
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Rispondendo ai quesiti posti dalla senatrice SBARBATI e dalla senatrice GRANAIOLA, il dottor Fiordalisi fa presente che i militari accedono alle aree inquinate previa adozione delle cautele indicate. D’altra parte, il Pubblico Ministero che non ha un potere di commissariamento, ed ha il dovere di prendere atto dell’esistenza di un nuovo corso, e dell’adozione di misure serie e non meramente formali.<br />
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La senatrice GRANAIOLA (PD) osserva che le polveri tossiche non sono fermate dalle recinzioni e che permane altresì il rischio di inquinamento delle falde acquifere.<br />
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Il dottor FIORDALISI fa presente che dall’inizio dell’indagine della Procura di Lanusei, nel gennaio 2011, l’attività militare si è notevolmente rarefatta. D’altra parte, il compito del Pubblico Ministero è quello di adottare misure urgenti al fine di impedire l’accesso in aree palesemente inquinate. La condotta della Procura di Lanusei ha trovato riscontro in una sentenza del Tar di Sassari, che, nel respingere il ricorso del Comune di Villaputzu, che impugnava il diniego dell’amministrazione militare a rilasciare nuove concessioni, ha descritto puntualmente il principio di precauzione precisando che non si può dare luogo a nuove concessioni finché non vi è un piano di caratterizzazione del terreno. Attualmente l’area del PISQ vive una situazione transitoria e non si devono sottovalutare le difficoltà tecniche della bonifica, alla quale dovrà seguire una nuova regolazione degli accessi. Questi – precisa il dottor Fiordalisi – sono compiti che esulano dalla competenza della Procura, che si limita a proporre l’adozione di provvedimenti cautelari per tutelare la salute, e ha il compito di celebrare i processi.<br />
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Rispondendo ad un quesito del senatore SCANU, il dottor Fiordalisi conferma che la recinzione riguarda circa mille ettari e che per gli altri dodicimila, tale essendo l’estensione complessiva del Poligono, occorreranno interventi dell’autorità amministrativa, che oggi è edotta dei rischi e può adottare le necessarie misure, tenuto conto anche che alcune attività, come i brillamenti dei fornelli, si sono azzerate.<br />
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Per quanto riguarda il problema della pesca, sollevato dalla senatrice Granaiola, occorre tenere presente che la bonifica in corso ha consentito la rimozione di molti relitti dai fondali. La valutazione sull’adeguatezza di tali interventi spetta all’autorità amministrativa, ma il piano di bonifica adottato appare serio e conforme alle esigenze di tutela dell’ambiente. <br />
<br />adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-54904487299938561902012-11-13T07:35:00.000-08:002012-11-13T07:38:43.669-08:00DALLA DIFESA NESSUNA RISPOSTA. INVITATO BEPPE GRILLO A CONVEGNO A ROMA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1aHAU65JQAPFvFgpjLRqS51KmVc0WDppmh5knGUMtiby8Dm5Q5qXieaJ6EfH22Hx1FePsmy0xPCjHRqATunty8PwgmgvjIjWO59cz6og3QgOlbjbBtGQVq-zKUjGzkHIHzY6gvOoVy0Z3/s1600/GRILLO.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1aHAU65JQAPFvFgpjLRqS51KmVc0WDppmh5knGUMtiby8Dm5Q5qXieaJ6EfH22Hx1FePsmy0xPCjHRqATunty8PwgmgvjIjWO59cz6og3QgOlbjbBtGQVq-zKUjGzkHIHzY6gvOoVy0Z3/s1600/GRILLO.jpg" /></a></div>
(ANSA) - MILANO, 13 NOV - “Come al solito dalla Difesa non e’ arrivata nessuna risposta ai tanti interrogativi posti dall’Associazione Vittime Uranio, attraverso interrogazioni parlamentari. Il sottosegretario Filippo Milione oggi non ha detto una parola sul fenomeno delle malformazioni alla nascita, ha fornito dati del tutto parziali sul numero dei morti e dei malati, non ha detto nulla sui poligoni”. Questo il commento dell’Associazione Vittime Uranio, in una nota, all’intervento del rappresentante del governo alla Camera. <br />
