Le vittime sono uomini di eta' fra i 37 e i 50 anni, morti al 95% di cancro. ''Non passa giorno che la nostra organizzazione non perda uno dei suoi componenti'', ha detto al giornale il presidente dell'Associazione dei veterani di guerra Dusan Nikolic. Ai primi posti fra le cause di morte, ha precisato, figurano il cancro all'intestimo, all'esofago, ai polmoni, pochi i casi di infarto.Il quotidiano belgradese cita anche le ricerche effettuate al riguardo dall'autorevole Istituto specialistico sanitario 'Batut', secondo cui nei bombardamenti Nato sulla Serbia (dal 23 marzo al 10 giugno 1999) furono lanciate 15 tonnellate di uranio impoverito, e come conseguenza di cio' sarebbero morte finora 40 mila persone.
La Nato intervenne nella primavera del 1999 per indurre l'allora leader serbo Slobodan Milosevic a porre fine alla politica di repressione e di pulizia etnica nel Kosovo a maggioranza albanese. Dopo 78 giorni di pesanti bombardamenti, con migliaia di vittime e profughi e pesanti distruzioni, Milosevic accetto' di ritirare le sue truppe dal Kosovo, che fu posto sotto il controllo internazionale. Il 17 febbraio 2008 Pristina si autoproclamo' infine indipendente dalla Serbia, con un atto sostenuto dalla maggioranza dei Paesi occidentali che Belgrado rifiuta invece di riconoscere come legittimo. (ANSA).