giovedì 15 novembre 2007

Ancora un caso di possibile contaminazione

Sempre nuovi casi vengono segnalati e sempre in forma non ufficiale. Ancora una denuncia di Falco Accame, presidente dell'Anavafaf, associazione in prima linea nella lotta e l'assistenza per le vittime dell'uranio.

L'ultimo e' quello di un militare di Sparanise, in provincia di Caserta, operante nel Reggimento di stanza a Vercelli. Il giovane, S. D. , "che puo' essere stato contaminato nel periodo di servizio che ha prestato al poligono di Teulada".

A questo proposito, Accame spiega che nei poligoni "il pericolo di contaminazione e' dovuto soprattutto alle sperimentazioni, volte a verificare la capacita' di resistenza delle corazze".Ovviamente, spiega lo stesso presidente dell'Anavafaf, "devono essere usati non proiettili da esercizio, come avviene nelle esercitazioni, ma proiettili con 'testata in guerra'". E segnala che puo' accadere "che proiettili restino inesplosi nel terreno, specie se il terreno e' morbido e il loro maneggio presenta pericoli. Inoltre, possono esservi residuati i proiettili che hanno colpito dei bersagli".

E' ovvio che i test sulla resistenza delle corazze, "devono essere eseguiti mettendo le corazze a fronte dei proiettili piu' pericolosi all'impatto dei quali possono essere soggette in condizioni operative.

E questi proiettili piu' pericolosi sono quelli all'uranio". Ed e' doveroso, secondo Accame che i test avvengano nelle condizioni piu' critiche "perche' si tratta di un problema che riguarda la sicurezza del personale che opera all'interno dei carri armati".

mercoledì 14 novembre 2007

122 PAESI CHIEDONO VERIFICHE SUL PERICOLO DELL’URANIO (E 6 VOTANO CONTRO)

Nel silenzio dei mass media italiani il 1° novembre 2007 è passata una deliberazione dell’ONU a grandissima maggioranza (122 a favore, 6 contro, 35 astenuti) per chiedere verifiche circa la pericolosità dell’uranio impoverito. Dunque c’è una grande apprensione nei riguardi dell’uso di queste armi. Hanno votato contro paesi dotati di arsenali con armi all’uranio, come gli USA, Inghilterra, Francia, Israele e inoltre la Repubblica Ceka e i Paesi Bassi.

La risoluzione è stata predisposta dal movimento degli Stati non allineati e presentata dall’Indonesia e promossa dalla coalizione internazionale per la messa al bando dell’uranio con sede a Manchester. E’ doveroso ricordare che il Belgio è stato il primo paese che ha bandito l’uso delle armi all’uranio. Il Parlamento Europeo il 22 novembre 2006 si è espresso con una risoluzione per il bando delle armi all’uranio. In Italia l’Associazione “AUI - Aboliamo le armi all’uranio impoverito” opera dal 2000.

Falco Accame

lunedì 12 novembre 2007

DISCORDANZA DI DATI TRA MINISTERO DIFESA E SANITA’ MILITARE

Il Ministro della Difesa ha dichiarato (audizione 9 ottobre 2007) che: “I militari che hanno contratto malattie tumorali e che risultano essere stati impiegati all’estero nei Balcani, Afghanistan, Irak e Libano, nel periodo 1996-2006 risultano essere in totale 255. Di questi malati la Direzione di Sanità dichiara un esito letale della malattia per 37 soggetti.

A fronte di questi dati che si riferiscono agli impieghi nei teatri operativi sono quelli relativi ai militari che si sono ammalati nello stesso periodo 1996-2006 pur non avendo partecipato a missioni internazionali: si tratta di 1.427 militari”.

Tali dati differiscono da quelli dichiarati dalla Sanità Militare (vedi audizione 4 ottobre 2007, pag. 9-10, di cui è appena uscito il testo stenografico) in cui secondo il GOI il gruppo operativo Interforze della sopraccitata direzione della Sanità Militare risulta che: “Su 9.700 soggetti su cui abbiamo informazioni dal punto di vista sanitario il tumore maligno è presente in 1.991 casi (1.883 non deceduti e 158 deceduti)”.

