Perche' sul caso del giovane  paracadutista italiano tornato dal Libano il 2 giugno scorso,  gravemente malato di tumore, 'e' caduta una cosi' fitta cortina  di silenzio?'. Lo chiede Falco Accame, presidente dell'Anavaf,  un'associazione che tutela i familiari delle vittime arruolate  nelle Forze armate.
  Secondo Accame questo silenzio e' 'inaccettabile' perche'  'i cittadini in ansia per lui hanno diritto almeno di sapere  come sta e, in particolare, hanno diritto di sapere come stanno gli  altri paracadutisti che sono in Libano'.
  'L'Anavafaf, che ha sollevato il caso - prosegue Accame -  chiede al ministro della Difesa di fornire notizie. Vuole sapere  se il militare, nel corso della missione in Libano e nel corso  delle precedenti missioni effettuate, ha ottemperato alle norme  di sicurezza per la protezione dall'uranio impoverito, oppure se  ha operato senza misure di protezione'.
 
