mercoledì 28 ottobre 2009

"Sto perdendo mio figlio, malato terminale a 26 anni". Il dolore di una madre, che chiede verità

Sono la mamma di un ex militare di 26 anni che ha svolto il servizio al poligono di Capo Teulada dal 2001 al 2002 e adesso si trova ricoverato in un centro di malati terminali all’istituto Hospice di Cagliari. Mio figlio, che era un tiratore scelto, sta combattendo con un tumore maligno del quarto grado denominato Gliomatosis Cerebry.

Il dubbio che la malattia sia dovuta al servizio svolto, e ad una possibile contaminazione da uranio impoverito, mi è venuto fin dal primo accertamento fatto all'ospedale Brotzu, sempre a Cagliari, quando i medici hanno parlato di una lesione cerebrale grave, causata da inalazioni. Non riesco a darmi una spiegazione a tutto ciò, chiedo solo di sapere la verità sul perché sto perdendo mio figlio.
P.C.

Al nostro blog si è rivolto anche A.D., ex militare di Rimini di 35 anni, che ha prestato servizio nei poligoni del Salto di Quirra e di Capo Teulada, sempre in Sardegna. “L’anno scorso - ha scritto - mi è stato rimosso un tumore benigno e quest'anno mi e' stato diagnosticato il diabete. Infine mio figlio di quattro anni ha problemi di autismo”. “Il poligono - ha raccontato - era pieno di bossoli, impossibile non maneggiarne qualcuno, anche solo per fare qualche foto sui rottami di un vecchio carro distrutto. Inoltre girando con i fuoristrada tutto il giorno per i poligoni la sera avevamo respirato veramente tantissima polvere e terra”.

martedì 27 ottobre 2009

Scadenza dei termini per le domande sui risarcimenti

Il prossimo 7 Novembre scade il termine per la presentazione delle domande per beneficiare dei risarcimenti per le vittime da possibile contaminazione da uranio impoverito.


PER INFORMAZIONI E ASSISTENZA:

STUDIO LEGALE Bruno Ciarmoli - tel. 080/52.47.542

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Alle vittime sono destinati 30 milioni di euro. Lo scorso 6 maggio è infatti entrato in vigore il Decreto del Presidente della Repubblica n. 37 del 3 Marzo 2009, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 22 Aprile 2009. Con questo decreto è stato emanato il regolamento di attuazione della legge numero 244 del 24 dicembre 2007 che definisce i termini e le procedure per la presentazione delle domande e il riconoscimento del danno per esposizione ad uranio impoverito.

La legge prevede che possono godere del risarcimento i militari in servizio o in pensione che, a partire dal 1 gennaio 1961, abbiano usato o custodito munizionamento con uranio impoverito, sia in zone di missione o di operazione all’estero, che in poligoni di tiro o depositi in Italia, e civili che abbiano volontariamente prestato la loro opera all’estero in zone di missione militare e cittadini italiani che siano venuti a contatto con munizionamenti o risiedono e abitano vicino a poligoni di tiro o depositi. Naturalmente hanno diritto anche i familiari di militari scomparsi, coniuge e figli, ma stranamente non i genitori.

Positivo il commento dell'avvocato Bruno Ciarmoli, del Foro di Bari, che assiste diversi familiari, secondo il quale "dopo la sentenza dello scorso dicembre che ha condannato il Ministero della Difesa al risarcimento di oltre 500mila euro nei confronti di un militare toscano, si fa un ulteriore passo avanti verso la verità e il riconoscimento di diritti sacrosanti."

giovedì 8 ottobre 2009

"Senza protezioni nel poligono di Torre Veneri".

Mi chiamo XXXXX ed ho 33 anni.

Vi scrivo per raccontarvi la mia storia. Nel gennaio 2002 mi e' stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin, dopo molti mesi di cura, tra cui chemioterapia e radioterapia, il tumore sembrava in remissione. Nel maggio 2009 pero' ho avuto una recidiva che sto curando attualmente all' ospedale San Gerardo di Monza. Documentandomi sul nesso tra poligoni militari e uranio impoverito ho avuto un grandissimo dubbio sulle cause che hanno provocato la mia malattia.

Questo dubbio nasce dal fatto che io dal 1997 al 1998 ho prestato servizio di leva per 9 mesi come carrista nel poligono di Torre Veneri in provincia di Lecce. In quel periodo ho effettuato varie esercitazioni maneggiando munizioni ed armi di vario tipo. Tra le varie testimonianze riportate sul vostro blog la cosa comune tra le tante vittime e' proprio quella di aver maneggiato munizionamento etc. senza le dovute protezioni.

mercoledì 7 ottobre 2009

“Un tumore ha ucciso mio figlio di 30 giorni”

Un militare della provincia di Cagliari denuncia la morte del figlio, trenta giorni dopo la nascita. Lo fa scrivendo una lettera al nostro blog. “Il piccolo - scrive il militare - era nato con un tumore ed è morto subito dopo l’operazione di asportazione del Neuroblastoma. Un bellissimo bambino, avuto dopo aver per lungo operato nel Poligono sperimentale di Salto di Quirra in Sardegna”. I fatti si riferiscono ad alcuni anni fa, ma solo adesso, il sottufficiale ha deciso di renderli noti.