Se si pensa che la Terza Relazione Mandelli (2.002) prese in considerazione 44 casi in tutto (16 deceduti) si notano diversità assai rilevanti e non facilmente spiegabili. A parte quanto sopra occorre precisare che per una analisi epidemiologica del fenomeno vanno presi in considerazione non solo le malattie tumorali ma anche quelle genetiche e neurologiche (molti i casi di malformazione alla nascita).

Inoltre vanno presi in considerazione non solo i militari italiani, ma anche i civili italiani impiegati non solo all’estero ma anche in Italia in luoghi dove è stata possibile la contaminazione all’uranio impoverito. All’estero questi luoghi riguardano il Kuwait durante la guerra del golfo del 91 (si sono avuti morti e malati), la operazione Restore Hope in Somalia (93) dove pure si sono avuti morti e malati.

In Italia questi luoghi dove è stata possibile la contaminazione riguardano i poligoni nei quali è stata fatta una sperimentazione sulla capacità di penetrazione dei proiettili e sulla resistenza delle corazzature, riguardano i depositi di mezzi blindati, automezzi, vestiario, in cui sono stati raccolti materiali provenienti dalle zone possibilmente contaminate. Per quanto riguarda i poligoni la data di decorrenza deve estendersi a prima dell’inizi degli anni 80.

E’ sconfortante constatare che ancora oggi non si disponga di una base attendibile necessaria per effettuare uno studio epidemiologico serio.

Falco Accame
Presidente Anafafaf

domenica 11 novembre 2007

BELLANOVA: NEL SALENTO SI USA URANIO IMPOVERITO?

LECCE - L'on.Teresa Bellanova (DS) ha rivolto un'interrogazione al ministro della Difesa, Arturo Parisi, per sapere 'se non ritenga di dover indagare se e da quando nel Poligono di Torre Veneri si faccia uso di uranio impoverito, durante le esercitazioni militari'.

Secondo la parlamentare salentina, 'vi e' diffusa e forte preoccupazione tra gli abitanti di Frigole, localita' costiera di Lecce, per l'alta incidenza di patologie neoplastiche verificatesi soprattutto negli ultimi anni; da piu' parti si affaccia l'ipotesi di un possibile rapporto tra tale incidenza e l'utilizzo di uranio impoverito nelle esercitazioni militari tenutesi nell'adiacente Poligono di tiro di Torre Veneri;

la recente visita della Commissione d'inchiesta uranio impoverito del Senato ha legittimamente suscitato speranza ed attesa nella cittadinanza, per cio' che concerne possibili risposte a questa problematica'.

sabato 10 novembre 2007

FINANZIARIA: 30 MILIONI PER VITTIME URANIO IMPOVERITO

Il Senato da' il via libera alla costituzione di un fondo da 30 milioni di euro per i danni "di coloro che abbiano contratto infermita' o patologie tumorali connesse all'esposizione e all'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e all'esposizione di nanoparticelle di materiali pesanti prodotte da esplosione di materiale bellico".

Il fondo e' dotato di 10 milioni per ogni anno dal 2008 al 2010. Il Senato ha varato anche altri 230 milioni di stanziamenti per la trasformazione progressiva dell'esercito in professionale (30 milioni), il fondo per la tenuta in efficienza (140 milioni) il fondo per la ristrutturazione degli arsenali (20 milioni) e altri 40 milioni sono previsti per le esigenze di funzionamento dell'Arma dei carabinieri. (

giovedì 8 novembre 2007

La Commissione di inchiesta si allunga il mandato

La Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito potrebbe chiedere una proroga per completare il suo lavoro d'indagine. Lo ha detto la presidente Lidia Menapace a margine di una tavola rotonda organizzata a Napoli. I lavori della Commissione dovrebbero terminare il prossimo 31 dicembre, ma molto probabilmente la conclusione della sua attività sarà rimandata di sei mesi.

