Tracce di uranio impoverito sono state riscontrate nelle ossa e nei tessuti molli del cadavere di un militare reduce dai Balcani. Il caso riguarda Ludovic Acariès, soldato francese deceduto nel 1997 all’età di 27 anni per un linfoma non Hodgkin, ed è all’attenzione della giustizia francese in quanto i familiari hanno chiamato in causa, per far luce sulla morte, il Ministero della Difesa. Le analisi spettrometriche sono state effettuate nell’ottobre del 2010 in un laboratorio di Reims su mandato del Tribunale di Cergy-Pontoise che aveva disposto l’esumazione della salma.
Alcuni resti del corpo erano stati analizzati nel 2005 in Italia, ma in quell’occasione non erano state riscontrate tracce della sostanza incriminata, ma solo metalli pesanti come cromo e ferro.
Della vicenda si sta occupando l’associazione francese Avigolfe, fondata, tra gli altri, dal padre di Ludovic, ma anche l’Airpri. “Le notizie che arrivano dalla Francia – fanno notare dall’Associazione Vittime Uranio –potrebbero rappresentare una svolta nelle indagini dei vari organi competenti a cominciare dalla Commissione parlamentare di inchiesta”. “Queste analisi – commenta Falco Accame, presidente dell’Anavafaf - sono la dimostrazione che l’uranio impoverito c’è, e che contrariamente a quanto si dice, non si perde e che quindi si può riscontrare. In passato altre analisi italiane lo dimostrarono ma furono dopo qualche tempo smentite
dagli stessi autori”.
"Le analisi - spiegano infine dall'Aipri - confermano la presenza di particelle di metalli pesanti allungandone la lista ma contraddicono la categorica “assenza” di uranio impoverito da anni ostentata. Ne rilevano in effetti sia nei tessuti con una una media di 3,34 nanogrammo per grammo pari a 4,12E-5 Bq che nella ossa con una media di 0,76 nanogrammo per grammo pari a 9,37E-6 Bq. Segnalano inoltre la presenza di un altro elemento estraneo alla composizione atomica degli esseri umani come il tungsteno".