domenica 19 settembre 2010

Il Tar della Campania condanna la Difesa. Riconosciuto il danno bilogico

Il Tar della Campania ha condannato il ministero della Difesa a risarcire il danno biologico ad un militare ammalatosi di tumore alla tiroide dopo essere stato in missione nei Balcani tra il 2000 e il 2002.

Durante la missione il soldato era stato esposto alle radiazioni dei proiettili all'uranio impoverito, utilizzati dalle forze Nato nella guerra in Kosovo del 1999. Il militare - si apprende - aveva gia' ricevuto l'equo indennizzo per l'infermita' da causa di servizio, ma si era visto negare il risarcimento per il danno biologico patito: per questo si era rivolto ai giudici amministrativi. Il Tar, dopo aver ribadito che la domanda di risarcimento rientrava pienamente nella giurisdizione amministrativa, in quanto la responsabilita' dell'amministrazione era ''correlata alla violazione dell'obbligo di tutelare l'integrita' fisica e la personalita' morale dei lavoratori dipendenti'', ha condannato il ministero della Difesa a risarcire il danno biologico sofferto dal militare.

Al via i lavori della Commissione di inchiesta

La commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito, composta da 21 senatori, che dovra'
indagare sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato nelle missioni all'estero, insediatasi il 4 agosto, ha iniziato lo scorso 15 settembre a Palazzo Madama i suoi lavori con l'elezione dei due vicepresidenti e dei segretari. Siamo al terzo tentativo da parte di una commissione d'inchiesta di trovare un nesso di causalita' tra l' uso dell' uranio impoverito nell' esercito e i casi di morte da tumore deimilitari impegnati nelle missioni all'estero.

Il presidente della commissione monocamerale, il senatore del Pdl Rosario Giorgio Costa, si occupa di questo tema fin dal 2005 quando era stato scelto dall'allora ministro della Difesa Antonio Martino ad occuparsi della materia come sottosegretario e ha seguito i lavori delle due commissioni parlamentari d'inchiesta che si sono succedute a partire da febbraio del 2005.

''Nella prima commissione - ha detto Costa - non e' stato possibile, nonostante la collaborazione di tanti scienziati, riuscire a stabilire un nesso di casualita' tra l'uranio impoverito e le patologie tumorali e anche nell'ultima commissione, presieduta dalla senatrice Lidia Menapace, non si riusci' a trovare le motivazioni delle neoplasie, pero' arrivammo a far riconoscere nell'ultima Finanziaria della precedente legislatura una regolamentazione secondo la quale a chi contrae le neoplasie e' riconosciuta la causa di servizio per il semplice fatto di aver preso parte alle missioni di pace''.

Il problema, dunque, come osserva Costa ''rimane irrisolto'', ed e' stato necessario istituire nuovamente la commissione d'inchiesta la cui funzione, spiega il presidente della
commissione e' ''innanzitutto quella di periscopio: vale a dire di costante presenza in modo che chiunque abbia timori o patologie abbia l'opportunita' di potersi rivolgere a un organo super partes parlamentare che segue l'evoluzione dell'argomento''. ''L'obiettivo della commissione - sottolinea Costa - e' quello di riuscire a stabilire qual e' il comportamento che bisogna tenere da parte di chi organizza e di chi partecipa alle missioni di pace affinche' non si contraggano patologie cosi' gravi''.