Inoltre, rileva l’associazione, “tutte le sedute della Commissione di inchiesta del Senato piu’ ‘interessanti’ sotto questo aspetto si svolgono in maniera segreta e non e’ possibile leggere alcun resoconto. Un passo avanti pero’ - continua - c’e’ stato, se finora la Difesa, che aveva sempre negato un rapporto tra le malattie e l’uranio, adesso almeno riconosce che non e’ in grado nemmeno di escluderlo”.<br />
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Sull’intera vicenda, l’Associazione dice di pensarla “come Beppe Grillo: e’ da ipotizzare il reato di omicidio colposo plurimo - conclude la nota - nei confronti di chi non ha fatto adottare al personale italiano le giuste misure di protezione contro l’uranio impoverito. E’ per questo che abbiamo invitato Beppe Grillo a partecipare ad un incontro pubblico con le vittime a Roma nelle prossime settimane”. (ANSA).<br />
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<strong>URANIO: DIFESA,NON E' NOTO SE C'E' NESSO CON TUMORI MILITARI</strong> (ANSA) - ROMA, 13 NOV - Allo stato attuale “non si puo’ ne’ sostenere, ne’ negare” l’esistenza di un nesso causale tra le patologie tumorali riscontrate sui militari italiani impiegati all’estero e una possibile contaminazione da uranio impoverito. Lo ha detto, rispondendo ad una interrogazione alla Camera, il sottosegretario alla Difesa Filippo Milone. <br />
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Secondo l’esponente del Governo, sulle possibili cause di queste malattie “permane un’ampia dialettica all’interno della comunita’ scientifica”. <br />
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“Sostenere che vi siano militari che abbiano contratto gravi patologie in conseguenza dell’ esposizione diretta all’uranio impoverito - ha affermato il sottosegretario - non trova, a livello scientifico, alcun riscontro ‘evidenced based’ e, in ogni caso, non c’e’ evidenza epidemiologica che sostenga la maggior incidenza di patologie neoplastiche uranio-correlate nel personale impegnato nei teatri operativi”.<br />
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“Anche la terza Commissione parlamentare d’inchiesta istituita sulla materia, nell’ambito della relazione intermedia approvata nella seduta del 18 gennaio scorso - ha proseguito Milone - ha evidenziato, relativamente ai rischi per la salute connessi all’esposizione all’uranio impoverito, che alla luce delle risultanze istruttorie sulla base degli attuali, piu’ accreditati, studi scientifici al riguardo, non si possa ne’ sostenere ne’ negare la sussistenza di un nesso diretto di causalita’ tra l’esposizione all’agente tossico e lo sviluppo della malattia, e che, in conclusione, sulle possibili cause delle patologie in esame permane una ampia dialettica all’interno della comunita’ scientifica”.<br />
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Il sottosegretario ha quindi fatto riferimento ai casi di militari morti o malati per possibile contaminazione da uranio impoverito dopo missioni in Kosovo, rendendo noto che “alla data del 29 ottobre 2012 il numero totale di neoplasie maligne occorse nel personale militare impiegato almeno una volta in Kosovo notificate all’Osservatorio epidemiologico della difesa (Oed) risulta essere di 420 casi in totale, di cui 48 decessi”. Milone ha pero’ precisato che si tratta “del totale dei casi di neoplasia notificati all’Oed, senza alcun riferimento ad una eventuale esposizione ad una particolare noxa patogena ambientale”. Proprio in Kosovo aveva prestato servizio un sergente di 36 anni, morto lo scorso 17 settembre per un tumore al cervello: rispondendo all’interrogazione su questo aspetto specifico, Milone ha affermato che il mancato riconoscimento della dipendenza da causa di servizio della sua patologia e’ stato stabilito dall’apposito Comitato di verifica per le cause di servizio, che e’ “un organo istituito e operante alle dipendenze del Ministero dell’economia e delle finanze, il cui parere e’ vincolante per l’amministrazione”.<br />
