lunedì 19 gennaio 2009

Uranio: a "L'Altra Inchiesta" parlano le vittime. Dopo la condanna al Ministero della Difesa

Dopo la puntata del 27 Marzo del 2008 "L'Altra Inchiesta" (foto) dell'emittente televisiva di Lazio e Umbria Retesole ritorna sul tema dell'uranio impoverito e delle sue presunte vittime. 160 militari italiani morti e 2.500 feriti, secondo i più recenti dati. Una nuova speranza per chi in tutti questi anni ha sofferto nel silenzio giunge da una recente sentenza del Tribunale civile di Firenze che ha condannato il Ministero della Difesa al risarcimento di 545mila euro ad un reduce dalla Somalia ammalatosi dopo la missione Ibis.

Ospiti in studio: Falco Accame, presidente dell'associazione delle vittime Anavafaf, già presidente della Commissione Difesa della Camera e la madre di Riccardo Grimaldi, militare della Provincia di Roma morto nel 2004.

Nel corso della trasmissione andrà in onda il documentario denuncia sulle mancate protezioni ai militari "Erano sani e forti. E sono morti" a firma di Francesco Palese.

La puntata si potrà seguire in diretta streaming Martedi 20 Gennaio e Venerdi 23 Gennaio a partire dalle ore 21.10 CLICCANDO QUI.

lunedì 12 gennaio 2009

Il Tribunale di Firenze obbliga il Ministero della Difesa a risarcire un malato con 545mila euro. Si riaccende la speranza in molti di avere Giustizia

Storica sentenza, il 17 Dicembre 2008, del Tribunale di Firenze che obbliga il Ministero della Difesa a risarcire con la somma di 545mila euro per il danno non patrimoniale subito dal militare di Orbetello (Grosseto) Giambattista Marica, affetto da un linfoma e vittima di possibile contaminazione da uranio impoverito. Il paracadutista si era ammalato dopo la missione IBIS in Somalia

Di seguito alcuni passi salienti della sentenza.

“Deve concludersi che, nel caso in discorso, vi sia stato un atteggiamento non commendevole e non ispirato ai principi di cautela e responsabilità da parte del Ministero della Difesa, consistito nell’aver ignorato le informazioni in suo possesso, già da lungo tempo, circa la presenza di uranio impoverito nelle aree interessate dalla missione ed i pericoli per la salute dei soldati collegati all’utilizzo di tale metallo, nel non aver impiegato tutte le misure necessarie per tutelare la salute dei propri militari e nell’aver ignorato le cautele adottate da altri Paesi impegnati nella stessa missione, nonostante l’adozione di tali misure di prevenzione fosse stata più volte segnalata dai militari italiani.

Il Ministero della Difesa sapeva dunque, doveva ed era tenuto a sapere avendone l’obbligo giuridico, dell’uso di ordigni all’uranio impoverito, della sua pericolosità e dei rischi ad esso collegati, e doveva conseguentemente ispirare la propria azione ai principi di cautela e protezione, nella salvaguardia del personale inviato col contingente italiano, da pericoli incombenti e diffusi, ulteriori e diversi dall’ineliminabile rischio insito nel “mestiere di soldato”, in quel precipuo teatro di guerra, come si è detto connotato da forte presenza di sostanze nocive ed idonee ad innescare, su un numero indeterminato di persone, per le notizie al tempo già disponibili, processi eziopatogenetici”.

