giovedì 31 maggio 2007

Inchiesta Uranio: le norme anti infortuni agli atti della Procura di Bari

La procura di Bari ha disposto l'acquisizione di atti per verificare il rispetto della normativa antinfortunistica del '91 da parte del ministero della Difesa in relazione a casi di leucemie e tumori (anche mortali) contratti da numerosi militari italiani che hanno operato in Bosnia e Kosovo durante la guerra nei Balcani (nel periodo 1993-1999).
Le nuove indagini sono state disposte dal pm Ciro Angelillis al quale, nell'aprile scorso, il gip Chiara Civitano ha respinto la richiesta di archiviazione dell'inchiesta e ha ordinato nuove indagini.
Il pm chiese l'archiviazione del fascicolo perche' ritenne mancante il nesso di causalita' tra l'utilizzazione di munizioni all'uranio impoverito (da parte di Usa e Gran Bretagna) e l'insorgenza delle malattie. Alla richiesta di archiviazione si opposero Uil e Ital Uil Puglia.

Il gip, citando la richiesta di opposizione all'archiviazione, scrisse che Stati Uniti e Gran Bretagna avevano 'gia' dagli anni '80 la consapevolezza della pericolosita' dell'uranio impoverito utilizzato in campo militare, e che i relativi eserciti hanno adottato gia' dal '91 una serie di precauzioni'; 'non altrettanto puo' dirsi per le Forze armate italiane'.

'Il problema - scrisse il gip - e' di verificare se per i responsabili di tali Forze armate (quelle italiane, ndr) vi fossero obblighi scaturenti da documenti ufficiali in tal senso e gli stessi siano stati disattesi'.