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<br />adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-20164109950151681022012-11-06T05:30:00.001-08:002012-11-07T08:14:45.867-08:0020 ANNI NEL POLIGONO. MUORE DI TUMORE. FAMIGLIA CHIEDE DANNI ALLO STATO“Ha perso il marito per un tumore allo stomaco che lo ha stroncato dopo anni di servizio nei poligoni militari di Nettuno e Santa Severa, in provincia di Roma. Adesso chiede i danni allo Stato insieme ai suoi due figli, rimasti per molti mesi privi di reddito”. E’ la storia di una vedova originaria, della provincia di Rieti, ma residente con la famiglia a Roma, che si e’ rivolta al legale dell’Associazione Vittime Uranio Bruno Ciarmoli.<br />
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“Sulla storia di nostro padre – racconta il figlio – molti elementi non tornano, dal servizio prestato alla malattia, al tipo di armamenti utilizzati nei due poligoni dove ha operato come tecnico per circa 20 anni”. “L’attività’ svolta dall’uomo – spiega l’avvocato Ciarmoli – consisteva, tra le altre cose, nella preparazione e nella posa in opera di bersagli nell’area in cui venivano collocate e fatte brillare mine da guerra in collaudo o in sperimentazione. Inoltre l’uomo ha prestato servizio presso il magazzino della sezione mine ed esplosivi”. “Sulla scorta di questa vicenda e di altre segnalazioni giunte all’associazione – conclude Ciarmoli - chiediamo quindi alla Commissione di inchiesta sull’uranio impoverito di approfondire le indagini sui due poligoni interessati e di fornire all’opinione pubblica le risultanze delle indagini”.</div>
adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-54819334138047402492012-10-30T06:12:00.000-07:002012-11-07T08:14:33.293-08:00MORTO MARESCIALLO A CAGLIARI. MALATI DUE MILITARI DI BRESCIA E PALERMOAncora morti e malati per possibile contaminazione da uranio impoverito. Questi alcuni passaggi delle testimonianze giunte nell'ultimo periodo all'Associazione Vittime Uranio. “Mio marito è morto lo scorso luglio a soli 50 anni di tumore al pancreas dopo 10 anni di missioni. Faceva il disinfettore” scrive la vedova di M.S. di Cagliari primo maresciallo dell’Esercito. R.D., della provincia di Brescia, denuncia di “aver prestato servizio nel 2003 presso il poligono militare di Perdasdefogu come ufficiale di complemento dell’Aeronautica militare. Nel 2004 mi sono congedato e nel 2009 mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla”.<br />
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Infine G.F. di Palermo: “dal 2000 al 2003 ho prestato servizio come volontario in ferma breve nell'Esercito, a cavallo tra il 2001 e il 2002 sono stato comandato in missione all'estero (Kossovo - Dacovica), per circa quattro mesi. A febbraio del 2009 mi è stato diagnosticato un tumore al testicolo in stadio avanzato. Mi è stato anche asportato un rene. Ho presentato domanda per la causa di servizio, ma è stata rifiutata”.adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-31199620455975070162012-10-18T07:39:00.003-07:002012-10-18T07:39:50.569-07:00DAL GOVERNO L'INDECENTE PROPOSTA DI TASSARE I MILITARI MALATI''Una proposta indecente, un atteggiamento sicuramente vergognoso e' quello con cui il Governo si propone di risparmiare anche sui risarcimenti e le pensioni di militari ammalatisi di tumore e altre gravi malattie. Lo afferma Falco Accame, presidente dell'Anavafaf, un'associazione che assiste i familiari delle vittime arruolatenelle Forze armate. <br />
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''Secondo i dati forniti alla Commissione di Inchiesta del Senato - sottolinea Accame - si tratta di 3.671 militari. Ma il numero e' maggiore perche' non comprende il personale che si e' ammalato dopo aver lasciato il servizio''. Secondo il presidnete dell'Anavafaf, ''in larga misura i tumori e le altre gravi malattie derivano dal fatto che il personale ha operato senza le necessarie misure di protezione. Se dei risparmi si devono fare in ambito Difesa potremmo cominciare col vendere, magari a qualche sceicco arabo, le 19 Maserati acquistate per i vertici militari. E se non abbiamo sufficienti soldi per tener conto degli 'effetti collaterali' costituiti dalle infermita' e morti del personale dobbiamo avere il coraggio di rinunciare ad imprese che non possiamo permetterci. Speriamo che il Ministro della Difesa - conclude - si ricordi dei cosiddetti 'nostri ragazzi' in gravi difficolta' e delle loro famiglie''. <br />
adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-66973672163916864802012-09-18T07:40:00.002-07:002012-09-18T07:44:36.346-07:00LO STATO DIA RISPOSTE AI FAMILIARI DI SALVO CANNIZZO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXD7CYe8r3AxzAkOdqkNXrrh7exUtLGPMgKCOQGkecaTaf_GxJFJ47jRUq2l_8m9D6moyZTc6ZI6wQULyHUVqpjTd2CGYhN1vF_meuqiT-jWbeNhjIfEdAmFcEgO82HiOnoca6eVENMqDJ/s1600/SALVO.CANNIZZO.URANIO.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXD7CYe8r3AxzAkOdqkNXrrh7exUtLGPMgKCOQGkecaTaf_GxJFJ47jRUq2l_8m9D6moyZTc6ZI6wQULyHUVqpjTd2CGYhN1vF_meuqiT-jWbeNhjIfEdAmFcEgO82HiOnoca6eVENMqDJ/s1600/SALVO.CANNIZZO.URANIO.jpg" /></a></div>
“Quella di Salvo Cannizzo è una storia emblematica che dimostra come lo Stato può essere sordo e insensibile anche di fronte a gesti estremi di protesta, nel tentativo di far sentire la propria voce, come quello dello sciopero della chemioterapia, messo in atto dall’ex militare nei mesi scorsi”. Lo afferma in una nota Bruno Ciarmoli, legale dell’Associazione Vittime Uranio. “Ai suoi familiari – continua l’avvocato - vanno le nostre sentitecondoglianze, ci aspettiamo almeno adesso delle risposte concrete da parte degli organi competenti. A tal proposito – ricorda Ciarmoli - dallo scorso luglio giace senza risposta alla Camera un’ <a href="http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=56581&stile=6&highLight=1">interrogazione al ministro della Difesa Di Paola (numero 4-16918)</a>”. Il minino che lo Stato possa fare è quello di garantire vicinanza e aiuto concreto alla famiglia di Salvo Cannizzo, costretto ad una pensione da fame”.<br />
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“Vale la pena ricordare – conclude Ciarmoli - che in Italia sono oltre 200 i morti per possibile contaminazione da uranio impoverito e almeno 2500 i militari o ex militari gravemente ammalati, ma si tratta di dati parziali. E’ auspicabile che anche sulle dimensioni del fenomeno venga fatta la opportuna chiarezza”.</div>
adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-55945628148103201262012-09-18T07:06:00.006-07:002012-09-18T07:06:35.816-07:00MORTO MARO' A CATANIA, AVEVA TUMORE AL CERVELLO DENUNCIO' DI AVERE CONTRATTO LA MALATTIA NEL 2006 IN KOSOVO''Non posso scegliere come vivere, pero' posso scegliere come morire: per questo ho deciso di non sottopormi piu' a chemioterapia''. Aveva scelto la sua strada da solo, il sergente Salvo Cannizzo, 36 anni, morto ieri per un cancro al cervello. Una malattia che riteneva di aver contratto respirando uranio impoverito mentre era in servizio in Kosovo. La notizia del decesso del maro' e' pubblicata dal quotidiano La Sicilia di Catania. Padre di tre bambini, da sempre impegnato nel sociale nel suo rione, il popoloso quartiere di Librino, aveva scoperto di avere un tumore gia' dal 2006, cosi' come altri quattro dei nove commilitoni della sua squadra. Il 2 luglio scorso aveva inscenato una protesta plateale incatenandosi davanti l'ufficio di rappresentanza della Regione Siciliana a Catania. <div>
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''Mi hanno congedato nel 2011 con una pensione di 769 euro al mese - ribadi' in quell'occasione - ma 350 li verso alla mia ex moglie per il mantenimento delle nostre figlie e altri 350 li pago di affitto. Come posso vivere?''. Per potere sostenere le spese della chemio in Lombardia aveva chiesto l'aiuto dello Stato: ''Le istituzioni si passino la mano sulla coscienza - disse - le passerelle dopo le morti servono a poco. Fateci vivere quel che ci resta con dignita'''. I funerali saranno celebrati alle 16, dal cappellano militare, don Alfio Spampinato, nella chiesa di San Leone. </div>
adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-32772693143635982512012-06-28T06:32:00.000-07:002012-07-09T06:32:48.270-07:00SOLDATO MORTO DOPO MISSIONE BOSNIA, OK DAL TAR AL RISARCIMENTOIl Comitato di verifica delle cause di servizio del ministero della Difesa aveva negato il nesso di casualita' fra la missione in Bosnia e il decesso di un militare palermitano. Il Tar di Palermo ha annullato il provvedimento, dando ragione ai familiari. La sentenza e' di febbraio, ma sara' notificata al Ministero la prossima settimana. La vicenda e' stata pubblicata dal quotidiano online Livesicilia.<br />
