giovedì 12 febbraio 2009

Morto militare di Viterbo. Aveva prestato servizio in Sardegna. E poche ore dopo la denuncia di una nuova vittima

Ancora un militare morto per possibile contaminazione da uranio impoverito. Il ragazzo originario di Montefiscone (in provincia di Viterbo) è morto all’età di 31 anni. Ha svolto il servizio militare nel 96/97. Nel corso di questo anno ha prestato servizio presso la base militare di Perdasdefogu in Sardegna. Nel 2004 è stato colpito da una forma di tumore al testicolo (Seminoma) che si è risolta con l’asportazione del testicolo stesso e un ciclo di radioterapia. Nel Dicembre del 2007 gli è stato diagnosticato un linfoma non Hodgkin ad alto grado che lo ha portato alla morte.

“Mio fratello – ha detto la sorella della vittima – era una roccia. Mentre era in malattia mi chiamò perché aveva visto un servizio in tv sull’uranio impoverito riguardante la base militare dove lui aveva operato, era preoccupato, io gli dissi: ma cosa vai a pensare. Adesso mi sono documentata e tutto questo mi ha portato a pensare che forse anche Marco sia stato una vittima dell’uranio. Dopo tanto dolore adesso c’è tanta rabbia e la vogli a di verità e giustizia.”

ACCAME, REDUCE SOMALIA E BALCANI MORTO PER TUMORE

''Nel giorno in cui si viene a sapere della morte, finora non conosciuta, di un militare che aveva operato nel poligono sardo di Perdasdefogu, si apprende anche della morte del luogotenente V.M., deceduto il 4 febbraio scorso a causa di un carcinoma esofageo'', sempre per presunta contaminazione da uranio impoverito. Lo afferma Falco Accame, presidente dell'Anavafaf, un'associazione che da anni si occupa di questa problematica. ''Il sottufficiale - afferma Accame, che non rende noto il luogo di residenza del militare - era stato impiegato in Somalia e nei Balcani. Allo stesso luogotenente venne rifiutata la causa di servizio''. '

'E' sperabile - aggiunge - che il ministro della Difesa, che si e' dimostrato molto attento alle condizioni di salute dei militari e che ha annunciato nel Consiglio dei Ministri del 18 dicembre 2008 l'emanazione di un apposito regolamento, possa migliorare la grave situazione esistente per tanti ammalati e aiutare le famiglie dei deceduti con adeguati risarcimenti e assistenza. Non dobbiamo attendere che per simili provvedimenti - conclude il presidente dell'Anavafaf - intervenga la magistratura''