venerdì 4 maggio 2007

Aiutiamo Gianluca Anniballi, vittima del dovere

L'ex caporalmaggiore Gianluca Anniballi, 28enne di Villasmundo frazione di Melilli (Siracusa), ammalatosi di tumore un anno dopo il suo congedo dall'Esercito dopo aver prestato servizio in Kosovo, a causa della sua invalidita' non trova lavoro e chiede aiuto alle istituzioni perche' gli venga garantito "il buon impiego che mi spetta per aver servito il Paese". L'ex militare ha passato 4 mesi in Kosovo "senza alcuna protezione dall'uranio impoverito.

Sentivamo parlare del rischio dovuto all'uranio come di 'voci di corridoio' -racconta Anniballi- Facevamo delle riunioni informative ma ci dicevano di stare attenti soprattutto alle mine anticarro".


Il giovane ricorda che voleva "dimenticare del tutto" la sua esperienza, ma ora, spiega, "ho scelto di denunciare il mio caso grazie al sostegno di un mio amico Giuseppe Paradiso e del giornalista Palese. All'inizio non desideravo che mi fosse riconosciuta l'invalidita' perche' mi faceva pensare a quello che mi era successo.


Poi ho accettato la mia condizione, ma mi ha rovinato la vita : a causa del mio status non riesco a trovare lavoro, nemmeno in nero". Anniballi sostiene che nonostante sia andato "ogni giorno allo sportello del Lavoro di Siracusa, dove ci sono le liste di collocamento mirato" non ha mai ricevuto una risposta concreta: "Ci sono tante persone valide iscritte in quelle liste che non trovano lavoro, mi domando il perche'". L'ex militare e' adesso molto determinato: "Portero' questa battaglia fino alla fine, per la gente che e' nelle mie stesse condizioni e per chi non puo' piu' raccontarlo".


Il 28enne si e' rivolto nel suo appello "Soprattutto al presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, perche' le persone del mio Paese non possono fare nulla per il mio caso".

Gianluca e i suoi familiari rivolgono un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al presidente del Consiglio Romano Prodi, al ministro della Difesa Arturo Parisi, al presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro "e all'intera classe politica regionale, perche' risolvano questa triste situazione, quella di un servitore dello Stato, abbandonato dallo stesso".