Sempre nuovi casi vengono segnalati e sempre in forma non ufficiale. Ancora una denuncia di Falco Accame, presidente dell'Anavafaf, associazione in prima linea nella lotta e l'assistenza per le vittime dell'uranio.
L'ultimo e' quello di un militare di Sparanise, in provincia di Caserta, operante nel Reggimento di stanza a Vercelli. Il giovane, S. D. , "che puo' essere stato contaminato nel periodo di servizio che ha prestato al poligono di Teulada".
A questo proposito, Accame spiega che nei poligoni "il pericolo di contaminazione e' dovuto soprattutto alle sperimentazioni, volte a verificare la capacita' di resistenza delle corazze".Ovviamente, spiega lo stesso presidente dell'Anavafaf, "devono essere usati non proiettili da esercizio, come avviene nelle esercitazioni, ma proiettili con 'testata in guerra'". E segnala che puo' accadere "che proiettili restino inesplosi nel terreno, specie se il terreno e' morbido e il loro maneggio presenta pericoli. Inoltre, possono esservi residuati i proiettili che hanno colpito dei bersagli".
E' ovvio che i test sulla resistenza delle corazze, "devono essere eseguiti mettendo le corazze a fronte dei proiettili piu' pericolosi all'impatto dei quali possono essere soggette in condizioni operative.
E questi proiettili piu' pericolosi sono quelli all'uranio". Ed e' doveroso, secondo Accame che i test avvengano nelle condizioni piu' critiche "perche' si tratta di un problema che riguarda la sicurezza del personale che opera all'interno dei carri armati".