mercoledì 21 dicembre 2011

La Commissione di inchiesta sottovaluta la questione

Quanto si legge su varie agenzie di stampa circa le affermazioni nella conferenza stampa di ieri, del Presidente della Commissione d’Inchiesta del Senato, Sen. Costa, circa la non esistenza di legami tra uranio impoverito e tumori sorti dopo missioni all’estero e attività nei poligoni, credo sia dovuto a dei fraintendimenti. Del resto sicuramente tale frase non è stata pronunciata nel corso della conferenza stampa a cui lo scrivente ha assistito, insieme a una trentina di altre persone, conferenza nella quale il Presidente Costa ha letto un comunicato, la cui visione è certamente disponibile a chi ne faccia richiesta.

martedì 20 dicembre 2011

LE TRACCE DI URANIO IMPOVERITO SI TROVANO. SUGLI INDENNIZZI OCCORRE RIVEDERE LE PRATICHE

“Tracce di uranio impoverito sono state riscontrate nelle ossa e nei tessuti molli del cadavere di un militare reduce dai Balcani. Il caso riguarda Ludovic Acariès, soldato francese deceduto nel 1997 all’età di 27 anni per un linfoma non Hodgkin, ed è all’attenzione della giustizia francese in quanto i familiari hanno chiamato in causa, per far luce sulla morte, il Ministero della Difesa”. Lo ricorda al presidente della Commissione di inchiesta sull’uranio Costa il sito Vittimeuranio.com che lanciò la notizia lo scorso 22 febbraio.

“Le analisi spettrometriche – aggiunge il sito - sono state effettuate nell’ottobre del 2010 in un laboratorio di Reims su mandato del Tribunale di Cergy-Pontoise che aveva disposto l’esumazione della salma. Alcuni resti del corpo erano stati analizzati nel 2005 in Italia, ma in quell’occasione non erano state riscontrate tracce della sostanza incriminata, ma solo metalli pesanti come cromo e ferro. Questo per dire che per trovare l’uranio occorre cercarlo”.

ACCAME A COSTA, CENTINAIA DI PUBBLICAZIONI SU PERICOLOSITA’ URANIO

“Della pericolosità dell’uranio impoverito parlano centinaia e centinaia di pubblicazioni negli Stati Uniti e in altri paesi anglosassoni, basti pensare ai test di Maralinga in Australia del 1950 (reperibili sul web) dove è stata sperimentata la pericolosità dell’uranio su mille soldati”. Lo afferma Falco Accame, presidente dell’Anavafaf, un’associazione di assistenza ai militari in merito alle dichiarazioni del presidente della Commissione di inchiesta sull’uranio Giorgio Rosario Costa “Purtroppo l’Italia – aggiunge l’ex ammiraglio - si è occupata del problema con mezzo secolo di ritardo e potendosi giovare di una produzione scientifica modestissima rispetto a quella americana, basandosi su un numero limitatissimo di dati che si aggirano su qualche migliaia rispetto ai circa 900 mila degli Stati Uniti. Le analisi della Commissione Mandelli hanno messo in evidenza purtroppo gravissimi errori e il cosiddetto studio Sigmun (che è stato secretato) non ha prodotto alcun risultato”.

COMMISSIONE URANIO/DI STANISLAO (IDV): VERGOGNOSE LE DICHIARAZIONI DI COSTA

"Le dichiarazioni di oggi del Presidente della Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito sono vergognose e non tengono affatto in considerazione la realtà dei fatti." E' il commento del capogruppo IdV in Commissione Difesa Augusto Di Stanislao.

DI STANISLAO (IDV), IL MINISTRO BATTA UN COLPO

"Oggi il Ministero della Difesa ha confermato per l'ennesima volta la volontà di insabbiare i tanti casi di malattia tra i militari italiani per possibile contaminazione da uranio impoverito." A denunciarlo è il capogruppo IdV in Commissione Difesa Augusto di Stanislao. 

lunedì 19 dicembre 2011

DIFESA CONDANNATA A RISARCIRE REDUCE IRAQ MALATO

Il ministero della Difesa è stato condannato al risarcimento del danno nei confronti di un ex militare della Folgore della provincia di Siena, reduce da una missione in Iraq, affetto da un linfoma non Hodgkin , neoplasia maligna del tessuto linfatico. A darne notizia, attraverso il sito Vittimeuranio.com, è Falco Accame, presidente dell’Anavafaf, associazione di assistenza ai militari. Ad emettere la sentenza, il 14 novembre scorso, è stato il Tribunale civile di Firenze.

Il caso è quello di S.D.V. che ha partecipato per due mesi ad una missione in Iraq nel 1991, ed oggi è guarito. Nel 2002 la scoperta della malattia, nel 2006 l’avvio dell’azione legale.

domenica 18 dicembre 2011

Martedi conferenza stampa della Commissione di inchiesta sugli indennizzi. Ecco 10 domande per il presidente Costa

Martedi' 20 dicembre, alle 15, nella Sala dell'Ex Hotel Bologna del Senato (via di Santa Chiara 4), si terra' una conferenza stampa con il senatore del Pdl Giorgio Rosario Costa, presidente della Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito, assieme ad altri componenti dell'Ufficio di presidenza, in riferimento agli indennizzi per i soldati colpiti da patologie nell'esercizio della missione militare.


Ecco 10 domande per il presidente Costa, curate da Falco Accame, alle quali mai nessuno ha risposto.


1) PERCHÉ non sono state adottate le protezioni per il nostro personale impiegato in zone a rischio già a partire dalle operazioni in Somalia? (e, per chi ha operato nei poligoni, anche molti anni prima!)

sabato 17 dicembre 2011

ANCHE DI STANISLAO (IDV) INTERROGA IL MINISTRO DELLA DIFESA DI PAOLA

Interrogazione a risposta scritta 4-14260 presentata da AUGUSTO DI STANISLAO. venerdì 16 dicembre 2011, seduta n.562

DI STANISLAO. -
Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:

l'Associazione vittime uranio ha recentemente denunciato altri casi di malattia tra i militari italiani per possibile contaminazione da uranio impoverito;

L'INTERROGAZIONE DEL GRUPPO DEI RADICALI

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14204 presentata da MAURIZIO TURCO
mercoledì 14 dicembre 2011, seduta n.560

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:

l'associazione Vittime uranio ha di recente denunciato nuovi casi di malattia tra i militari per possibile contaminazione da uranio impoverito, come si apprende dall'agenzia di stampa ANSA del 29 novembre 2011; 

mercoledì 14 dicembre 2011

LA "SINDROME DI QUIRRA" E IL KILLER SEGRETO. ECCO LE TESTIMONIANZE DELLE VITTIME

Quattordici casi in tutto. Quattro morti e dieci gravemente malati, al momento della denuncia. Sono le testimonianze raccolte dal questo blog sulla "Sindrome di Quirra" e sul killer "segreto". Storie che ci avete raccontato direttamente voi solo negli ultimi tre anni e che oggi abbiamo voluto rilanciare e pubblicare in forma integrale (tutelando la privacy degli interessati).

Storie che potrebbero essere approfondite da chi sta indagando sul fenomeno delle "morti sospette" tra civili e militari, e che, per questo, mettiamo a disposizione degli organi competenti a cominciare dalla Procura della Repubblica di Lanusei e dalla Commissione parlamentare di inchiesta.

I casi di morte riguardano un bambino di appena un mese, figlio di un militare, morto per un tumore al rene. La moglie di un militare, malato di cancro, deceduta per la stessa malattia. Viveva a pochi metri dal Poligono. E ancora due militari. Tutti hanno operato nel Poligono di Quirra. I casi di malattia riguardano militari ma anche civili affetti da linfomi, leucemie e altre patologie neoplastiche. Le testimonianze vengono riportare rispettando l'ordine cronologico.

COMMISSIONE, SI SBLOCCANO QUASI 9 MLN PER INDENNIZZI, OK A GENNAIO

Novantotto le pratiche espletate e quasi nove i milioni di euro che potranno esser erogati, nelle prossime settimane, per gli indennizzi ai militari che negli anni scorso hanno contratto malattie durante lo svolgimento del loro lavoro. Lo ha annunciato il presidente della Commissione parlamentare sull'Uranio impoverito, Rosario Giorgio Costa, poco prima di iniziare la seconda visita, a Capo Frasca nell'Oristanese, del mini-tour in Sardegna dei senatori nei Poligoni di tiro e nei centri di addestramento militare iniziato ieri a Teulada e che si concludera' domani con un workshop a Cagliari. ''Una buona notizia - ha detto Costa - e la nostra Commissione ha avuto un peso non indifferente: era un nostro preciso obiettivo. In quest'anno abbiamo lavorato tanto: le sedute sono state 54 quasi a costo zero''. Le somme, che fanno parte di un ''monte'' di circa 21 milioni di euro a disposizione per far fronte ad altri eventuali casi accertati, dovrebbero essere liquidate nelle prime settimane del 2012. La visita in Sardegna, che giunge ad alcuni mesi dal tour nel poligono di Quirra, servira' ad acquisire ulteriori informazioni sui casi di possibili contaminazioni dei militari impegnati nelle operazioni di addestramento.