<a name='more'></a>Lo sfortunato protagonista e' un cinquantenne palermitano. Nei primi anni 2000 il maresciallo dell'Esercito era stato in missione in Bosnia Erzegovina. Rientrato in Italia gli venne diagnosticato un tumore ai polmoni. Colpa dell'uranio impoverito, sostengono i familiari. Secondo il Comitato di verifica, pero', ''nei precedenti di servizio dell'interessato non risultano fattori specifici potenzialmente idonei a dare luogo ad una genesi neoplastica. Pertanto e' da escludere precedenti infermita' o lesioni imputabili al servizio che con il tempo possano essere evolute in senso neoplastico''. I familiari del militare hanno presentando ricorso e il Tribunale amministrativo regionale ha dato loro ragione, annullando la decisione del Comitato di verifica.adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-54890059839460856372012-05-05T06:08:00.000-07:002012-05-09T06:08:56.699-07:00QUIRRA; PM LANUSEI CHIEDE 20 RINVII A GIUDIZIOSono 20 i rinvii a giudizio chiesti dal procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi, al termine delle indagini per disastro ambientale nell'area del Poligono sperimentale interforze del Salto di Quirra in Sardegna. Fra i nomi eccellenti vi sono i generali e gli ex comandanti che si sono avvicendati negli anni sia a Perdasdefogu sia nel distaccamento a mare di San Lorenzo (Villaputzu): i generali Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Carlo Landi e Valter Mauloni, i colonnelli Gianfranco Fois e Francesco Ragazzon, il tenente Walter Carta, i professori, ricercatori e tecnici universitari Francesco Riccobono, Giuseppe Prolano, Fabio Baroni, Luigi Antonello di Lella. E ancora il sindaco di Perdasdefogu, Walter Mura, il generale Giuseppe di Donato, il maggiore Vincenzo Mauro e il dottor Vittorio Sabbattini, oltre a due tecnici della societa' Sgs, organismo che si occupa di ispezioni, verifiche e analisi, Gilberto Nobile e Gabriella Fasciani. <div>
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Le accuse vanno da omissioni dolose, favoreggiamento, falso ideologico in atto pubblico e addirittura ostacolo aggravato alla difesa del disastro ambientale nel Poligono interforze di Quirra, Sardegna sud orientale. Secondo il magistrato le morti sospette per tumori e leucemie fra i civili sono da ricondurre all'inquinamento prodotto dagli esperimenti di armi e munizioni, nonche' allo ''smaltimento illecito di rifiuti'', ossia ''brillamenti o interramenti di materiale bellico (bombe e munizioni), senza nessuna cautela per l'ambiente''. Dopo la decisione del Pm Fiordalisi, che martedi' prossimo riferira' alla Commissione del Senato che si occupa di uranio impoverito, e' intervenuta la societa' Sgs che ritiene nulla la richiesta di rinvio a giudizio per i suoi tecnici. </div>
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''In questo procedimento i chimici della Sgs non dovrebbero esserci - ha spiegato la societa' - perche' oltre a non essere in alcun modo colpevoli dei fatti addebitati, non sono nemmeno pubblici ufficiali, come assume invece l'accusa''. Per la Sgs, quindi, ''la richiesta di rinvio a giudizio, che peraltro non e' ancora stata notificata, conferma un atteggiamento prevenuto da parte del procuratore Fiordalisi nei confronti della societa' ed e' inoltre gravemente lesiva dei diritti della difesa in quanto, a norma del codice di procedura penale, dalla messa a disposizione degli atti d'indagine devono trascorrere 20 giorni per consentire agli indagati di esercitare il proprio diritto alla difesa. Al contrario l'ultimo atto e' stato notificato ai chimici Sgs soltanto nove giorni fa, il 26 aprile. Questa richiesta di rinvio a giudizio e' nulla e gli indagati chiederanno l'annullamento''. </div>adminhttp://www.blogger.com/profile/02972206901152272552noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7230286994681843345.post-19780156607271368812012-04-11T04:07:00.000-07:002012-04-12T04:14:31.176-07:00"RISOLUZIONE APPROVATA IN COMMISSIONE PRIMO PASSO VERSO LA VERITA'""L'approvazione della Risoluzione sui rischi e problemi connessi all'uranio impoverito in Commissione Difesa, pur se "mutilata" in alcune parti nella premessa e negli impegni, rappresenta un primo tassello verso la presa in carico della problematica relativa all'uranio e non solo." Lo dichiara Augusto Di Stanislao capogruppo Idv in Commissione Difesa.<br />
