TRATTAMENTO INDECOROSO E INACCETTABILE. INTERVENGA NAPOLITANO.
Roma, 21 lug. - "La notizia è che sono stati stabiliti indennizzi di zero euro per due militari, Gianni F. e Maurizio S., deceduti per possibile contaminazione da uranio impoverito. Questa decisione è ancora più drastica di quella dell'indennizzo di 250 euro al mese stabilito per i familiari dei militari deceduti: Valery M. e Fabio Porru e l'indennizzo di 17.000 euro per i genitori di Valerio C. Un trattamento veramente indecoroso e inaccettabile". Lo dice Falco Accame, presidente dell'associazione delle vittime in divisa e dei loro familiari (Anavafaf)
Per i militari deceduti effettuando il proprio dovere, "si chiede l'intervento del Presidente della Repubblica come Capo delle Forze Armate", dice Accame, visto che "a nulla sono valsi i numerosi appelli avanzati dall'Ana-Vafaf al ministro della Difesa e al Presidente del Consiglio. E' così che ci prendiamo cura dei 'nostri ragazzi' e dei loro familiari?" In tutto ciò, prosegue Accame, "altri casi di militari che si sono ammalati nei poligoni: Alessandro G. (Mantova), Ugo P. (Siena), Fabio C. (Lamezia Terme), Giuseppe P. (Cagliari)". Tra l'altro, prosegue, "personale non addetto alla sgombero dei poligoni (che è un compito pertinente a personale specializzato) è stato impiegato, e per di più a mani nude, a maneggiare proiettili inesplosi e residuati bellici che possono rappresentare gravi rischi". E, ad oggi, "non è stata nemmeno promossa una inchiesta per stabilire chi ha impartito a personale non specializzato un compito così rischioso e non spettante- prosegue Accame- è auspicabile che anche la commissione di inchiesta del Senato faccia luce su quanto accaduto e intervenga nei modi opportuni".
Tra l'altro, "esistono trattamenti diversissimi per le vittime del dovere che vanno da indennizzi di circa 1 miliardo di vecchie lire a indennizzi zero- conclude il presidente dell'Ana-vafaf- anche il trattamento di pensione oscilla tra i 258 euro sopra menzionati e i 1.600. Non debbono esservi differenze tra vittime del dovere e certo non esistono tra i militari vittime 'del piacere'".