Aggiungendo, inoltre, che “le citate risultanze sono state formalmente comunicate dal Ministero della Difesa al Parlamento a seguito di uno specifico sindacato ispettivo” e che “il Sottosegretario di Stato, rispondendo ad un’analoga interrogazione parlamentare, ha sottolineato che alle stesse conclusioni è giunta anche la componente tecnico-sanitaria di UNIFIL, che opera in Libano ai fini della valutazione del rischio ambientale”. Quindi, nessun pericolo di contaminazione per i nostri militari in missione.
A presentare l'interrogazione era stata, lo scorso 25 Ottobre, la deputata dei Verdi Tana De Zulueta. La risposta è relativa invece al 9 Novembre, quando ancora non era noto lo studio di alcune Ong inglesi ripreso dall'ultima inchiesta di Rainews24, sulle tracce di uranio riscontrate nel filtro d'aria di un'ambulanza operante nella zona di Beirut.
Intanto nuovo stop alla partenza della nuova Commissione parlamentare di inchiesta. Lo scorso 24 Gennaio doveva essere la data per la prima convocazione da parte del Presidente del Senato Franco Marini. In quella sede si sarebbe dovuto procedere all'elezione della senatrice di Rifondazione Comunista Lidia Menapace alla carica di Presidente, ma ciò non è avvenuto, ed il tutto è stato nuovamente rimandato a data da destinarsi.
Ci sarebbero – da quanto è apparso su alcuni organi di stampa – forti resistenze da parte di Alleanza Nazionale, proprio sul nome della Menapace. Ma non solo. Sembra infatti che anche alcuni esponenti dei Democratici di Sinistra, tra i quali spiccherebbe il nome del viceministro Minniti, stiano facendo il possibile per ritardare l'insediamento della nuova Commissione.
La stessa Menapace, ai nostri microfoni, pochi giorni fa aveva assicurato che la sua nomina sarebbe stata imminente, ma oggi afferma che “esiste una lobby che teme che si scopra qualcosa. Tutto induce a dire che bisogna fare presto e seriamente, evitando di trattare come un nemico della Patria chiunque voglia sapere qualcosa dai militari.”
Francesco PALESE