LE 10 DOMANDE SENZA RISPOSTA

1) PERCHÉ non sono state adottate le protezioni per il nostro personale impiegato in zone a rischio già a partire dalle operazioni in Somalia? (e, per chi ha operato nei poligoni, anche molti anni prima!)

a) Intanto era nota un’ampia letteratura sui pericoli dell’uranio impoverito già prima del 1993.

b) Avevamo già notizia dei pericoli all’epoca della prima Guerra del Golfo (1990-1991), soprattutto in seguito a quanto accaduto a Camp Doha in Kuwait. Lo stesso dott. Armando Benedetti del Cisam, in un’audizione presso la Commissione d’Inchiesta del Senato, aveva osservato che i fatti di Camp Doha erano noti in Italia .

c) Alcuni militari italiani avevano visto in Somalia i militari Usa che adottavano tute e maschere (v. testimonianze del maresciallo Pizzamiglio e del paracadutista Marica) e altri avevano visto i carri armati Abrams dotati di armamento e armature all’uranio impoverito (v. testimonianza del maresciallo Diana).

martedì 13 dicembre 2011

ALTRI DUE CASI DI MALATTIA – RISARCIMENTI NEGATI, UNA MEDAGLIA PER RICORDARE I SACRIFICI DELLE VITTIME

Altri due casi di malattia sono stati segnalati per passaparola. Si riferiscono a due componenti dell’Arma dei Carabinieri. Uno in provincia di Sassari e uno in provincia di Savona. I casi di possibile contaminazione che nel 2007 secondo la Sanità Militare erano 2536 (si riferiscono solo a militari e non a civili) ora si avvicinano alla cifra di 3 mila. Da parte del Ministero sta arrivando una pioggia di dinieghi nei risarcimenti, ma ciò non può oscurare la memoria di quanto è accaduto.

L’Anavafaf ritiene che, quanto meno lo Stato dia un segnale di riconoscimento e riconoscenza verso tutti coloro che hanno affrontato un nemico invisibile e sconosciuto (il fuoco amico) e senza adeguate misure di protezione. Questo segnale di rispetto alla memoria potrebbe essere costituito da una medaglia di piombo (e quindi di basso valore monetario) alle vittime, una medaglia che tuttavia ricordi con il suo peso il peso del dolore arrecato a tante persone inviate a servire il proprio paese in situazioni di rischio. La superficie oscura del metallo rimanderà all’oscurità in cui le vittime hanno operato. Il basso valore della medaglia richiamerà il basso valore che è stato attribuito al loro sacrificio.

Falco Accame

lunedì 12 dicembre 2011

La Commissione di inchiesta da domani in Sardegna. Ma non per incontrare le vittime

Tra un sopralluogo e l’altro la delegazione della Commissione di Inchiesta sull’uranio impoverito, da domani in Sardegna, avrebbe potuto e dovuto trovare il tempo per incontrare le vittime, militari e civili, i familiari dei morti e chi ancora soffre. Solo questo blog negli ultimi anni ha ricevuto almeno una quarantina di segnalazioni di personale che in passato ha operato presso i poligoni sardi. Segnalazioni che faranno parte di un dossier che presto sarà trasmesso anche alla Commissione. La commissione approfitti anche dell’occasione per chiarire se intende indagare anche sul fenomeno delle malformazioni alla nascita e dica, infine, se in tempi di crisi come questo, usa i voli di Stato per questo tipo di missioni.

giovedì 8 dicembre 2011

QUIRRA E IL KILLER "SEGRETO" - LUNGA INTERROGAZIONE DI MAURIZIO TURCO AL MINISTRO DI PAOLA

Una lunga e dettagliata interrogazione sul caso Quirra, ma non solo, è stata presentata dal deputato dei Radicali Maurizio Turco che chiama in causa il neo ministro della Difesa Giampaolo Di Paola. Di seguito il testo dell'interrogazione.

Interrogazione a risposta scritta

- Al Ministro della Difesa, per sapere, premesso che:

l’Associazione Vittime Uranio ha di recente denunciato nuovi casi di malattia tra i militari per possibile contaminazione da uranio impoverito, come si apprende dall’agenzia di stampa ANSA del 29 Novembre 2011;

un caso riguarda un ex militare che aveva prestato servizio presso il Poligono di Salto di Quirra, in Sardegna, poligono già al centro dell’inchiesta avviata dalla procura di Lanusei;

mercoledì 7 dicembre 2011

QUIRRA, SCOPERTO ALTRO AGNELLO MALFORMATO MORTO SUBITO DOPO LA NASCITA, AVEVA UN OCCHIO SOLO

Un altro agnello malformato e' stato scoperto in un ovile nelle campagne di Villaputzu, nei pressi del Poligono interforze di Perdasdefogu-Salto di Quirra al centro di un'inchiesta giudiziaria a seguito della morte di numerose persone e animali per tumori. L'animale, morto subito dopo la nascita, presenta un solo occhio al centro del viso. La segnalazione e' arrivata al procuratore della Repubblica di Lanusei Domenico Fiordalisi, che indaga sui veleni di Quirra e che ha disposto il sequestro probatorio dell'ovino.

Proprio ieri, nell'ambito dell'inchiesta avviata nel gennaio scorso, erano sono stati riesumati 11 cadaveri, di pastori e militari morti per tumori, tumulati nei cimiteri di San Vito e Villaputzu, mentre altre quattro salme, su richiesta dei parenti, verranno riesumate il prossimo 14 dicembre. Agenti del Corpo forestale hanno portato la carcassa nei laboratori dell'Universita' di Cagliari dove si provvedera' a effettuare gli esami del caso e conservare il capo malformato. A trovare l'agnello e' stato un allevatore che, in passato, e' stato colpito da un'analoga conseguenza della presenza vicino alla sua azienda del Poligono militare: un componente della sua famiglia sarebbe deceduto per cause legate alla radioattivita', su cui l'inchiesta della Procura della repubblica ogliastrina intende fare piena luce.

martedì 6 dicembre 2011

QUIRRA, RIESUMATI ALTRI 11 CADAVERI - PROCURA CERCA RADIOATTIVITA' IN PASTORI E MILITARI MORTI TUMORE

Dalle 7 di questa mattina sono stati riesumati 11 cadaveri, di pastori e militari morti per tumori, tumulati nei cimiteri di San Vito e Villaputzu. Mentre altre quattro salme, su richiesta dei parenti, verranno riesumate il prossimo 14 dicembre. Il provvedimento e' stato disposto dal procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi, nell'ambito delle indagini avviate sulla possibile correlazione fra le attivita' svolte nel Poligono di Perdasdefogu-Salto di Quirra e le morti di pastori, personale militare e le malformazioni di animali allevati nei pressi della base.

Il medico legale prof. Roberto Marcialis ha prelevato una tibia e alcuni tessuti, in base ad un preciso protocollo gia' fissato, su cui sara' effettuata la misurazione della radioattivita', per la ricerca di torio e uranio. Le riesumazioni hanno riguardato nove persone che riposano nel cimitero di Villaputzu e due in quello di San Vito, paesi che insistono nell'area esterna del Poligono.

I reperti verranno ora affidati al prof. Evandro Lodi Rizzini, fisico del Cern di Ginevra e direttore del Dipartimento di Chimica e Fisica dell'Universita' di Brescia, incaricato dal procuratore Fiordalisi di verificare se esistono connessioni fra le morti verificatesi fra il 1995 e il 2010 e l'inquinamento nella zona del Poligono. Lodi Rizzini sta gia' eseguendo analisi per la ricerca della presenza di fosforo su due pastori morti e su un militare che aveva partecipato ad una missione nei Balcani ed i cui corpi sono stati riesumati alcuni mesi fa.

lunedì 5 dicembre 2011

Anche la commissione di inchiesta indaghi sulle malformazioni dei bambini

E’ auspicabile che la Commissione d’Inchiesta Senatoriale che si reca in Sardegna faccia luce su quanto accaduto nei poligoni sardi circa la nascita di bambini con malformazioni. La Procura di Lanusei si è giustamente preoccupata per quanto accaduto presso il poligono di Salto di Quirra a Escalaplano. Purtroppo, finora, due Commissioni d’Inchiesta Senatoriali, nonché la Commissione Mandelli che le ha precedute, non hanno indagato su questa delicatissima questione.

Ma la questione era certamente già ben nota dal 1995 quando il regista D’Onofrio realizzò per Raidue un filmato denominato “La sindrome del Golfo” che si basava su interviste fatte negli Stati Uniti a genitori di bambini nati con malformazioni. Si trattava di personale militare reduce dalla Guerra del Golfo del 1990-91. In Italia c’è stato un totale tabù sulla questione e non si sa quindi neppure quanti siano i bambini nati in questa difficilissima condizione. Né è stato chiarito come debbano essere risarcite queste “vittime terze” delle nanoparticelle e dei metalli pesanti. Non si sa se siano delle decine oppure anche più. Solo il giornalista Enzo Biagi in Italia si è occupato del problema in un servizio effettuato a Escalaplano nella sua rubrica televisiva denominata “5 minuti”.

Il problema in Sardegna non riguarda solo Escalaplano ma anche altri poligoni come quello di Teulada e Salto di Quirra. Nell’area del poligono di Salto di Quirra ha abitato per anni una signora che ha avuto un bambino con gravi handicap. Ed anche il fratello di lei, che pure ha abitato nella zona, ha purtroppo avuto un analogo problema. L’Anavafaf ha segnalato alla Commissione d’Inchiesta del Senato i casi, di cui è a conoscenza, verificatisi in Sardegna ed è auspicabile che la Commissione ascolti i genitori di questi bambini che hanno tante gravi difficoltà.