Al sito si è rivolto anche un militare della provincia di Cremona. “Dopo l’asportazione del tumore maligno che mi avevano riscontrato, - scrive - ho fatto analizzare i tessuti dove hanno riscontrato la presenza di ferro, titanio, rame, zinco e piombo”. A raccontare la sua storia, infine, un militare che ha prestato servizio nel poligono di Torre Veneri, in provincia di Lecce. “Sto combattendo contro un linfoma di Hodgkin - scrive il ragazzo di 33 anni - nel poligono ho effettuato varie esercitazioni, maneggiando munizioni ed armi di vario tipo, senza nessuna forma di protezione”.

giovedì 17 settembre 2009

Interrogazione parlamentare sulla nostra ultima denuncia

ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03994
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16Seduta di annuncio: 213 del 14/09/2009

Firmatari
Primo firmatario: TURCO MAURIZIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 10/09/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
BERNARDINI RITA
PARTITO DEMOCRATICO
10/09/2009
BELTRANDI MARCO
PARTITO DEMOCRATICO
10/09/2009
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA
PARTITO DEMOCRATICO
10/09/2009
MECACCI MATTEO
PARTITO DEMOCRATICO
10/09/2009
ZAMPARUTTI ELISABETTA
PARTITO DEMOCRATICO
10/09/2009

Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DELLA DIFESA Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 10/09/2009
Stato iter: IN CORSO

Atto CameraInterrogazione a risposta scritta 4-03994 presentata da
MAURIZIO TURCO lunedì 14 settembre 2009, seduta n.213
MAURIZIO TURCO, BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -

Al Ministro della difesa.

Per sapere - premesso che: una nota diffusa in data 4 settembre 2009, dall'agenzia di stampa ANSA (ore 17:21), riporta la notizia secondo la quale vi sarebbe un nuovo caso di possibile contaminazione da uranio impoverito ai danni di un ex militare in Sardegna; nella nota di agenzia si legge «Il ragazzo, 31 anni, della provincia di Cagliari ha scoperto di avere un linfoma di Hodgkin dopo aver prestato servizio, tra il 1999 e il 2000, nel poligono di Teulada, sempre in Sardegna. Qui è stato impegnato, tra l'altro, a raccogliere bossoli, dopo le esercitazioni, senza nemmeno un guanto e in totale assenza di qualsiasi altra misura di protezione contro l'uranio impoverito». La Sardegna è la regione italiana a contare il maggior numero di soldati deceduti per presunta contaminazione. Secondo il blog Vittimeuranio.com sarebbero almeno dieci» -: quanti sono attualmente i casi di militari italiani, deceduti o ancora in vita, suddivisi per Forza armata di appartenenza, che hanno denunciato l'insorgenza di patologie per le quali non è possibile escludere l'esistenza di una connessione con l'uso di munizionamento contenente uranio impoverito o la dipendenza da causa di servizio, o per fatti comunque riconducibili all'attività di servizio prestata alle dipendenze dell'amministrazione militare; quali i provvedimenti adottati dal Ministro interrogato per il riconoscimento del danno biologico e morale subito dai predetti militari e quali provvedimenti di carattere risarcitorio concessi che sono stati fino ad oggi concessi. (4-03994)

venerdì 4 settembre 2009

Nuovo caso in Sardegna. Linfoma ad ex militare. Raccoglieva bossoli a mani nude nel poligono di Teulada

Nuovo caso di possibile contaminazione da uranio impoverito ai danni di un ex militare in Sardegna. Lo denuncia l'avvocato Bruno Ciarmoli al quale il giovane si è rivolto per avere assistenza attraverso il blog Vittimeuranio.com, che da anni segue la vicenda.
"Il ragazzo, 31 anni, della provincia di Cagliari - spiega il legale - ha scoperto di avere un linfoma di hodgkin dopo aver prestato servizio, tra il 1999 e il 2000, nel poligono di Teulada, sempre in Sardegna. Qui è stato impegnato, tra l'altro, a raccogliere bossoli, dopo le esercitazioni, senza nemmeno un guanto e in totale assenza di qualsiasi altra misura di protezione contro l'uranio impoverito".

Si allunga così la scia dei casi sospetti che giungono dai poligoni militari soprattutto sardi. E proprio la Sardegna è la regione italiana a contare il maggior numero di soldati deceduti per presunta contaminazione. Secondo il blog Vittimeuranio.com sarebbero almeno dieci. Si tratta di Giuseppe Pintus (1994), Salvatore Vacca (1999), Antonio Vargiu (2001), Fabio Porru (2003), Valery Melis (2004), Gianfranco Floris (2004), Gianni Faedda (2002), Filippo Pilia (2002), Maurizio Serra (2004), Luciano Falsarone (2004). Secondo il Gruppo Operativo Interforze della Sanità Militare, infine, in Italia sarebbero 250 i morti e 1991 i malati.