L'associazione chiede anche ''se le misure di sicurezza attualmente vigenti prevedano, come accaduto con l'intervento nei Balcani, che gli aerei di ritorno alle basi italiane dopo i bombardamenti in Libia, debbano 'sganciare' in mare gli ordigni non utilizzati, provocando quindi la contaminazione dei fondali marini e del relativo ecosistema. Nel corso della missione nei Balcani - ricorda l'associazione - furono sganciate bombe dagli aeri della Nato nell'alto Adriatico, nelle fasi di rientro nella base di Aviano (Pordedone), e nel basso Adriatico nelle fasi di rientro alla base di Gioia del Colle (Bari)''.
''Insomma - conclude la nota - qual e' il prezzo che i territori interessati dalla presenza delle basi e il nostro personale militare dovranno pagare?''