Falco Accame

domenica 4 dicembre 2011

IL RAPPORTO SU QUIRRA - "QUI COMINCIA LA GUERRA"

Sardegna, pattumiera del complesso militare-industriale internazionale. Rapporto di Carla Goffi (Mouvement Chrétien pour la Paix) e Ria Werjauw (International Coalition to Ban Uranium Weapons), ottobre 2011

Un viaggio da Quirra a Teulada con lo scopo di:
- constatare la tragedia umana e ambientale causata dai test di sistemi di armamento di alta tecnologia realizzati dagli eserciti italiano, della NATO e di altri paesi, così come da industrie private, in particolare nel Poligono Interforze Salto di Quirra (PISQ);
- raccogliere informazioni e compilare un dossier sulla "Sindrome di Quirra" ;
- incontrare giornalisti, autorità giudiziarie, esperti indipendenti, comitati di lotta, esponenti politici e sindacali, opinione pubblica in generale.

sabato 3 dicembre 2011

La Commissione di inchiesta indaghi sui mancati risarcimenti

E' auspicabile che la Commissione d'Inchiesta sull'Uranio Impoverito del Senato indaghi sulle nuove denunce di risarcimenti non concessi per individuare eventuali errori nel diniego. Per anni il Ministero della Difesa non ha riconosciuto che le nanoparticelle di metalli pesanti potessero causare tumori e che quindi i tumori non dipendevano dal servizio prestato. Ma ciò sulla basa di un'errata premessa e cioè che il legame tra il servizio prestato in zone dove erano presenti nanoparticelle di metalli pesanti, e le patologie tumorali, fosse un legame da considerarsi come nesso di certezza, mentre, sempre ai fini dei risarcimenti, la Giustizia civile ha riconosciuto che tale legame fosse da considerarsi come un nesso di probabilità.

giovedì 1 dicembre 2011

I timori della Difesa sul metallo del disonore

Dieci anni di commissioni di inchiesta e battaglie giudiziarie. L’inganno, sottile e perfido, sta nell’espressione «nesso di causalità». Tre parole che creano la burocratica rimozione di evidenze statistiche e di studi scientifici internazionali, archiviando il rapporto tra uranio impoverito e tumori del sistema emolinfatico in una indeterminatezza che stempera le responsabilità e consegna morti e sofferenze nella prigione della solitudine.
Le autorità militari resistono in questa impossibile trincea, nonostante i tribunali civili abbiano ormai decretato che i «principi di cautela e di responsabilità» e il «criterio di probabilità» fanno ormai giurisprudenza. Basandosi su questi parametri, infatti, i giudici hanno cominciato ad accogliere le richieste di risarcimento dei militari malati e dei familiari dei soldati deceduti. Ma nella lunga e torbida saga italiana del “metallo del disonore” i tentativi di frenare l’accertamento della verità e l’insabbiamento di scomode realtà non sono mai cessati.

A QUIRRA SI INDAGA ANCHE SULLA NASCITA DI BIMBI MALFORMATI

Si indaga anche su bimbi malformati, nati negli anni '80 e '90 in alcuni paesi a ridosso del Poligono di Perdasdefogu-Salto di Quirra, da parte della Procura della Repubblica di Lanusei che da tempo ha avviato le indagini sulla possibile correlazione fra le attivita' svolte nella base militare e le morti di pastori, personale militare e malformazioni di animali allevati nei pressi del Poligono dove, per anni, si sono svolte esercitazioni e test per vari tipi di armi. Sinora - ha riportato il quotidiano La Nuova Sardegna - gli investigatori hanno raccolto cinque testimonianze di familiari dei bambini nati malformati.

In particolare dopo anni di silenzio viene riportata alla memoria anche la vicenda di Escalaplano, un paese dove nacquero oltre una decina di bimbi affetti da gravi malformazioni e sulle quali ora si vorrebbe far chiarezza. Intanto, sempre per sapere se vi siano correlazioni fra esplosioni di armi con varie componenti e i tumori, il prossimo 6 dicembre verranno riesumati i cadaveri di 15 persone, fra pastori e militari, morte per neoplasie e tumulate nei cimiteri di San Vito e Villaputzu, secondo quanto ha disposto lo stesso procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi. Sara' prelevata loro una tibia su cui verra' effettuata la misurazione della radioattivita', per la ricerca di torio e uranio.

martedì 29 novembre 2011

QUIRRA: 6 DICEMBRE RIESUMAZIONE CADAVERI DI 15 PASTORI

Il 6 dicembre verranno riesumati i cadaveri di 15 pastori sepolti nei cimiteri di Villaputzu e San Vito. Lo ha disposto il Procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi, nell'ambito dell'indagine sui casi sospetti di tumore nell'area del poligono interforze del Salto di Quirra tra le province di Cagliari e dell'Ogliastra. A ciascun cadavere verra' prelevata una tibia per misurare l'eventuale radioattivita' da torio e uranio. Le analisi verranno effettuate in alcuni centri universitari di fisica nucleare. E' previsto che i risultati vengano comunicati al magistrato che conduce le indagini entro la prossima primavera. Le verifiche sono state disposte nell'ambito dell'inchiesta per omicidio colposo plurimo.

Si e' invece conclusa, con i provvedimenti di chiusura indagini per sei indagati, la prima fase dell'inchiesta che riguarda il reato di disastro ambientale. I provvedimenti della procura di Lanusei erano stati notificati il 9 novembre scorso ai generali Fabio Molteni, Alessio Cecchetti e Roberto Quattrociocchi. Gli alti ufficiali comandarono il poligono del Salto di Quirra tra il 2004 e il 2010. Gli altri indagati sono il professor Francesco Riccobono, dell'Universita' di Siena, che effettuo' un controllo ambientale nel 2004 per conto del ministero della Difesa, e i due chimici Gilberto Nobile ed Elisabetta Fasciani.

ALTRI 4 MILITARI MALATI DI CANCRO

NUOVI CASI IN TOSCANA, PUGLIA, CAMPANIA, SARDEGNA - IL LEGALE, FONDI PER VITTIME A RISCHIO, DI PAOLA INTERVENGA

Ancora casi di malattia tra i militari italiani per possibile contaminazione da uranio impoverito. Sono quattro i nuovi casi che vengono denunciati da Bruno Ciarmoli, legale dell’Associazione Vittime Uranio.

“Tra gli ultimi a rivolgersi all’associazione – spiega l’avvocato – A.G., brigadiere quarantenne dei Carabinieri, di Lucca, in servizio presso la Compagnia di Pisa. Dopo alcune missioni in Kossovo all’uomo è stato diagnosticato un tumore al sigma. G.P. di Scafati, militare presso la caserma di San Giorgio a Cremano (Napoli) di 37 anni è affetto da una grave forma di cancro che interessa i bronchi e la pleura. F.R. di Sassari, 33 anni, ha subito l’asportazione di un testicolo, di un rene e di linfonodi, ma anche un trapianto di cellule staminali dopo aver prestato servizio nel 96 nel poligono interforze di Salto di Quirra, in Sardegna. Infine – continua Ciarmoli - M.C., maresciallo dell’Aeronautica di 37 anni, di Lecce, ma in servizio a Roma, combatte contro un linfoma di Hodgkin scoperto recentemente e per caso dopo una missione in Kossovo nel 2002. Un duro colpo per il quale ha dovuto rimandare anche il matrimonio”.

“In molti casi - lamenta l’avvocato - gli organi della Difesa hanno negato qualsiasi forma di risarcimento in quanto le patologie non sono risultate dipendenti da causa di servizio, ma in alcuni casi commissioni di verifica diverse hanno dato esiti contrastanti, così come sembrano contrastare le numerose norme che dovrebbero regolare la delicata materia. Tutto questo - conclude - mentre la commissione parlamentare di inchiesta si interroga su come scongiurare la perdita di oltre 24 milioni sui 30 destinati alle vittime. Fondi che potrebbero essere persi se non impegnati entro la fine dell’anno. Anche per questo l’associazione ha chiesto l’intervento del nuovo ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, per fornire assistenza concreta ai malati, spesso vittime anche dell’eccessiva burocrazia”. Secondo l’associazione i militari malati sono oltre duemila, più di 200 infine quelli deceduti negli ultimi anni.

lunedì 28 novembre 2011

SOSPETTI SU MORTE PER TUMORE CARABINIERE A SASSARI

Una morte sospetta con l'inquietante ombra dell'uranio impoverito, fra le possibili cause, per il decesso di un altro militare sardo avvenuto nel reparto di Oncologia dell'ospedale di Sassari per tumore al sistema linfatico. Aveva partecipato a una missione in Kosovo nel 2001 ma sara' probabilmente un'inchiesta a dover accertare se Carlo Caricasulo, carabiniere di 48 anni, di Pozzomaggiore, in servizio sino a qualche anno fa a Ozieri, sia morto per una patologia collegata alla missione all'estero.

Il militare era stato ricoverato una settimana fa. I primi sintomi della malattia, un tumore al timo, ghiandola del sistema linfatico, si erano presentati quattro anni fa. Sposato, padre di due figli, era stato congedato dopo l'insorgenza della patologia tumorale. Domani si svolgeranno i funerali. Nel frattempo la famiglia chiede che si faccia chiarezza sulla morte del congiunto e spinge per l'apertura di un'inchiesta.

mercoledì 23 novembre 2011

RISARCIMENTO AI FAMILIARI DI MELIS, IL MINISTERO NON RICORRE

Il Ministro della Difesa non ha presentato ricorso giudiziario contro la sentenza dell'agosto scorso del Tribunale civile di Cagliari che aveva stabilito un risarcimento di 584 mila euro ai parenti del militare Valery Melis, che aveva operato nei Balcani, morto a causa di un tumore.

'Con un atto profondamente innovativo - ha sottolineato positivamente il presidente dell'Associazione nazionale assistenza vittime arruolate nelle forze armate e familiari caduti (Anavafaf), Falco Accame - il Ministro non ha fatto ricorso contro la sentenza che assegna un compenso ai familiari del militare Valery Melis, deceduto per un tumore derivato da possibile contaminazione per uranioimpoverito.