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Assistenza legale vittime

STUDIO LEGALE Bruno Ciarmoli
Per informazioni: 080/52.47.542

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URANIO: AVVOCATO CIARMOLI, BENE RISARCIMENTO 545MILA EURO

ORA GIUSTIZIA RECENTE SENTENZA FARA' DA APRIPISTA A VITTIME PUGLIESI

Bari, 13 gen. - (Adnkronos) - "La recente sentenza del Tribunale di Firenze che ha condannato il ministero della Difesa a risarcire con 545mila euro un militare toscano affetto da un linfoma dopo una missione all'estero, vittima di possibile contaminazione da uranio impoverito, e' un importante apripista che consentira' ai numerosi militari pugliesi e non solo che vivono lo stesso dramma di avere finalmente giustizia". Lo dichiara l'avvocato Bruno Ciarmoli del Foro di Bari, che da alcuni anni assiste diversi malati e familiari di vittime anche attraverso il sito di denuncia e contatto 'vittimeuranio.com'. "La Puglia - spiega Ciarmoli - e' in assoluto la regione italiana che ha pagato con il maggior numero di militari deceduti il prezzo di questa assurda guerra. Sono infatti sei i morti. Tre in provincia di Lecce, Andrea Antonaci scomparso nel 2000, Alberto Di Raimondo (2005), Giorgio Parlangeli (2007). E poi ricordiamo Roberto C. della Provincia di Taranto, morto nel 2007, Crescenzo D'Alicandro della Provincia di Brindisi, scomparso nel 1996, e il militare della Provincia di Foggia Corrado Di Giacobbe, morto nel 2001". "Almeno altrettanti - conclude - sono i malati, tra cui Carlo Calcagni di Guagnano e Luca Giovanni Cimino di Copertino che ha chiesto di essere indennizzato dopo aver scoperto un tumore osseo in seguito al servizio prestato nel Poligono di Torre Venere, sempre in Provincia di Lecce". (Maf/Ct/Adnkronos) 13-GEN-09 15:12 NNNN


MENAPACE (PRC): LA COMMISSIONE DIFESA CONTINUI L'INDAGINE

Roma, 8 gen. - "Quanti sono? Non ha importanza il numero. Un solo militare morto o ammalato per danni ricevuti dall'aver maneggiato o per essere entrato in contatto con uranio impoverito e' gia' uno di troppo e il numero non aggiunge ne' toglie nulla all'ingiustizia dei fatti". Lo afferma Lidia Menapace, di Prc e gia' presidente della Commissione d'inchiesta di sugli effetti dell'uranio impoverito, che, in una nota, chiede di essere ascoltata dalla commissione Difesa del Senato.

Menapace vuole infatti "passare le consegne e spiegare il cammino che ha percorso la commissione da me presieduta nella scorsa legislatura e la direzione verso cui era indirizzata".
Siccome "il lavoro della commissione Uranio non e' stato concluso e non si parla di rinnovare la stessa commissione, credo- sostiene- sia compito della commissione Difesa, che e' permanente e funziona, continuare l'indagine".

E questo perche', afferma Menapace, "se attraverso precise indagini mediche si scopre che la percentuale di ammalati di forme tumorali specifiche e' pari a quella della popolazione nel suo complesso, questo basta gia' a denunciare una preoccupante gravita' del fenomeno". Secondo l'ex senatrice "basta paragonare i dati generali con quelli di una porzione percentualmente contabile e composta di persone giovani, sane, particolarmente prestanti per forza ed efficienza psicofisica, per capire che qualcosa non va".

DUE MILITARI MALATI IN VENETO

ROMA, 2 GEN - Due nuovi casi di militari malati di tumore per presunta contaminazione da uranio impoverito: li segnala l'Anavafaf, un'associazione che assiste i familiari delle vittime arruolate nelle Forze armate, che ha condotto una propria 'indagine' in Veneto 'sulla base di segnalazioni di 'radio fante''.

I due casi, afferma Falco Accame, presidente dell'Anavafaf, sono stati registrati in provincia di Verona e in provincia di Padova e riguardano militari che avevano operato nei Balcani.
Secondo Accame, poi, 'i Paesi che hanno utilizzato le armi all'uranio gettate nell'Adriatico rientrando ad Aviano da missioni nei Balcani', dovrebbero 'contribuire a risarcire quei militari che si sono ammalati in seguito alle operazioni di brillamento con cariche esplosive'.

Ad avviso dell'Anavafaf, 'il personale addetto era privo di misure di protezione', almeno per quanto riguarda le armi finite nel mare di Chioggia e 'non si sa - aggiunge - se analoghe procedure siano state messe in atto nel mare in prossimita' di Gioia del Colle, altra base da cui sono partiti e rientrati aerei operanti nei Balcani'. Secondo Accame, infine, 'non si sa neppure se sono state eseguite misurazioni dell'inquinamento delle acque'.