venerdì 25 marzo 2011

Uranio in Libia, intervenga la Presidenza del Consiglio

L’Anavafaf chiede alla Presidenza del Consiglio di intervenire presso l’Onu e la Nato in relazione ai bombardamenti della Libia con missili da crociera Tomahawk dotati di armamento all’uranio, armi usate soprattutto per perforare i bunker fino a 10 metri di profondità.

L’Onu e la Nato dovrebbero assicurare per motivi umanitari l’invio di Osservatori e di strumenti di rilevazione della radioattività nonché di dispositivi di protezione per le persone che vengono a trovarsi nelle zone colpite. Soprattutto maschere e filtri anti-particolato. Bisogna evitare che i libici (sia legalisti che ribelli) si trovino in una condizione come quella in cui si sono trovati militari e civili in Bosnia nel 95-96 dove vennero gettati 10.000 proiettili all’uranio e l’Italia non se ne accorse perché non disponeva di strumenti di rilevazione idonei.

Disponeva solo di un “intensimetro” (RA 141 B) che esplorava una fascia di soli 10 cm. I libici si trovano in una condizione come la nostra o peggiore. E certamente non dispongono di strumenti idonei alla rilevazione delle radiazioni dell’uranio impoverito. Nella Legge Finanziaria del 2008 è stato affermato che l’uranio impoverito e le nano particelle di metalli pesanti presentano rilevanti rischi per la salute (e si stabiliscono dei risarcimenti). Questa stessa situazione si manifesta in Libia che è stata trasformata in un poligono di tiro per armi all’uranio impoverito, una sperimentazione “in corpore vili”. L’impiego di missili Tomahawk non è certo in linea con i principi che dovrebbero ispirare una missione umanitaria.

PERICOLI PER LA POPOLAZIONE PER PESANTISSIMO IMPIEGO MISSILI ALL’URANIO IMPOVERITO

Non è vero quanto si afferma secondo cui i bombardamenti in Libia non hanno causato pericoli per i civili e solo danni alle infrastrutture. Il pesantissimo impiego di missili da crociera Tomahawk ha creato gravi pericoli per la popolazione civile che si protrarranno negli anni e che esigono l’impiego di norme di protezione. I missili da crociera furono già impiegati nei Balcani e le norme di protezione emanate dalla K Force il 22 novembre 99, a firma del colonnello Osvaldo Bizzari, affermano tra l’altro che “se si è in presenza di carri armati colpiti da missili da crociera occorre adottare le misure di protezione”. Viene precisato anche che “i missili Tomahawk contengono contrappesi in DU “che possono contaminare l’area dell’impatto” (which could contaminate the area of impact). In altre normative Usa si precisa che il missile da crociera “carries a 750 lb WDU 36/b reactive titanium (ndr: depleted uranium) PBXN 107 high esplosive/incendiary warhead) cioè porta una testata in guerra di uranio impoverito ad alto potenziale esplosivo e incendiario.

Dunque l’ONU e i Comandi che hanno ordinato i bombardamenti si sono accollati la grave responsabilità di poter produrre danni assai gravi a civili del tutto inermi e che non dispongono delle necessarie misure di protezione contro una minaccia che in Italia ha già prodotto più di un migliaio di malati e più di 100 deceduti.. L’uso di tali armi deve essere fatto immediatamente cessare perché lede profondamente i diritti alla salute e alla vita di moltissimi civili. Gli organismi di informazione italiani tacciono completamente sulla materia “uranio impoverito” e sulle necessarie misure di protezione.

Falco Accame