In tutti i casi precedenti in cui la giustizia civile aveva ordinato dei risarcimenti in contrasto con le decisioni dell'Amministrazione Militare, ad esempio i casi Melone, Marica, Vacca, era stato presentato un ricorso avverso alla decisione dei Tribunali.

Per l'Amministrazione della Difesa, nel caso Melis, il risarcimento iniziale era stato costituito dall'attribuzione di una pensione di 258 euro al mese ai genitori del militare, e agli stessi era stata addirittura negata la 'speciale elargizione' adducendo il motivo che il militare Melis, che era di leva ed era poi diventato militare volontario, in base a questo status di volontario non avrebbe avuto diritto al conferimento dell'indennizzo.

Melis era deceduto, a 27 anni, il 4 febbraio 2004 dopo una lunga malattia che lo aveva colpito quattro anni prima, di ritorno da una missione all'estero, nel 1997 e nel 1999 aveva partecipato alle missioni in Albania e Kosovo.

lunedì 21 novembre 2011

QUIRRA, MORTO AGNELLO MALFORMATO POSTO SOTTO SEQUESTRO

E' vissuto poco meno di un giorno l'agnellino nato ieri malformato e posto sotto sequestro dal procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi. L'animale, venuto alla luce in un allevamento nei pressi del Poligono interforze di Perdasdefogu-Quirra, presentava gravi anomalie alla testa, con parziale fuoriuscita della massa cerebrale. Il provvedimento emesso da Fiordalisi, che qualche giorno fa ha chiuso con sei richieste di rinvio a giudizio l'inchiesta sui sospetti tumori di pastori e animali nell'area militare di Quirra, era stato eseguito ieri dagli agenti del Corpo forestale. L'animale e' stato affidato all'Asl e gia' da domani si avvieranno le analisi per far piena chiarezza sulle cause della malformazione e accertare se possa esser messa in relazione con la cosiddetta ''sindrome di Quirra''.

domenica 20 novembre 2011

AGNELLO CON GRAVI MALFORMAZIONI NATO VICINO A POLIGONO QUIRRA, SEQUESTRATO

Un agnello con gravi malformazioni, con cervello esposto e orecchie molto piu' lunghe del normale, e' nato oggi in un ovile confinante con il Poligono interforze del Salto di Quirra, in Sardegna, ed e' stato immediatamente sequestrato dal procuratore di Lanusei Domenico Fiordalisi, che conduce l'inchiesta sui casi di morti sospette per tumori e linfomi che potrebbero essere ricondotte all'uso di uranio impoverito.

L'animale, secondo quanto apprende l'Adnkronos da fonti dirette, e' vivo e proprio per ottenere il massimo dei risultati dalle sue analisi e' stato lasciato con la madre in modo che viva il piu' a lungo possibile. In questo momento il procuratore Fiordalisi e' nell'ovile dove si e' verificata la nascita dell'agnello, insieme agli uomini del Corpo forestale regionale e ai veterinari che stanno monitorando l'animale. La zona e' sotto protezione per tutelare la famiglia, dove si sono gia' verificato casi analoghi.

mercoledì 16 novembre 2011

Il nuovo ministro Di Paola dia le risposte che finora sono mancate

Tra le questioni più spinose e mai risolte che il nuovo ministro della Difesa Gianpaolo Di Paola dovrà affrontare c’è sicuramente quella delle vittime dell’uranio impoverito. Si tratta di almeno 2mila malati e oltre 200 morti tra i militari italiani che lamentano da anni la mancanza di ogni forma minima di assistenza. Da tecnico ci auguriamo che Di Paola sappia dare le giuste risposte, che finora sono mancate, anche sull’accertamento delle responsabilità sulla vicenda.


lunedì 7 novembre 2011

LE VICENDE DEI SOGGETTI LESI: I DANNI ALLA SALUTE DEI MILITARI

CHIEDILO ALLA POLVERE
URANIO IMPOVERITO
GLI INTERROGATIVI DEGLI SCIENZIATI E DEI GIURISTI
Torino 8 Novembre 2011
Vorrei premettere che quando accenniamo alla problematica dei “soggetti lesi” ci riferiamo per lo più a soggetti ignari dei pericoli che hanno corso e indifesi rispetto a questi pericoli, che hanno riguardato il “fuoco amico” e un rischio invisibile. Si tratta di militari ma anche di civili.
Per quanto riguarda le misure di protezione per il personale che si trova a rischio, queste possono essere adottate per i militari e il personale civile dipendente da Ministeri o da civili operanti comunque alle dipendenze di organismi nazionali. Vi è cioè, una categoria di “proteggibili”. Le misure invece non possono essere adottate per uomini e donne, e in particolar modo per bambini residenti nelle zone colpite, né ovviamente possono essere adottate per la fauna, e, ancor meno, per ciò che riguarda quello che potremmo denominare un “soggetto non animale”, un soggetto costituito dall’ambiente, in particolare dalla terra e dalle sue falde acquifere. Anche nei riguardi di questo “soggetto leso”, inanimato, abbiamo comunque delle responsabilità. Vo sono, quindi, soggetti proteggibili e soggetti non proteggibili e, ovviamente, i secondi sono da dividersi in due categorie.

domenica 23 ottobre 2011

RISARCIMENTO NEGATO PER 'MODULO SBAGLIATO'. PROTAGONISTA DONNA MALATA MORBO BASEDOV E SLA IN SARDEGNA

Risarcimento negato perche', per un mero errore materiale, e' stato usato lo stampato riservato ai dipendenti del Ministero della Difesa. Ma la donna che aveva fatto richiesta, pur non essendo un militare, ma figlia di un sottufficiale, ha vissuto per nove anni nell'area del poligono di Teulada e si e' ammalata del morbo di Basedow, di sclerosi multipla e ha avuto un bambino con invalidita' permanente. Lo denuncia Falco Accame, presidente della Anavafaf, associazione che assiste i familiari delle vittime arruolate nelle Forze armate.

''La donna, che aveva diritto al risarcimento in base a quanto stabilito dalla Legge Finanziaria 2008, art. 2, commi 78 e 79 - spiega Accame - solo per circostanze casuali ha potuto accorgersi del grave errore commesso dal Ministero della Difesa. Ma c'e' da chiedersi quanti altri sono i casi consimili per cui non sono stati concessi i risarcimenti?

Per quanto riguarda le valutazioni dell'Anavafaf, limitandosi a quanto avvenuto in Sardegna, casi in cui avrebbero dovuto essere conferiti i risarcimenti mentre non lo sono stati, sono per citarne alcuni, i casi Cardia, Vargiu, Pisanu, Ariu, Brau, Serra e Faedda, casi di cui si puo' fare il nome perche' non sussistono vincoli di privacy''. ''Un'amara considerazione finale: c'e' da chiedersi - conclude Accame - se non sarebbe opportuno istituire una 'causa di disservizio', che si riferisca agli errori commessi dall'Amministrazione. Recentemente un senatore, facente parte della Commissione Uranio del Senato, ha detto di avere l'impressione di trovarsi in una situazione di 'follia burocratica'''.

ANALISI TERRENI POLIGONO QUIRRA, RINVIO RISULTATI. PROSEGUE INDAGINE PROCURA LANUSEI SU MORTI E MALATTIE SOSPETTE

Bisognera' attendere ancora una settimana-dieci giorni perche' i risultati delle analisi effettuate nella zona del Poligono interforze di Quirra, sui materiali presenti nel terreno e nell'acqua, vengano inviati al Servizio veterinario della Asl di Lanusei. Questa almeno l'informazione giunta al responsabile della struttura sanitaria ogliastrina, Dino Garau, che dovra' poi analizzare i dati. ''Non conoscevo la scadenza odierna. Comunque una volta che noi avremo in mano le relazioni degli Istituti competenti, che abbiamo interessato per effettuare gli esami, avremo necessita' di un certo periodo per dare un responso attendibile.

E' come quando si fanno gli esami del sangue - ha spiegato Garau - si va al laboratorio di analisi, che preleva il sangue, lo esamina, emette i risultati e poi il medico fa la diagnosi sulla base del responso del laboratorio. Preciso che entro il mese avremo soltanto le relazioni che riguardano i metalli pesanti. Per il resto ancora non e' dato sapere, e quindi credo che occorrera' attendere ancora''.

Sulla presenza di materiali radioattivi o pericolosi nell'area esterna ed interna del Poligono di Perdasdefogu-Salto di Quirra, interessata da esercitazioni e prove balistiche, ha avviato una inchiesta la Procura della Repubblica di Lanusei che intende fare chiarezza sulle cause di morte e di malattie al sistema emolinfatico accusate da uomini (soprattutto pastori) ed animali (anche nascite deformi) che hanno pascolato nei pressi della base negli scorsi anni.

sabato 22 ottobre 2011

RICONOSCIMENTO INDENNIZZI AI FAMILIARI DEL CAPITANO DI FREGATA STEFANO CAPPELLARO

Finalmente, sono passati 4 anni da quando e’ morto il Capitano di Fregata Stefano Cappellaro, nato a Venezia. Della vicenda si occupò, a suo tempo, l’allora Sindaco di Venezia Massimo Cacciari. Ma sono stati interposti una serie di ostacoli, in realtà inesistenti, al risarcimento. Tra l’altro il Capitano di Fregata Cappellaro, che era stato imbarcato sulla nave S. Marco, aveva svolto un’intensa attività di vigilanza alle infrastrutture militari in tutte le numerose missioni eseguite. Ed in base alle normative vigenti (L. 466/80, L. 308/81, DPR 243/06) avrebbe subito dovuto essere stato riconosciuto come “vittima del dovere” e sarebbero state, dunque, essere conferite ai familiari le compensazioni dovute. Il caso è un triste esempio della scarsa attenzione dedicata dallo Stato a personale che è al suo servizio per difenderlo. Il caso ha finalmente avuto la soluzione dovuta solo perché è giunto all’attenzione della Commissione Senatoriale d’Inchiesta e al suoi interessamento da parte del Maggiore Carlo Calcagni. L’Anavafaf si è interessata del caso anni orsono, ma purtroppo è stata del tutto inascoltata.

