domenica 27 giugno 2010

Falco Accame scrive a Schifani: ricostituire la commissione di inchiesta

"Sono passati tre mesi dal via libera unanime del Senato" - Falco Accame, presidente dell'Anavafaf, Associazione nazionale italiana assistenza vittime arruolate nelle forze armate e famiglie dei caduti, ha inviato una lettera al presidente del Senato Renato Schifani per sollecitare la ri-costituzione della Commissione sull'uranio impoverito, ricordando che sono passati tre mesi dal via libera unanime del Senato e sottolineando la necessità di valutare anche i casi di malattia verificatisi in Somalia, esclusi dalla precedente Commissione.

Il 16 marzo 2010 - ricorda Accame nella Lettera - è stato dato il via libera unanime del Senato, alla istituzione di una Commissione Parlamentare d'inchiesta sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano, impiegato nelle missioni militari all'estero, a causa di uranio impoverito o altri fattori chimici. Ma - sottolinea il presidente dellAnavafaf - "sono passati tre mesi da questo annuncio, ma la Commissione ancora non è stata costituita e ciò nonostante esistessero varie proposte di legge in merito, tra cui quelle del Senatore Costa, del Senatore Casson, del Senatore Balboni. E sono passati più di due anni da quando la Commissione precedente, presieduta dalla Senatrice Menapace, ha cessato di esistere per via dell'interruzione della legislatura".

"Al 2006 - ricorda Accame - il numero dei militari ammalati, in base a quanto venne comunicato dalla direzione della sanità militare (ma oltre al personale delle Forze Armate si è ammalato anche altro personale) era superiore ai 2500. In particolare, dopo la chiusura della scorsa Commissione, sono stati presentati all'Istituto Superiore di Sanità di Roma, i dati raccolti nei distretti militari dalla polizia giudiziaria, come ordinato dalla precedente Commissione (e questi dati non sono stati ancora presi in considerazione)".

Inoltre "sono stati esclusi tutti i casi verificatisi in Somalia". "Si tratta di una situazione molto preoccupante per quanto riguarda la cura del personale militare (e non solo militare) inviato in zone di operazione dove sono state usate armi all'uranio impoverito e dove si sono verificate emanazioni di nano-particelle di metalli pesanti", aggiunge il presidente dell'Anavafaf, concludendo: "Tenendo anche conto dei gravi problemi sorti per il risarcimento delle vittime, problemi che richiedono una urgente soluzione, Le sarò vivamente grato di un Suo intervento al fine di dare finalmente corso alla preannunciata ri-costituzione della Commissione d'inchiesta".