E’di ieri la notizia della AFP che 22 missili Tomahawk sono stati sparati su obbiettivi libici portando a 214 il numero totale dei missili da crociera utilizzato dall’inizio delle operazioni. Sono stati inoltre condotti raid aerei con aerei A 10 e Harrier dotati di armamento all’uranio impoverito. La Legge Finanziaria 2008 (Art.2 commi 78 e 79) sancisce la pericolosità delle armi all’uranio che possono provocare gravi malattie tra cui tumori nei prossimi anni. Il Ministro della Difesa, On. La Russa, dette comunicazione di quanto sopra alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il 22 dicembre 2008.
I libici non dispongono di idonee misure di rilevazione delle radiazioni e ancor meno di misure di protezione idonee tra cui maschere con filtri adeguati per la popolazione. I missili Tomahawk portano ciascuno all’incirca 300 Kg di uranio impoverito. Dunque oltre 60 tonnellate di uranio impoverito sono state gettate sulla Libia senza nemmeno alcun avvertimento per la popolazione. Ciò a parte i proiettili all’uranio lanciati dagli aerei A 10 e Harrier, di cui però non si conosce il numero delle missioni eseguite.
Incredibile ma vero il vice Ammiraglio USA William Gortney, portavoce del Pentagono, ha dichiarato di non sapere (conferenza stampa del 25 marzo) se i missili contengono uranio impoverito. Cosa già nota anche nel 1995 quando vennero impiegati oltre 100 di tali missili nei Balcani. Anche nel mandato all’Alleanza Atlantica è specificato il compito di “proteggere i libici”. C’è da chiedersi se all’Ammiraglio italiano che, messo al Comando della flotta di coalizione NATO, siano state impartite disposizioni per non usare armi che, all’opposto della protezione, per i cittadini libici, ne provochino la morte negli anni a venire
Falco Accame