Falco Accame

venerdì 14 ottobre 2011

A Torino a convegno esperti e giuristi

"Chiedilo alla polvere. Uranio impoverito: gli interrogativi degli scienziati e dei giuristi" Politecnico di Torino, 8 novembre 2011 - Nelle guerre moderne si continua a morire anche se si è rimasti indenni durante gli attacchi, si può morire mesi dopo per mali che legano come un filo tutti coloro che nei luoghi in cui si sono svolti i bombardamenti hanno vissuto, anche per breve periodo. È questo il caso delle tante morti poste in relazione all’impiego militare del c.d. uranio impoverito. Questa situazione ha posto dei dubbi: perché i militari si sono ammalati? Quale è il pericolo associato all’esposizione all’uranio impoverito?

Quali le conoscenze circa i rischi cui erano soggetti i soldati? Sono state adottate le opportune misure di protezione? Su questi ed altri quesiti si interrogano lo scienziato ed il giurista. Al primo si chiede di far luce sullo stato delle conoscenze disponibili nel tempo sui rischi inerenti l’impiego dell’uranio impoverito; al secondo di indagare il complesso rapporto fra causalità scientifica e causalità giuridica e, nel concreto, di valutare l’eventuale responsabilità dello Stato. Il convegno vuole essere un’iniziativa accademica interdisciplinare volta a cercare di dare risposta ai suddetti interrogativi, a fronte di un contenzioso giudiziario in crescita.

Il convegno è accreditato dall’Ordine degli Avvocati di Torino (7 crediti formativi). La partecipazione al convegno è gratuita, previa iscrizione obbligatoria, entro e non oltre il 30 Ottobre 2011, mediante il sito web del convegno: http://uranioimpoveritoconvegno.wordpress.com/

Programma sessione antimeridiana ore 9.30 – 13.30
Saluti delle autorità -
Introduce Alessandro Mantelero (Ricercatore di Diritto Commerciale – Politecnico di Torino) Presiede Marcella Sarale (Ordinario di Diritto Commerciale – Politecnico di Torino, Vice Direttore del Dipartimento dei Sistemi di Produzione ed Economia dell’Azienda)
Relazioni Elementi di radioprotezione con riferimento all’esposizione all’uranio impoverito Massimo Zucchetti (Ordinario di Impianti Nucleari – Politecnico di Torino) Danneggiamenti del DNA da esposizione a radiazioni Evandro Lodi Rizzini (Ordinario di Fisica Sperimentale – Università di Brescia) Difficoltà causali e ragioni di policy Roberto Pucella (Straordinario di Diritto Privato – Università di Bergamo) L’uranio impoverito ed il danno alla persona Ranieri Domenici (Ordinario di Medicina Legale – Università di Pisa) Marco Di Paolo (Ricercatore di Medicina Legale – Università di Pisa)

sessione pomeridiana ore 14.30 – 18.00
Presiede Dianora Poletti (Ordinario di Diritto Privato, Preside della Facoltà di Economia – Università di Pisa)
Relazioni I danni da esposizione e le responsabilità
Alessandro Mantelero (Ricercatore di Diritto Commerciale – Politecnico di Torino)
La responsabilità per danni dello Stato Chiara Pasquinelli (professore a contratto – Università di Pisa)
La responsabilità per danno ambientale da attività bellica Claudia Sartoretti (Ricercatrice di Diritto Pubblico – Università degli Studi di Torino)
Le vicende dei soggetti lesi: i danni subiti dai militari Falco Accame (Presidente Ass. Naz. Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei Caduti)

Risarcimento negato ad una donna gravemente malata

Negati i risarcimenti ad una donna, affetta da morbo di Basedov e da sclerosi multipla, che si e' ammalata dopo aver vissuto a lungo nell'area del poligono militare di Teulada, in Sardegna. La denuncia arriva da Falco Accame, presidente della Anavafaf, un'associazione che assiste i familiari delle vittime arruolate nelle Forze armate. La donna, ora gravemente malata, ha avuto anche un figlio affetto da encefalopatia malformativa, ma le sono stati negati i risarcimenti - spiega Accame - perche' ''le infermita' sofferte non sono dipendenti da fatti di servizio''.

''Una motivazione veramente sorprendente - commenta il presidente dell'Anavafaf - dato che, come sopra specificato, la signora non aveva prestato servizio nelle Forze Armate. Non si sa se chi ha formulato il diniego era informato dell'esistenza della Legge Finanziaria 2008 (art. 2, commi 78 e 79) la quale prevede che le aree dei poligoni (e quelle in vicinanza entro un raggio di 5 chilometri) sono da considerarsi come zone a rischio. Dunque, in base a questa legge, la signora era nelle condizioni previste per il conferimento di risarcimenti per 'fatti di residenza'''.

Accame denuncia altri due casi di possibile contaminazione recentemente segnalati all'Anavafaf: un maresciallo dell'Esercito in provincia di Sassari, che ha svolto attivita' in Somalia, Bosnia, Kosovo per prolungati periodi ed ora e' ammalato di un macroadenoma ipofisario, e un assistente tecnico alla lavorazione metalli, addetto al poligono di Capo Frasca, che ha subito un intervento di trapianto di un rene.

venerdì 7 ottobre 2011

Negazionismo e Commissione di inchiesta

La proposta avanzata dal Sen. Ramponi di togliere dalla denominazione della Commissione Senatoriale d’Inchiesta il riferimento diretto all’uranio impoverito, desta non poche preoccupazioni.

Si sostiene che ciò è dovuto al fatto che “è ormai accertato che l’esposizione da uranio impoverito è trascurabile” e che quindi è inopportuno che “si continui ad esprimere preoccupazione per la salute del personale militare impiegato nei poligoni e nei siti di stoccaggio...” viene inoltre precisato che “si tratta di questioni ormai appurate per cui occorrerebbe evitare di alimentare pregiudizio sulla pericolosità dei siti militari che se esaminati oggettivamente non pongono condizioni particolari di rischio per la salute umana”.

E tutto ciò in concomitanza col fatto che il Comando militare del poligono di Salto di Quirra, accogliendo quanto è emerso dall’indagine del magistrato Fiordalisi sull’inquinamento del Poligono, ha deciso di effettuare un’azione di bonifica. E mentre qualche mese fa è stato scoperto da analisi effettuate in Francia che nel corpo di un militare (Ludovic Acaries), per il quale le analisi fatte in Italia non risultava la presenza di uranio impoverito, tale presenza è invece risultata. Ma la cosa che più stupisce, ritenere che i circa 3 mila ammalati di tumore, che attualmente abbiamo in Italia, la malattia sia derivata da tutti altri fattori fuorché quello dell’uranio impoverito sembra quanto meno azzardata. E’ una forma di negazionismo certamente non accettabile almeno da parte dell’Associazione Anavafaf.


Falco Accame
Presidente Anavafaf

giovedì 29 settembre 2011

PERDE TESTICOLO PER TUMORE, A MILITARE 1.300 EURO

Ad un militare impegnato negli anni scorsi anche in poligoni della Sardegna e' stato riconosciuto un indennizzo di 1.374 euro avendo perso per un tumore un testicolo. Lo ha reso noto Falco Accame, presidente dell'Associazione nazionale assistenza vittime arruolate nelle forze armate e famiglie dei caduti (Anavafaf), che ha denunciato anche altri casi di persone che si sono ammalate nei poligoni sardi.

Un addetto al poligono di Capo Frasca e' stato colpito da un tumore (seminoma) a un organo genitale, e gli e' stata riscontrata, inoltre, la presenza di un melanoma ad un arto e una osteonecrosi alla testa del femore. Mentre un altro caso riguarda un militare della provincia di Roma che ha operato nei poligoni sardi di Capo S. Lorenzo (Salto di Quirra) e Capo Teulada con l'incarico di ''sorveglianza al munizionamento del poligono'' e ha partecipato alle missioni di pace ''Joint Guardian'', svolgendo attivita' nelle vie di comunicazione fra la Bosnia e l'Albania (zona di frontiera colpita da armi all'uranio impoverito), e a cui e' stata riconosciuta la causa di servizio: ha ricevuto un indennizzo di 1.374 euro avendo perso un testicolo per aver contratto un tumore ''misto'' bifocale con impianto di una protesi.

''Quest'ultimo militare - ha sottolineato Accame - precisa che non ha potuto ottenere informazioni su cio' che e' dovuto in relazione al riconoscimento della 7/a cat. A e non ha saputo quindi quali aiuti e quali domande puo' fare. Il caso pone all'attenzione il problema dei riconoscimenti per 'i nostri ragazzi' colpiti da gravi infortuni.'

venerdì 16 settembre 2011

La Commissione di inchiesta convochi i servizi segreti

Il Presidente dell’Anavafaf ha chiesto al Presidente della Commissione Uranio Impoverito, Senatore R.G. Costa, di “audire” i responsabili dei Servizi Segreti in Somalia (ma anche in altre zone di operazioni riguardanti le operazioni di pace). Per la Somalia ha chiesto in particolare di “audire” i Comandanti Generale Carmine Fiore e Bruno Loi.

Numerosi militari hanno visto in Somalia (ma anche in altre successive operazioni) i militari Usa operare avendo adottando misure di protezione come tute, maschere, occhiali, mentre essi operavano senza alcuna misura di protezione. Se di questa situazione anomala si sono accorti dei semplici soldati (che ne hanno informato i superiori per le vie gerarchiche) è da ritenersi, a maggior ragione, che della presenza si sarebbero dovuti accorgere i Servizi Segreti operanti nella zona.