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"Oggi - prosegue Di Stanislao - questo atto approvato all'unanimità è un importante passo politico verso il riconoscimento della verità e chiama a responsabilità tanto il Governo quanto il Parlamento. Non parliamo di vittoria, bensì di verità e di giustizia che finalmente attraverso l'Italia dei Valori progressivamente si va affermando. L'unanimità alla risoluzione è un fatto positivo, ma non è certamente sufficiente. Depositeremo una mozione per coinvolgere e responsabilizzare l'Aula su una questione troppo spesso "colpevolmente" dimenticata". "A breve - conclude il capogruppo Idv in commissione Difesa - l'Italia dei Valori promuoverà una manifestazione pubblica per rendere partecipi i cittadini e stare vicino con i fatti ai tanti militari e alle loro famiglie coinvolte".</div>
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Secondo l'Anavafaf (Associazione nazionale italiana assistenza vittime arruolate nelle forze armate e famiglie dei caduti) i soldati italiani che si sono ammalati dopo essere venuti a contatto, in Italia e all'estero, con l'uranio impoverito sono oltre duemila, più di 200 quelli deceduti negli ultimi anni.<br />
I dati sono riportati in una risoluzione presentata dall'Italia dei Valori (primo firmatario il deputato Augusto Di Stanislao) e approvata oggi all'unanimità dalla Commissione Difesa della Camera.</div>
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Il testo impegna tra l'altro il Governo a confermare "quanto già affermato riguardo alle precauzioni messe in atto dai competenti organi della difesa per tutelare il personale civile e militare che si trova impiegato o risiede in zone a rischio contaminazione, anche con riferimento ai possibili effetti dannosi derivanti dalle attività militari che si svolgono nei poligoni militari" e ad "ad estendere le attività di monitoraggio ambientale e le indagini epidemiologiche già avviate per il PISQ (Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze Salto di Quirra), anche ai poligoni di Capo Teulada e Capo Frasca, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili e di concerto con le attività in essere da parte della regione Sardegna-Assessorato alla sanità".</div>
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Nella risoluzione si sottolinea anche l'estrema difficoltà - segnalata dalla stessa associazione Anavafaf - "con la quale viene concessa una tutela risarcitoria al personale militare che ha contratto gravi patologie in conseguenza dell'esposizione all'uranio impoverito, sebbene apposite commissioni di verifica abbiano accertato con congrua probabilità il nesso di causalità tra la malattia contratta e l'esposizione ad agenti chimici e fisici potenzialmente nocivi".</div>
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Un punto, questo, su cui l'Idv aveva chiesto l'impegno del Governo. Il testo è stato però modificato nel corso della discussione ma l'Italia dei Valori è intenzionata a presentare una mozione "per coinvolgere e responsabilizzare l'Aula su una questione troppo spesso "colpevolmente" dimenticata".</div>
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"L'approvazione della Risoluzione sui rischi e problemi connessi all'uranioimpoverito in Commissione Difesa, pur se "mutilata" in alcune parti nella premessa e negli impegni, rappresenta un primo tassello verso la presa in carico della problematica relativa all'uranio e non solo" ha dichiarato Augusto Di Stanislao.</div>
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"A breve - ha concluso il capogruppo in commissione Difesa - l'Italia dei Valori promuoverà una manifestazione pubblica per rendere partecipi i cittadini e stare vicino con i fatti ai tanti militari e alle loro famiglie coinvolte".<br />
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