lunedì 8 gennaio 2007

Nuovo caso sospetto a Potenza. Sodano e Menapace: nuova commissione accerti responsabilità

“E' Carmine Pastore, 32 anni, di Potenza l'ultimo caso di possibile contaminazione da uranio impoverito in Italia. Pastore era nella Brigata Garibaldi, undicesimo reggimento artiglieri di Teramo, impegnata in Bosnia, a Sarajevo dove ha trascorso 4 mesi in missione. Al ritorno gli è stata diagnosticata una patologia neurologica demielinizzante con la quale sta combattendo e per la quale non riesce ad ottenere il riconoscimento della causa di servizio”.
A dare la notizia è l'ex presidente della Commissione Difesa della Camera Falco Accame attraverso il sito GrNews.it, che sta conducendo in questi giorni un'inchiesta sui casi emersi negli ultimi mesi. Dall'agente di Polizia di Roma, operante a Fiumicino, al quale è stato diagnosticato un linfoma di Hodkin ai due malati di leucemia della provincia di Lecce segnalati nei giorni scorsi, una crocerossina ed un tenente colonnello dell'Esercito impegnati nei Balcani.

Sempre sul sito GrNews.it un ex caporalmaggiore dell'Esercito denuncia “la totale assenza di protezione per i militari impegnati in Kosovo ben 11 mesi dopo l'emanazione delle norme di protezione da parte della Forza Multilaterale KFOR, un tempo troppo lungo da giustificarsi con l'assenza dei rifornimenti di maschere tute e occhiali necessari per proteggersi dalle polveri sottili sprigionate dai proiettili all'uranio impoverito”.

Falco Accame, intanto ha scritto ai presidenti di Camera e Senato, chiedendo che “venga corretto l'errore che blocca per tutti questi casi la speciale elargizione prevista dalla legge 280/91”, un risarcimento di circa 25mila euro a favore degli ammalati, diverse centinaia secondo l'Anavafaf, associazione da lui stesso presieduta, e dei familiari dei deceduti, che ammontano a 48 in tutta Italia.

Ma per Accame occorre anche che “la nuova Commissione parlamentare di inchiesta si occupi delle responsabilità sulla non tempestiva adozione delle misure di protezione, adottate dalle nostre forze armate, e non sempre correttamente, con oltre sei anni di ritardo rispetto agli americani”. “Tutto questo – conclude Accame - mentre dal Libano rimbalza la notizia sulla possibile contaminazione della zona meridionale dove sono impegnate le nostre truppe, vorremmo sapere dal Ministro Parisi se siano state adottate le opportune misure di sicurezza per i nostri ragazzi”.

“A questo punto la nuova commissione di inchiesta sull'uranio impoverito è urgente. Il presidente del Senato Marini ha garantito che dopo la pausa natalizia si sarebbe proceduto con la nomina del nuovo presidente che sarà Lidia Menapace, sul cui nome c'è l'accordo di tutta l'Unione.”

Lo ha detto Tommaso Sodano esponente di Rifondazione Comunista e presidente della Commissione Ambiente del Senato, ai nostri microfoni aggiungendo che “la nuova commissione dovrà avere anche gli strumenti necessari per l'accertamento delle responsabilità circa la mancata adozione delle misure di protezione per i nostri soldati impegnati all'estero. Eventuali paure dei vertici militari su questo aspetto sarebbero incomprensibili.”
Sulla vicenda interviene anche la deputata dei verdi, Tana de Zulueta, a sostegno dell’appello lanciato dall’Anavafaf che in una lettera aperta ai presidenti della Camera e del Senato chiede di rimediare all’errore di trascrizione della legge 280/91 che ha escluso i volontari tra gli aventi diritto agli indennizzi.

“La denuncia di Falco Accame di un nuovo caso di presunta contaminazione da uranio impoverito ai danni di un ex militare di 32 anni impiegato in Bosnia – spiega la parlamentare - e le testimonianze raccolte dall’inchiesta di GrNews.it ripropongono con urgenza la necessità che il Governo porti avanti gli impegni presi. Nonostante infatti il lavoro della Commissione di inchiesta sull’uranio impoverito della scorsa legislatura i nostri militari volontari non hanno ricevuto alcun risarcimento né è mai stato fatto un censimento per verificare quanti di loro si siano ammalati in seguito alle missioni”.

Reazioni anche dalla Basilicata, dove il consigliere e coordinatore regionale di Alleanza Nazionale Egidio Digilio dice che ''e' necessario garantire la massima assistenza sotto ogni forma e in ogni modo all'ex militare di Potenza e alla sua famiglia dopo che si e' ammalato a seguito della missione italiana in Bosnia - dice il coordinatore e consigliere regionale di Alleanza nazionale, - Al di la' di quanto deve fare il Governo italiano, che solleciteremo attraverso i nostri parlamentari anche la Regione ha il dovere di far sentire la solidarieta' al giovane lucano che ha svolto una funzione di servizio allo Stato pagandone le piu' gravi conseguenze di salute''.
''Seguiremo la vicenda con il massimo interesse e impegno - conclude l'esponente di An - perche' l'ex militare non puo' certamente essere abbandonato a se stesso e rappresenta per la Regione, al di la' di ogni formalismo e retorica, un'occasione concreta per onorare i valori della Patria e dei suoi servitori''.

Francesco PALESE