C’è anche da chiedersi se gli Usa hanno informato (come ovviamente doveroso) i nostri Comandi della presenza di armamenti all’uranio impoverito e della necessità conseguente di adottare misure di protezione. Già nelle due Commissioni Senatoriali precedenti non sono stati auditi né i responsabili dei Servizi né i Comandanti delle aree operative. In passato anche il Senatore Felice Casson (vedi comunicato APC del 6.12.07 dal titolo “Casson: ascoltare tutti i capi del Sismi dal 96 al 2006)” aveva auspicato questa audizione che però dovrebbe riguardare anche le operazioni del 92-94 (Somalia). E’ inaccettabile che non siano stati sentiti coloro che sono stati responsabili delle operazioni nelle quali i nostri soldati non hanno potuto adottare le necessarie misure per la protezione della salute.

Falco Accame

sabato 3 settembre 2011

Il caos sui risarcimenti e il rischio concreto di perdere i fondi assegnati alle vittime

La proposta della senatrice Poli Bortone cerca di trovare un “rimedio d’emergenza” (magari temporaneo) alla situazione veramente caotica dei risarcimenti così come si evince dalle ultime audizioni presso la Commissione Uranio.

Di recente, finalmente (e ci sono voluti 15 anni), il Ministero della Difesa (Previmil) e il Comitato di Verifica per la cause di servizio, dipendente dal Ministero dell’Economia, hanno dovuto riconoscere il gravissimo errore di aver negato i risarcimenti basandosi sul presupposto che dovesse esistere un nesso causale di CERTEZZA tra tumori e esposizione all’uranio impoverito, quando nell’ambito della giustizia civile sono stati riconosciuti, praticamente “da sempre”, risarcimenti in caso di tumori generati da radiazioni, sulla base della esistenza di un nesso di CONGRUA PROBABILITA’.

E’ successo insomma che in centinaia di casi i risarcimenti sono stati negati sulla base di una errata interpretazione del nesso di causalità. Ora dunque dovranno essere riesaminati tutti i suddetti casi di errato diniego ai risarcimenti. Inoltre avendo accettato, in modo del tutto illegale a parere dello scrivente, di ripartire la somma disponibile tra tutti gli aventi diritto (dimenticandosi che delle somme per i risarcimenti ad esempio 200.000 euro per la “speciale elargizione” previsti per legge) esige che siano noti tutti i nomi degli aventi diritto prima di poter procedere alla ripartizione.

Inoltre sono state avanzate un elevato numero di contestazioni per inadempimenti riguardanti la Legge 308/81 e il DPR 243/07. Sembra dunque assai improbabile che entro l’anno possa essere risolto il contenzioso ed è quindi probabile che la cifra stanziata per i risarcimenti vada persa. La proposta della senatrice Poli Bortone può alleviare qualche caso particolarmente grave. Qualora i risarcimenti, oggi bloccati, vengano concessi potrà essere sempre possibile decurtare le “compensazioni Bortone”dalla cifra complessiva.

Falco Accame

venerdì 2 settembre 2011

POLI BORTONE SCRIVE A COSTA, SOSTENERE EMENDAMENTO A FAVORE VITTIME

Un invito al senatore Rosario Giorgio Costa, presidente della Commissione di inchiesta sull’uranio impoverito, a convergere sull’emendamento alla manovra finanziaria relativo al riconoscimento di un contributo speciale per militari e civili morti o malati per possibile contaminazione da uranio impoverito.

Lo fa la senatrice Adriana Poli Bortone, presidente di Io Sud, all’indomani delle nuove denunce di militari malati nel leccese.Adriana Poli Bortone ha per questo scritto a Costa. “Approfittiamo di questa manovra finanziaria – dice la Poli - per convergere su questo obiettivo, riconoscendo i diritti di quei giovani che tanto hanno dato per affermare il valore della democrazia in Italia e nel mondo. Riconoscendo a Costa esperienza e sensibilità, siamo certi che vorrà prendere a cuore questa situazione e che farà di tutto per non far perdere 24 milioni di euro stanziati a suo tempo per risarcire le vittime”.

giovedì 1 settembre 2011

Ancora morti e malati. E i fondi della finanziaria 2008 sono a rischio

Ancora morti e malati per possibile contaminazione da uranio impoverito. Li denunciano l’Associazione Vittime Uranio e l’Associazione ruolo d’onore Carlo Calcagni.

Due i nuovi casi di malattia che riguardano altrettanti militari dell’Esercito della provincia di Lecce, di 24 e 28 anni. Entrambi stanno combattendo con il cancro in seguito al rientro da alcune missioni nei Balcani. Sono state, da tempo, inoltrate le richieste per il riconoscimento della causa di servizio, ma ad oggi ancora nessun esito.

Come aspetta ancora una risposta la famiglia di un maresciallo dei carabinieri, sempre della provincia di Lecce, deceduto circa un anno fa a causa di un cancro. L’uomo era stato in missione in Bosnia. I familiari non hanno voluto denunciare pubblicamente l’accaduto, ma ora pretendono giustizia.

Tutto questo mentre si fa sempre più tortuoso il percorso per l’ottenimento dei benefici previsti dal Dpr 37/2009 e si rischia concretamente di perdere oltre 24 milioni sui 30 che la legge finanziaria del 2008 aveva destinato alle vittime. Questo per l’eccessiva burocrazia degli apparati della Difesa. Per facilitare una minima forma di assistenza la senatrice di Io Sud Adriana Poli Bortone ha presentato un emendamento alla manovra finanziaria. Le associazioni hanno fatto perciò un appello ai parlamentari, invitandoli a sostenere l’emendamento.

F.P.

lunedì 29 agosto 2011

L'APPELLO AI PARLAMENTARI. "SOSTENERE L'EMENDAMENTO A FAVORE DELLE VITTIME"

Sostenere l’emendamento alla finanziaria presentato da Adriana Poli Bortone ed altri in merito ai risarcimenti per militari e civili malati o deceduti per possibile contaminazione da uranio impoverito. Lo chiedono a tutti i parlamentari l’Associazione Vittime Uranio, l’Anavafaf di Falco Accame, l’Associazione nazionale ruolo d’onore Carlo Calcagni, i portali Vittimeuranio.com e Grnet.it


IL TESTO

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S 2887

Conversione in legge del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo

Emendamento

Dopo l'articolo 12, inserire il seguente:

"Art. 12-bis

(Contributo aggiuntivo speciale)

  1. Agli appartenenti, ed ex appartenenti, alle Forze Armate e di Polizia, nonché al personale della Croce Rossa italiana e delle Ong nazionali, che hanno operato all’Estero nell’ambito di missioni internazionali svoltesi a partire dal 1990, o nei poligoni, nei depositi, e nelle officine militari, presenti sul territorio nazionale, lo Stato riconosce un contributo speciale di euro 20.000 in tutti quei casi in cui durante o dopo la missione o il servizio siano insorte gravi patologie, di carattere neoplastico, neurologico o genetico, e di euro 40.000 per i casi in cui le patologie in questione abbiano portato alla morte.
  2. Un elenco dettagliato delle patologie sarà contenuto in un Regolamento che sarà emanato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.
  3. Il contributo speciale è da ritenersi aggiuntivo ai benefici, risarcimenti, indennizzi, o altre forme di assistenza, già previsti da altre leggi. Il contributo viene inoltre riconosciuto ai civili residenti in un raggio di 5Km dai poligoni militari presenti sul territorio nazionale, nonché agli allevatori che hanno operato nelle aree circostanti ai poligoni presenti in Sardegna.

Conseguentemente, all'onere derivante dall'attuazione del presente comma si provvede mediante riduzione, fino al 5 per cento, a decorrere dall'anno 2011, delle dotazioni di parte corrente, relative alle autorizzazioni di spesa di cui alla Tabella C della legge 13 dicembre 2010, n. 220, i cui stanziamenti sono iscritti in bilancio come spese rimodulabili.

POLI BORTONE, CASTIGLIONE, FLERES, VIESPOLI


Motivazione
L’emendamento si propone di garantire un minimo di assistenza a tutti quei soggetti gravemente malati o deceduti che nonostante l’esistenza di alcune leggi (legge finanziaria 2006, legge finanziaria 2008 art. 2 commi 78 e 79, legge 308/81, legge 280/91, DPR 37/2009) non riescono ad ottenere nessun contributo dallo Stato perché è molto difficile dimostrare le cause che generano le loro malattie (ad es. casi di cancro dei reduci militari dalle missioni in Kossovo, Somalia, Iraq, Bosnia, Afghanistan, Libano ecc.) e quindi non ottengono nessun indennizzo e sono costretti a lunghe lotte contro la burocrazia. L’emendamento si propone quindi di facilitare l’accesso ad una forma minima di vicinanza dello Stato a queste persone.

sabato 27 agosto 2011

POLI BORTONE, EMENDAMENTO PER RISARCIRE MILITARI MALATI

“Vincolare una parte delle risorse che si stanno recuperando dal taglio dei costi della politica e dalla lotta agli sprechi al risarcimento dei militari italiani gravemente malati e ai familiari di quelli deceduti, anche a causa della possibile contaminazione da uranio impoverito o da altre sostanze dannose.” E’ quanto prevede un emendamento alla manovra finanziaria che sarà presentato da Adriana Poli Bortone, presidente di Io Sud.

