venerdì 11 dicembre 2009

"La Difesa non ha tutelato i suoi dipendenti". Le motivazioni della sentenza del Tribunale di Roma

"In capo al ministero della Difesa si configura una responsabilità ex articolo 2043 Cc ("fatto illecito") per non aver tutelato abbastanza i suoi dipendenti.Si configura un nesso eziologico fra la missione in Kosovo e il linfoma di Hodgkin diagnosticato al militare, da mettere in relazione all'uranio impoverito contenuto nelle munizioni utilizzate sul teatro delle operazioni".

È quanto emerge dalla sentenza 10413/09, emessa dal Tribunale civile di Roma, depositata lo scorso 1 Dicembre.
La sentenza ha condannato la Difesa al risarcimento con 1,4 milioni di euro ai familiari di un militare della Provincia di Lecce, scomparso nel 2005, a soli 26 anni, dopo diverse missioni in Kosovo, teatro dal quale era rientrato nel 2003.

"Un nuovo precedente - ha commentato il legale barese Bruno Ciarmoli - che ci sarà utile per le citazioni in giudizio che ci stiamo apprestando a presentare, così come la sentenza del tribunale di Firenze di appena un anno fa, che condannò lo stesso ministero al risarcimento di 545 mila euro di un militare ammalatosi dopo una missione in Somalia".

Per il ctu medico-legale il caporal maggiore contrae la patologia durante la missione nell'ex Yugoslavia. Né la commissione medica del Ministero esclude la dipendenza della malattia da causa di servizio. Dopo i bombardamenti, spiegano gli scienziati, l'uranio impoverito contagia l'ambiente e di qui passa all'uomo. Le analisi ai raggi X condotte dall'Università di Reggio Emilia e Modena sul militare rivelano "corpi estranei", che non essendo "biodegrabili né biocompatibili", possono avere determinato "manifestazioni patologiche": si tratta, in particolare, di "particelle di forma sferica che sono tipiche di una formazione ad alta temperatura.

"È evidente", scrive il giudice Corrado Cartoni, il nesso eziologico fra la missione e la malattia. Il militare, pur volontario, non era stato messo al corrente dei rischi connessi alle operazioni nelle zone in cui sarebbe stata presente la sostanza "incriminata". Il Tribunale decide perciò risarcimenti ai congiunti per una somma complessiva di 1,4 milioni circa. Circa 254 mila euro alla vedova del caporal maggiore, quasi 229 mila ciascuno ai genitori, 127 mila alla sorella. Il danno patrimoniale è liquidato alla moglie, purtroppo ormai rimasta da sola, in 450 mila euro.