lunedì 4 gennaio 2010

216 MORTI. MA IL BILANCIO E' PARZIALE

Ad oggi non esistono dati ufficiali e aggiornati sul numero di militari morti e malati per tutte quelle patologie riconducibili all’esposizione all’uranio impoverito. La nostra associazione ha un elenco di 216 morti e di oltre 2500 malati. Ma molte ragioni ci portano a credere che possano essere molti di più.

Il documento della Sanità militare

Esiste agli atti dell’ultima commissione di inchiesta del Senato un documento ufficiale della Sanità Militare riportante i nomi di 171 militari morti. Già questo bilancio è molto più grave rispetto ai dati forniti alla stessa Commissione dall’allora Ministro della Difesa Arturo Parisi, nella sua audizione del 6 dicembre del 2007, quando parlò di 77 morti.

Il documento della Sanità militare registra l’ultimo decesso il 25 settembre del 2006, e non comprende tra l’altro il personale non più in servizio al momento della morte o della comparsa della malattia. Non comprende inoltre i reduci dalle missioni in Iraq, in Somalia, in Bosnia e tutti coloro che hanno operato nei poligoni presenti sul territorio nazionale. Nel momento in cui le associazioni parlavano di 50 morti, il ministero quindi ne contava 171 e i dati erano incompleti. Questo ci fa interrogare su quanti effettivamente siano oggi.

I dati aggiornati

Integrando il documento della Sanità militare con i dati della nostra associazione arriviamo oggi a contare 216 morti. Ma anche i nostri dati sono incompleti, perché solo in pochi decidono di rivolgersi alle strutture come la nostra per denunciare la loro storia e intraprendere azioni legali.

L’ultimo militare morto è Manolo Pinna di 26 anni di Cagliari deceduto il 3 novembre 2009 dopo mesi di agonia. Aveva un tumore al cervello e aveva prestato servizio tra il 2001 e il 2002 nel poligono di Capo Teulada. Sulla sua morte è stato presentato un esposto alla Procura del capoluogo sardo.

L’interrogazione a La Russa

In virtù di tutto ciò è auspicabile che il Ministero della Difesa chiarisca le dimensioni del fenomeno. Su nostro impulso, lo scorso 22 dicembre, il deputato radicale Maurizio Turco ha presentato un’interrogazione al ministro La Russa chiedendo quanti siano i militari italiani morti e malati per le patologie connesse all'uranio impoverito, reduci da tutte le missioni internazionali che si sono svolte dal 1980 ad oggi, e quanti morti o malati per le stesse patologie abbiano invece prestato la loro opera nei poligoni presenti sul territorio nazionale.

L’Associazione Vittime Uranio chiede, anche per questo motivo, che venga urgentemente istituita una nuova Commissione Parlamentare di inchiesta in grado di completare ed ampliare il lavoro della precedente, costretta a chiudere per la fine anticipata della scorsa legislatura.