"Sono quasi certa che ci sarà la richiesta della messa fuorilegge dell'uranio impoverito. Visto l'orientamento del gruppo di lavoro, credo che sarà così, ma qualora così non fosse - ha detto ai giornalisti Menapace - sarà io a presentare una proposta di legge in questo senso". Secondo la senatrice la prima cosa da garantire a tutti i militari e alle famiglie dei militari morti in seguito alle missioni all'estero per malattie è dare un risarcimento. La proposta di legge prevederà che tutti coloro che hanno "sviluppato entro 10 anni da una missione in un teatro di guerra una patologia, abbiano automaticamente diritto al risarcimento. Il diritto sarà esteso anche alla popolazione civile che risiede intorno ai poligoni di tiro".

Per Menapace, una volta che la proposta di legge andrà in Parlamento, il lavoro della Commissione potrebbe essere concluso dal momento che il suo compito non era svolgere nè analisi scientifiche nè dibattiti politici, ma unicamente indagini. "Non possiamo aspettare i tempi della scienza che al momento afferma che non è possibile stabilire un rapporto di causa-effetto tra patologie e uranio impoverito. Gli scienziati sono possibilisti. Noi lavoriamo sulla probabilità - ha concluso Menapace - e non sulle certezze e a noi basta che il rapporto malattie-uranio impoverito non possa essere escluso".

Contrario alla proroga della Comissione d'inchiesta il senatore di Alleanza nazionale e componente della Comissione, Marcello De Angelis, che ha sottolineato come esistano già leggi sull'argomento. "La Commissione è utile solo per andare incontro ai ritardi dell'amministrazione militare sulla carenza dei dati che abbiamo in materia di malati e di defunti. L'unica cosa che serve - ha dichiarato De Angelis - è applicare quegli strumenti che già erano stati stabiliti nella legge Finanziaria 2006, i 10 milioni di euro stanziati sono rimasti inutilizzati. Basta una mozione finale e una raccomandazione al Parlamento".

NOME MORTO LINFOMA IN MONUMENTO CADUTI COMUNE SARDO

Il Comune di Assemini, nel cagliaritano, ha inserito sul monumento ai caduti il nome di un militare stroncato da un linfoma dopo aver partecipato a tre missioni in Bosnia e Kosovo. E' la prima volta che un'amministrazione comunale italiana decide di onorare alla stessa stregua dei caduti in guerra un soldato morto per una malattia contratta in servizio.

Il caporalmaggiore Fabio Porru, effettivo al 152/o Reggimento della Brigata Sassari, si era ammalato di un linfoma al rientro dall'ultima missione nei Balcani. Porru era stato prima in Bosnia e poi per due volte, nel 1999 e nel 2000, in Kosovo. Dopo la scoperta della malattia Porru aveva lottato contro il male fino al 2003.

La decisione di inserire il nome di Porru sulla lapide che onora i caduti di Assemini (tra i quali il caporalmaggiore Giuseppe Pintus, medaglia d' oro al valor militare per i fatti d' arme della battaglia di Monte Zebio, il 10 giugno 1917), e' stata presa dal sindaco Luciano Casula dopo un confronto con il consiglio comunale del quale fa parte anche il col. Gianfranco Scalas, storico portavoce dell'Esercito.

giovedì 1 novembre 2007

2 Novembre: un fiore per chi non c'è più

Un giorno per ricordare chi ci ha lasciato. Ognuno di noi ha nella mente e nel cuore una ferita di quelle che fanno parte della vita, che vede la morte come un passaggio naturale. Tra tutti i defunti ci sono anche loro: i soldati dimenticati, di cui si ignorano le cause della morte (o si vogliono ignorare). Ci sono poi i familiari, che in molti casi hanno visto i propri cari morire due volte. La seconda quando è stata loro negata la giustizia. Abbiamo questo elenco delle persone che vogliamo ricordare. Sono i nomi di 50 ragazzi contenuti nel LIBRO NERO