“In Italia, - spiega la senatrice - come ricorda il sito Vittimeuranio.com, e per stessa ammissione del ministro della Difesa Ignazio La Russa, ci sono almeno tremila militari affetti da patologie neoplastiche dopo essere stati in missione all’Estero o dopo aver prestato servizio nei confini nazionali e quindi anche nei poligoni di tiro. La stragrande maggioranza di questi malati non ha ricevuto nessuna forma di assistenza e si trova a dover combattere oltre che con la malattia anche con una miriade di leggi e regolamenti che sembrano essere fatti apposta per negare un minimo riconoscimento perché si chiede di dimostrare il nesso di causalità e quindi il riconoscimento della causa di servizio. Cosa molto difficile quando si tratta di patologie come quelle tumorali. Quindi chiediamo che come condizione essenziale per ottenere i risarcimenti sia sufficiente l’essere gravemente malati. Questo mi sembra il minimo che si possa fare”.

"Ho un cancro a 28 anni. Voglio la verità su quel poligono e sulla mia malattia" La denuncia di una donna soldato

Salve, mi trovavo per caso in questo sito dopo una serie di ricerche sulla mia malattia. Mi presento, mi chiamo XXXXX e sono un caporal maggiore dell’Esercito Italiano. Ho 28 anni e da qualche mese ho scoperto di avere un linfoma di Hodgkin. Sono in cura presso l’ospedale oncologico di Cagliari. Per circa due anni e mezzo ho prestato servizio al poligono interforze di Perdasdefogu, e non nego che tutti i medici alla scoperta della mia malattia mi hanno chiesto proprio se fossi stata in quella zona. Ebbene si, in quella zona ci sono stata e sono stata anche a Teulada per delle esercitazioni, visto il mio incarico da missilista controcarri ho sparato
anche io i “famosi” missili che non ho ancora capito se sono tossici oppure no.
Alla luce di tutto questo ora vorrei delle risposte. Vorrei sapere se la mia malattia dipende dal lavoro che faccio e che ho fatto. Lotto con tutte le mie forze per combattere questa malattia ma voglio le mie soddisfazioni e le risposte che è giusto che io abbia. Spero che tra di voi ci sia qualcuno che mi possa aiutare.

Grazie per l’attenzione, XXXXXXXX

venerdì 19 agosto 2011

Sentenza Melis: lettera alla Commissione di inchiesta

Al Presidente della Commissione Uranio Impoverito

e ai componenti della Commissione

Il 13 agosto 2011 si è appreso della sentenza del Tribunale Civile di Cagliari che ordina al Ministero della Difesa di pagare un risarcimento di 584 mila euro per la morte del Caporal Maggiore Valery Melis. Si legge in merito sul quotidiano L’Unione Sarda che: “Valery Melis è morto per colpa dello Stato. E’ questa la verità scritta nero su bianco nella sentenza con cui il Tribunale di Cagliari ha condannato il Ministero della Difesa a risarcire i familiari del Caporal Maggiore di Quartu Sant’Elena (Ca), ammalatosi durante la missione nei Balcani e deceduto nel 2004 dopo una lenta agonia”. Secondo il giudice del Tribunale di Cagliari, Vincenzo Amato “Deve ritenersi che il linfoma di Hodgkin sia stato contratto dal giovane Valery Melis proprio a causa dell’esposizione ad agenti chimici e fisici potenzialmente nocivi durante il servizio militare nei Balcani, atteso che proprio i detriti reperiti nel suo organismo hanno ben più che attendibilmente causato alterazioni gravi delle cellule del sistema immunitario, come rilevato con frequenza di gran lunga superiore alla media per i militari rientrati dai Balcani. Nonostante fosse stato preavvertito da alto comando alleato, l’Esercito da un lato non aveva fornito alcuna informazione del pericolo e dall’altra non aveva adottato alcuna misura protettiva per la salute, così esponendo Valery Melis alla contaminazione”. Secondo il Tribunale quindi i vertici dell’Esercito sapevano che i Balcani erano “disseminati di minuscole polveri potenzialmente nocive provocate dall’esplosione di bombe e proiettili tra cui quelli all’uranio impoverito. Erano stati avvertiti dagli alleati che operavano in quelle terre martoriate da anni di guerra civile. Eppure non informarono del pericolo i propri militari mandati lì in missione di pace, né soprattutto – riferisce il quotidiano, fecero nulla per dotarli di protezione in grado di metterli al riparo dal rischio di contrarre malattie mortali”.

La sentenza del Tribunale Civile di Cagliari, che viene dopo la sentenza del Tribunale Civile in data 18 dicembre 2008 relativa al paracadutista G.B. Marica (1), deve fare profondamente riflettere: a) sulla pericolosità dell’uranio impoverito; b) sulla mancata informazione circa i rischi che il personale correva; c) sulla mancata adozione di misure di protezione specifiche (tute, maschere, guanti, occhiali) e dunque deve far riflettere sulle responsabilità connesse.

E’ bene tener presente che le prime misure di protezione da adottare per l’uranio impoverito sono, per quanto a nostra conoscenza, quelle inviate dagli Usa all’Italia il 20 dicembre 1984, seguono le norme emanate in Somalia dagli Usa il 14 ottobre 93 e poi le norme emanate da SACEUR il 2 agosto 1996 per le radiazioni a bassa intensità, per giungere poi alle norme emanate dalla KFOR ( la Forza Multilaterale nei Balcani) il 22 novembre 1999.

A suo tempo ai genitori era stata concessa una indennità di 258 euro al mese, una cifra che suscitò molte perplessità. Così come gravi perplessità suscitò anche l’assistenza che il Caporal Maggiore aveva ricevuto. Si legge in merito sul quotidiano L’Unione Sarda del 6 febbraio 2004 in un articolo dal titolo “Valery è rimasto solo fino alla fine”, che il fratello afferma: “Valery è rimasto solo fino all’ultimo, solo quando era già in coma, dopo 4 anni di inutili richieste l’Esercito ci ha messo a disposizione un aereo per trasferirlo negli Stati Uniti”. .

Si legge sul quotidiano La Nazione del 6 febbraio 2004 la dichiarazione del fratello: “Le istituzioni ci hanno abbandonato”, Non dissimilmente si legge sul quotidiano “Metro”: “Lo Stato mi abbandona”.

Valery Melis, 26 anni, il soldato malato di linfoma di Hodgkin aveva partecipato a 4 missioni nei Balcani. Ma non sono solo queste riflessioni sulla mancanza di cure da parte delle istituzioni e le mancate informazioni circa i rischi che correva il personale nei Balcani ed anche la mancanza di protezione, occorre anche riflettere sulle valutazioni espresse del Ministero della Difesa - Direzione Generale del Personale (e in particolare vedi il DGPM/20/463 in data 15 dicembre 2004) in cui viene negata la “speciale elargizione” in base alle Leggi 308/81 e 280/91.

Tale negazione viene basata sul fatto che il Melis ha prestato servizio nel ruolo di VOLONTARIO DI TRUPPA IN SERVIZIO PERMANENTE DELL’ESERCITO ITALIANO: si è trattato di un grave errore perché la “speciale elargizione” deve essere concessa non solo a personale di leva ma anche a quello volontario.

Si precisa, nel documento ministeriale, che la speciale elargizione non compete in base a quanto stabilito dalla Legge 308/81 in quanto il decesso si è verificato per una causa diversa da quella espressamente indicata dagli Art. 5 e 6 della legge medesima.

Si tratta di altri due gravi errori. Infatti non si è tenuto conto del fatto che durante il servizio il Melis ha svolto attività di vigilanza e di guardia alle infrastrutture militari dei reparti di cui faceva parte e quindi gli sarebbero dovuti i riconoscimenti previsti per le “vittime del dovere”.

Anche il DPR 243/2006 ribadisce che chi svolge attività di vigilanza alle infrastrutture deve essere considerato “vittima del dovere”. Tali risarcimenti sarebbero comunque dovuti perché sono stati riconosciuti alle vittime dell’amianto per il personale deceduto o che ha contratto infermità permanentemente invalidanti.

Il Melis doveva essere risarcito anche in base all’Art.6 della Legge 308, contrariamente da quanto affermato dal Ministero della Difesa in quanto il decesso è dovuto dalla infermità costituita dal tumore che lo ha portato in pochi anni alla morte. Il tumore è previsto tra le infermità da risarcire in base alla Legge 308 allegata (lesioni e infermità che danno diritto a pensione vitalizia e ad assegno rinnovabile: vedi punto 25 di detta Legge). Da notare che il caso Melis è del tutto analogo al caso Fabio Porru di cui al Foglio MDGREV/13354/ex 20, in data 11.4.2006 .

Lo scrivente ritiene che sui gravi errori che sono stati compiuti nella valutazione del caso Melis (così come purtroppo di moltissimi altri: esclusione dai risarcimenti del personale VOLONTARIO in spe), esclusione dai risarcimenti perché la voce infermità non è compreso insieme ai termini ferite e lesioni, pur procurando un tumore lesioni interiori e esteriori al corpo, vedi Art.5 Legge 308/81, esclusione dai risarcimenti e in particolare dalla categoria “vittime del dovere” vedi Art.6 Legge 308/81, non tenendo presente che tutti i militari svolgono attività di vigilanza e di guardia alle infrastrutture che debba essere svolta una accurata inchiesta. Si tratta di centinaia di casi erroneamente non risarciti.

Per quanto riguarda il personale che si reca all’estero è ovviamente sottoposto a maggiori rischi (basti pensare alle vaccinazioni straordinarie a cui è costretto) e maggiori fatiche e disagi rispetto alle normali attività addestrative svolte in patria (infatti percepisce una diaria superiore a quella del personale non in missione e gode di una specifica assicurazione).

