venerdì 11 dicembre 2009

“Una leucemia fulminante ha ucciso mio marito a 29 anni". La lettera della vedova di un reduce dalla Somalia

Buongiorno, sono la moglie di un ragazzo di 29 anni della provincia di Bari morto a settembre 2004, per colpa di una malattia maledetta "Leucemia Fulminante". E' successo tutto in tre giorni, senza neanche capire cosa stesse accadendo. Nel 1992 ha svolto il servizio militare nella Folgore come paracadutista, circa 2 anni dopo e' andato in missione in Somalia, sempre come paracadutista.

La mia triste e brutta storia inizia nel settembre del 2004, in vacanza. Da premettere che la mia attuale figlia era nata da 40 giorni. Mio marito si svegliò una mattina dicendo che aveva la febbre, andò dal dottore che gli diede un antibiotico generico. Verso sera la febbre calò, la mattina seguente si svegliò dicendomi che urinava sangue e così di corsa andammo all’ospedale di Andria (Puglia). Qui lo tennero in pronto soccorso fino alle 11.30, una infermiera mi disse che non era niente, anzi mi accennò solo che erano delle vene che erano "impazzite". Mi disse anche che bisognava trasportarlo in un altro ospedale, quello di Trani. Ci fecero andare in macchina, perchè lui poteva guidare. Quando arrivammo all'ospedale di Trani c'era già ad aspettarci il primario, il quale, avendo saputo che non avevamo preso l'ambulanza, si arrabbiò, perchè in quel contesto mio marito non poteva assolutamente guidare, visto la gravità della situazione di cui noi però non sapevamo ancora nulla.

Lo ricoverarono subito e fecero svariati esami, compresa l'aspirazione del midollo dallo sterno, dopo ore lo rividi e lui mi disse che gli faceva molto male, ma io non capii ancora la gravità della cosa, nessuno mi diceva niente. Nessun dottore parlava, ero assorta solo dalle parole di mio marito il quale con voce pacata e quasi di rassegnazione mi raccomandava di dare il latte ad Angelica e mi consolava LUI, dicendomi di non piangere. Mio marito aveva una grande forza d'animo, queste furono le sue ultime parole, perchè poi ebbe un’emorragia e entrò in coma.

A questo punto il dottore finalmente si presentò al mio cospetto, dalla sua bocca uscirono queste testuali parole: “suo marito ha avuto una leucemia fulminante che gli ha provocato la paralisi del lato destro”. Ma neanche loro sapevano quanto potesse andare avanti così. Iniziò un vero calvario con trasfusioni, esami ecc. Chiedendo il perché di tutto ciò mi dissero che forse la causa scatenante poteva essere nella missione di mio marito in Somalia.

Sabato 10 settembre alle 14.30 ci chiamarono per dirci che lui non c'era più. Io mi porto ancora oggi una rabbia alla quale non riesco a dare sfogo e tregua perchè mi chiedo sempre: “perchè a me?”, “perchè a lui? alla nostra famiglia, alla nostra figlia appena nata?”

Il ricordo di mio marito è sempre vivo in me e negli occhi di mia figlia, lui vive non solo dentro i nostri cuori ma è presente con le sue immagini ovunque, in casa, a lavoro. Questo per non scordare mai l'uomo che ho amato e che sempre amerò e per ricordare anche a mia figlia l'amore che quest'uomo ha donato, se pur per breve tempo, a tutti noi. So che ci sono tante altre storie come la mia, chiedo se e' possibile far qualcosa per evitare che giovani e meno giovani paghino per gli errori degli altri.