domenica 17 dicembre 2006

mercoledì 6 dicembre 2006

Uranio: spuntano i primi fondi in finanziaria

Arrivano 5 milioni di euro annui per il triennio 2007-2009 per le persone colpite dall'uranio impoverito. E' quanto prevede un emendamento dei Verdi alla manovra su cui è stato raggiunto un accordo tra governo e maggioranza. Lo riferisce il sottosegretario alla Difesa, Lorenzo Forcieri, spiegando che attualmente ci sono circa 200 persone malate e 49 sono stati i decessi.
"E' stato concordato questo primo stanziamento - dice Forcieri - speriamo di incrementarlo negli anni".

Lo stanziamento sarà destinato in favore di coloro che "sono affetti da infermità letali, ovvero da invalidità E inabilità permanente, nonchè al monitoraggio delle aree interessate da conflitti per i quali siano in corso missioni internazionali e di assistenza umanitaria, nonchè in poligoni di tiro nazionali". Ma il presidente dell'Avavafaf Falco Accame ricorda che “i primi casi di decesso e malattia si sono avuti nella Guerra del Golfo del 91 poi in Somalia nel 2003 poi in Bosnia nel 2004 e infine in Kossovo”.

“Ma pur essendoci già stanziamenti – dice Accame - previsti dalla legge 280/91 per gli infortuni gravi e decessi non sono stati risarciti adducendo i seguenti motivi: 1) – non esiste relazione di causa effetto tra contaminazione da uranio impoverito e malattia 2) – le leggi 308/81 e 280/91 escludono la categoria dei volontari di carriera dagli aventi diritto e quasi tutto il personale militare ammalatosi per l'uranio impoverito è volontario/di carriera.”

“Per poter effettuare i risarcimenti – precisa Accame - occorre quindi stabilire che il nesso di causa-effetto di tipo probabilistico sia sufficiente a concedere l'indennizzo, cosa che fino ad oggi il Ministero della Difesa ha negato, e stabilire che i casi di infortunio e morte per cui è dovuto l'indennizzo riguardino anche il personale volontario/di carriera che finora la Difesa ha sempre escluso (facendo sì che ci siano almeno 10.000 militari volontari non risarciti).”

“Infine gli indennizzi – sottolinea l'ex Presidente della Commissione Difesa - debbono valere per tutti i casi di infortuni e morte indipendentemente dall'esistenza o meno della causa di servizio, e la condizione per concedere gli indennizzi deve essere quella di “in continuità di servizio” come inequivocabilmente stabilito dalle leggi 308/81 e 280/91 e non in relazione alla condizione di “causa di servizio” che è stata imposta erroneamente dal Ministero della Difesa e che come sopra accennato ha finora impedito i risarcimenti anche se i fondi già esistono dall'epoca in cui furono emanate le leggi in questione”.

“Occorre dunque – conclude - non solo preoccuparsi dei fondi, ma modificare radicalmente le condizioni ostative imposte dal Ministero della Difesa che hanno impedito finora la concessione degli indennizzi”.