Solo recentemente gravissimi errori interpretativi nelle Leggi sono stati corretti, ma ora occorre indagare sui gravissimi danni che questi errori hanno prodotto negli anni, a parte per quanto si riferisce per le vittime dell’uranio, la questione riguarda migliaia di casi per vittime di gravi infortuni nelle Forze Armate, a partire dal 69. Tema che riguarda più specificamente le Commissioni Difesa della Camera e del Senato. La questione è stata ampliamente illustrata nello studio dello scrivente “Errori del Parlamento, del Ministero Difesa e dello Stato Maggiore Esercito” inviato alle Commissioni del Parlamento.

Nota 2 – Condizioni di vita all’estero.

Maggiori rischi e disagi.

Scrive la figlia del Caporal Maggiore del carabiniere Giuseppe Bernardo, ammalatosi di un tumore al polmone e poi deceduto, che aveva prestato servizio a Serajevo nel 1995: “Spesso mi ha raccontato delle condizioni disastrose e disagevoli in cui erano a lavorare, oltre che a vivere (dormivano in una tenda sotto metri di neve con i topi che camminavano praticamente sulle loro gambe .. . . “

Falco Accame

Presidente Anavafaf

domenica 14 agosto 2011

SENTENZA MELIS: MANCATA ADOZIONE DI NORME PROTETTIVE. LA COMMISSIONE DI INCHIESTA ACCERTI LE CAUSE

Anche se ci sono voluti ben 7 anni per una valutazione del caso Melis da parte della magistratura, questa ora vi è stata ed ha messo in evidenza che, pur essendo noti i pericoli dell’uranio impoverito non vennero adottate le misure di protezione necessarie. Il pericolo era stato segnalato da molti militari italiani che già in Somalia (1992-94) avevano visto indossare ai militari USA (anche a 40 gradi all’ombra) tute pesanti e maschere ed avevano anche segnalato che i militari USA lavavano ogni sera le tute.

Così era accaduto anche in Bosnia dal 1995 in poi e di seguito in Kossovo. Le predette segnalazioni però non hanno dato luogo alla emanazione di misure di protezione. Tali misure (tute guanti, maschere, occhiali) erano state già rese note all’Italia dal 20 dicembre 84. Altra normativa è quella del 14 ottobre 93 emanata dagli USA in Somalia. Vi è poi la normativa del 2 agosto 1996 nei riguardi di radiazioni a bassa intensità emanata dal Comando alleato in Europa e quella del 22 novembre 99 emanata dalla KFOR, la Forza Multilaterale nei Balcani, a firma del colonnello Osvaldo Bizzari.

Potrà essere la Commissione di inchiesta del Senato ad appurare perché quanto sopra è potuto accadere. Certo è che l’adozione tempestiva del “principio di precauzione” avrebbe potuto evitare molte dolorose conseguenze.

Falco Accame

sabato 13 agosto 2011

Nuova condanna alla Difesa. Risarcimento per i familiari di Valery Melis

Il Ministero della Difesa dovra' risarcire 584 mila euro ai familiari di Valery Melis (foto), il militare originario di Quartu Sant'Elena (Cagliari) morto nel 2004 dopo una lunga malattia che lo aveva colpito al rientro da una missione in Kosovo. A stabilire il risarcimento, dopo che l'inchiesta penale era stata archiviata, e' stato il Tribunale civile di Cagliari che ha ritenuto responsabile l'Esercito perche' conosceva i rischi cui i soldati andavano incontro nelle missioni nei Balcani degli anni Novanta.

'Deve ritenersi - si legge nella sentenza scritta dal giudice Vincenzo Amato - che il linfoma di Hodgkin sia stato contratto dal giovane Valery Melis proprio a causa dell'esposizione ad agenti chimici e fisici potenzialmente nocivi durante il servizio militare nei Balcani, atteso che proprio i detriti reperiti nel suo organismo hanno ben piu' che attendibilmente causato alterazioni gravi alle cellule del sistema immunitario come rilevato con frequenza di gran lunga superiore della media per i militari rientrati dai Balcani'.

Per il risarcimento il giudice ha stabilito che lo Stato dovra' pagare 233.776 euro a testa ai genitori del militare e 55.444 ad ognuno dei due fratelli, piu' 23 mila euro di spese processuali.

Dura la critica del Tribunale civile verso l'Esercito: 'Nonostante fosse stato preavvertito da altro comando alleato - scrive il giudice Vincenzo Amato - non aveva fornito alcuna informazione del pericolo e dall'altro non aveva adottato alcuna misura protettiva per la salute, cosi' esponendo Valery Melis alla contaminazione'. Il militare mori' a 27 anni il 4 febbraio 2004 dopo aver a lungo combattuto contro il linfoma che lo aveva colpito: nel 1997 e nel 1999 aveva partecipato alle missioni in Albania e Kosovo, nel contingente internazionale schierato Balcani.

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Accogliamo con grande soddisfazione la notizia della nuova condanna inflitta alla Difesa in relazione al risarcimento per i familiari di Valery Melis, uno dei tanti militari, almeno 200, che hanno perso la vita per possibile contaminazione da uranio impoverito.La sentenza di Cagliari è la quarta sentenza di condanna in questo senso, quindi sulla vicenda si sta affermando una incoraggiante giurisprudenza, anche se solo nel campo civile. Adesso c’è da augurarsi che il Ministero della Difesa non si opponga alla sentenza anche in questo caso e che riconosca ai familiari del giovane militare morto quel che gli è dovuto. Al di là di chi trova il coraggio di intraprendere delle lunghe cause ci sono tantissimi ragazzi che continuano a soffrire nel silenzio. Si parla di almeno 1500 malati, sparsi in tutta Italia, in particolare al Sud. Che questa ultima sentenza serva a loro come un segnale, un invito a venire allo scoperto e a pretendere i diritti.

F.P.

martedì 12 luglio 2011

A Palermo muore un reduce dai Balcani

E’ morto ieri a Palermo il Caporal Maggiore Angelo Mazzola, guastatore dell’Esercito, che da 10 anni ha eseguito missioni di pace in vari paesi stranieri a partire dai Balcani. Ha operato purtroppo senza misure di protezione. Lascia la moglie e un bambino di 5 anni. E’ morto a Palermo dopo essere stato ricoverato all’ospedale della Maddalena. Il militare era affetto da un tumore al fegato che poi si è esteso ad altri organi. L’Anavafaf esprime il suo più profondo cordoglio alla famiglia.

Ora ha inizio l’iter per i risarcimenti in una situazione assai preoccupante perché vi sono oltre 400 casi in attesa di risposte sugli indennizzi. 2.536 casi furono segnalati dalla Sanità Militare nel 2007 alla Commissione Uranio impoverito del Senato. L’Anavafaf non può non rilevare la trascuratezza esistente nei riguardi dei “nostri ragazzi”. Così come a volte vengono chiamati i nostri militari. Nessuna responsabilità è mai stata ammessa circa la mancata adozione di misure di protezione.

C’è da aggiungere che la morte tra tante sofferenze per malattia contratta da uranio impoverito di un militare che ha preso parte per 10 anni a missioni di pace, passa del tutto ignorata a differenza di quanto accade per altri militari che magari sono morti per esplosione di un ordigno sempre nello svolgimento degli stessi compiti. E’ inaccettabile una tale differenza di trattamento tra militari ignorati e militari onorati. Purtroppo le ragioni sono facilmente intuibili.


Falco Accame

martedì 28 giugno 2011

Ancora due morti silenziose

Ancora morti e malati per possibile contaminazione da uranio impoverito. L’ultimo militare morto è G.P., 46 anni di Belluno, scomparso lo scorso 10 giugno. Da alcuni anni combatteva con un tumore alla testa. Oggi è il padre a chiedere giustizia. “Non ho nessuna mira economica - dice- chiedo solo che mio figlio venga riconosciuto come morto nell’interesse della Patria”. G.P. era un elicotterista dell’Esercito, in passato aveva partecipato ad alcune missioni nei Balcani ma ha operato anche nei poligoni della Sardegna. “Secondo il neurochirurgo di una clinica di Hannover che ha eseguito i due interventi su mio figlio - racconta l’uomo - la patologia era da mettere in relazione al servizio prestato”.

Il secondo caso di morte sospetta viene denunciato invece dal figlio di un militare, reduce dalla Bosnia e residente a Vasto (Chieti), scomparso nell’aprile scorso a causa di un tumore ai polmoni. “Mio padre – racconta F.Z. - è stato in Bosnia nel 97 e si è ammalato nel gennaio 2010. Dopo un anno e mezzo di chemioterapia e vari ricoveri in ospedale per complicazioni, il tumore lo ha distrutto facendolo morire.Lui era un marconista e mi raccontava che il suo lavoro consisteva nel fare scorte radio e scorte armate nei giacimenti di munizioni. Precisamente non so cosa succedeva lì, e nemmeno i soldati erano al corrente del materiale che trovavano e poi facevano esplodere. So solo che mio padre a 58 anni è morto”.

Viene da Gioia del Colle (Bari) infine la testimonianza di V.C., militare di 41 anni con alle spalle numerose missioni all’estero. “Nel settembre 2009 sono stato operato per un carcinoma papillare alla tiroide – racconta – Oggi sono ancora in attesa di una risposta da parte della Difesa alla quale ho presentato la domanda per il riconoscimento della causa di servizio nel gennaio del 2010”. Un’altra segnalazione riguarda un militare della provincia di Lecce, ma dice di aver “paura di venire allo scoperto”.

Intanto la procura di Lanusei continua ad indagare e la Commissione di inchiesta prosegue nell'audizione degli esperti. Se, come sostiene Umberto Veronesi, l'uranio impoverito è innocuo qualcuno spieghi a queste persone perché i loro familiari si ammalano e muoiono.

martedì 31 maggio 2011