domenica 23 settembre 2007

"Entro fine anno i risultati della Commissione"

LECCE, 21 SET - 'Ci ripromettiamo per la fine di dicembre di dire quali danni lo Stato italiano deve ripagare e quante e quali persone deve ammettere alle previdenze previste per i danni ricevuti da cause di servizio, mortali o di malattie'. Lo ha detto, incontrando i giornalisti in prefettura a Lecce, il presidente della commissione parlamentare d'inchiesta del Senato sull'uranio impoverito, Lidia Brisca Menapace (Rc-Se). Piu' tardi una delegazione della commissione ha compiuto un sopralluogo al poligono militare di Torre Veneri.

Menapace ha ricordato che entro dicembre, quando scadra' il suo mandato, la commissione dovra' presentare una prima relazione, anche se potrebbe essere chiesta una proroga per proseguire l'attivita'. 'La commissione - ha aggiunto - ha il compito di indagare sulle patologie che si sono sviluppate nei militari italiani che sono stati impegnati in missione all'estero, nei poligoni di tiro militari e nelle popolazioni civili anche in teatri di missione, per vedere se esiste un rapporto con l'uranio impoverito'.

Per il senatore Giorgio Costa (FI), vicepresidente della Commissione, 'obiettivo prevalente e' arrivare a trovare una soluzione per dire che ricorre la causa di servizio per coloro che si ammalarono, per consentire alle famiglie di dare la possibilita' di coprire i debiti che sono stati contratti per curare le malattie medesime'.

Il senatore Mauro Bulgarelli (Verdi), altro vicepresidente della Commissione, ha ricordato che 'altri Paesi che sono impegnati nei cosiddetti teatri di guerra, in missioni internazionali, non trattano benissimo i loro ammalati'. 'C'e' pero' - ha aggiunto - un dato da sottolineare: che da diversi anni, in particolare gli Stati Uniti, hanno dotato i loro militari di tute particolari e di tutta una serie di filtri tecnologicamente avanzati rispetto all'uranio impoverito. E' da approfondire questo dato. Questi signori erano vestiti come guerrieri stellati provenienti da un altro pianeta, mentre i nostri ragazzi erano in pantaloncini corti e in tenuta da lavoro e pur dovendo operare nello stesso posto. Per questo vi e' un ritardo da parte delle istituzioni italiane. Quello che noi ci chiediamo: erano stati avvisati oppure no? Anche su questo dobbiamo indagare.