Roma, 8 gen. - "Quanti sono? Non ha importanza il numero. Un solo militare morto o ammalato per danni ricevuti dall'aver maneggiato o per essere entrato in contatto con uranio impoverito e' gia' uno di troppo e il numero non aggiunge ne' toglie nulla all'ingiustizia dei fatti". Lo afferma Lidia Menapace, di Prc e gia' presidente della Commissione d'inchiesta di sugli effetti dell'uranio impoverito, che, in una nota, chiede di essere ascoltata dalla commissione Difesa del Senato.
Menapace vuole infatti "passare le consegne e spiegare il cammino che ha percorso la commissione da me presieduta nella scorsa legislatura e la direzione verso cui era indirizzata".
Siccome "il lavoro della commissione Uranio non e' stato concluso e non si parla di rinnovare la stessa commissione, credo- sostiene- sia compito della commissione Difesa, che e' permanente e funziona, continuare l'indagine".
E questo perche', afferma Menapace, "se attraverso precise indagini mediche si scopre che la percentuale di ammalati di forme tumorali specifiche e' pari a quella della popolazione nel suo complesso, questo basta gia' a denunciare una preoccupante gravita' del fenomeno". Secondo l'ex senatrice "basta paragonare i dati generali con quelli di una porzione percentualmente contabile e composta di persone giovani, sane, particolarmente prestanti per forza ed efficienza psicofisica, per capire che qualcosa non va".