mercoledì 28 marzo 2012

"QUASI 4000 I MILITARI ITALIANI AMMALATI"

Il dato di 3761 casi di contaminazione per uranioimpoverito e altri agenti patogeni accertati tra il personale militare in servizio rischia di essere molto lontano dalla realta'. Lo sostiene Falco Accame, presidente dell'Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate Nelle Forze Armate (Anavafaf) sulla base delle risultanze dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Lanusei (Ogliastra), che ha consentito di scoprire torio radioattivo nelle ossa di 12 pastori che lavoravano sui pascoli nell'area del poligono sperimentale interforze di Perdasdefogu-Salto di Quirra morti negli anni scorsi.

'I 44 casi di cui si discuteva all'epoca della Commissione Mandelli sono ormai diventati quasi 4000 anche per i gravi errori di valutazione finora compiuti. Il fenomeno e' di eccezionale gravita' - continua Accame - e i risultati dell'inchiesta del procuratore Domenico Fiordalisi hanno confermato la grande pericolosita' che e' esistita, anche nei poligoni di tiro, per via dell'impiego negli anni '70-90 dei missili Milan. 

Il dato di 3761 casi e' peraltro un dato molto inferiore alla realta' perche' si riferisce solo a casi di militari in servizio, mentre esclude tutto il personale militare in congedo che ha lasciato il servizio ed esclude totalmente i civili. Inoltre prende come epoca di partenza il 1991, mentre vi sono state missioni all'estero precedenti e nei poligoni il personale ha operato 'da sempre' senza protezione, anzi a mani nude'. 

'Gravissimo il problema dei risarcimenti alle vittime e ai loro familiari per i quali - conclude Accame - sono stati assegnati solo indennizzi molto parziali. Anche in relazione a una mozione presentata recentemente alla Commissione Difesa della Camera, il problema troppo a lungo taciuto deve essere finalmente preso in seria considerazione. E tra il personale militare deceduto al servizio del Paese non deve esistere una divisione tra personale 'da mostrare' e personale 'da nascondere''.