mercoledì 1 febbraio 2012

Troppe lacune nella Relazione intermedia della Commissione di inchiesta

Grande delusione desta la lettura della molto annunciatarelazione intermediadella Commissione d’Inchiesta Uranio Impoverito e sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano. Da rilevare, in particolare, la diversità di valutazioni rispetto a quelle espresse da Tribunali civili che hanno censurato nettamente gravi errori che sono stati commessi.

Tra le lacune rilevate vi sono le seguenti riguardanti: a) la mancata individuazione del numero complessivo delle vittime e quindi dell’entità del fenomeno (non si sa neppure se si tratti di centinaia o migliaia di vittime) con particolare riferimento alla non identificazione di bambini nati con malformazioni; b) la mancata individuazione di responsabilità circa l’adozione di misure protettive e la mancata diffusione dell’informazione sui rischi imprevedibili da “fuoco amico”; c) la mancata rilevazione di armi all’uranio impoverito (10 mila proiettili che sono sfuggiti all’attenzione in Bosnia); d) il mancato ritrovamento di uranio impoverito in corpi di vittime; e) l’errato diniego di risarcimenti in numerosissimi casi; f) la mancata effettuazione di bonifiche nei poligoni con particolare riferimento a quelli della Sardegna; g) il fallimento del monitoraggio e degli studi di settore compiuti; h) la mancata individuazione dei responsabili di vaccinazioni condotte in modo improprio (e numerose altre questioni).

Falco Accame 

P.S. Specificazioni delle carenze

1. Non è stato individuato il numero dei casi di persone gravemente ammalatesi per possibile contaminazione da uranio impoverito (e altri fattori). Resta enorme l’incertezza dell’entità quantitativa del fenomeno che è passata dai 28 casi della Commissione Mandelli, ai 312 annunciati dal Ministro pro-tempore Parisi, ai 2536 specificati nel 2007 dalla Sanità Militare (dati peraltro riguardanti solo i militari in servizio e non i civili e militari in congedo). In particolare non è stato individuato il numero dei casi di bambini nati con malformazioni.

2. Non sono state individuate le responsabilità in relazione: a) alle mancate informazioni al personale circa il pericolo da “fuoco amico” (uranio & C.), b) alla mancata attuazione di misure di protezione; c) alla mancata informazione al personale dipendente da parte dei distretti militari ed enti consimili sulla normativa esistente per i risarcimenti e sui termini di scadenza delle domande (causa del fatto che moltissime persone non hanno chiesto in tempo debito i risarcimenti).

3. Non è stato chiarito il perché non sia stata effettuata la bonifica in profondità nei poligoni (proiettili interrati), ma solo la bonifica in superficie lasciando così nei poligoni zone a grave rischio di inquinamento e non sono state trattate le problematiche relative ad uccisioni di bestiame e macelleria nei poligoni e alla individuazione dei pozzi inquinati.

4. Non sono state applicate misure di protezione per il personale di bonifica e sgombra-bossoli nei poligoni e perché non si sia potuta effettuare la bonifica di intere aree in Sardegna, come quella di Porto Scuso, aree rimaste permanentemente interdette e ad alto rischio.

5. Non è stata realizzata da parte del Cisam (nuclei NBC) la localizzazione dei 10 mila proiettili all’uranio impoverito lanciati in Bosnia, fatto che ha inciso sulla sicurezza del personale.

6. Non è stato individuato il perché non è stato ritrovato l’uranio impoverito in corpi di militari mentre ciò è stato possibile ad esempio in Francia.

7. Non è stato completato il monitoraggio previsto per i reduci, stabilito dalla Commissione Mandellli e dall’accordo Stato-Regioni, creando così gravi carenze nella conoscenza complessiva del fenomeno.

8. Non sono state fornite informazioni circa i risultati delle ispezioni ordinate dalla Commissione d’Inchiesta alla Polizia Giudiziaria nella scorsa legislatura (da effettuare nei distretti per l’accertamento di altri casi di malattia in precedenza non emersi).

9. Non sono stati spiegati i motivi del diniego del risarcimento della “speciale elargizione” di circa 200 mila euro nei riguardi di personale deceduto e ammalato (che peraltro, in alcuni casi del tutto consimili, è stato eseguito).

10. Non è stato o individuato il personale sanitario che ha somministrato in modo erroneo vaccini ai militari e non è stato ammonito.

11. Non è stato spiegato il perché nei risarcimenti è stata presa in considerazione solo la condizione di “causa di servizio” e non la condizione di “permanenza in servizio”, stabilita dalla L. 308/81 e non è stato sanzionato chi ha commesso gravi errori di valutazione.

12. Non è stato chiarito il perché possano continuare a sussistere opposte valutazioni sulla pericolosità delle nanoparticelle (tali particelle sono state considerate come pericolose nella Legge Finanziaria 2008, e invece sono state considerate come non pericolose dalla Sanità Militare (v. Conferenza presso il CNR del 2 ottobre 2011) e ciò ha creato grande incertezza nel conferimento dei risarcimenti.

13. Non è stato chiarito il perché del risultato del tutto deludente del piano Signum (che anzi è stato segretato) e che era stato presentato come un evento di rilevanza epocale.