Altri sei casi di militari malati o morti per presunta contaminazione da uranio impoverito: li segnala Falco Accame, presidente dell'Anavafaf, un'associazione che da anni si occupa di questa problematica. In particolare, afferma Accame, un militare della provincia di Salerno che ha operato presso il deposito di Montagna Spaccata (Napoli) e' deceduto per leucemia.
Cinque, invece, i militari malati di varie forme tumorali: in provincia di Caserta, un caporal maggiore di 29 anni, che ha operato in Sardegna e in Kosovo nel 2001; in provincia di Venezia, un alpino che ha operato in Bosnia; in provincia di Aosta, un maresciallo impiegato in Kosovo per un anno dal 2000 al 2001; in provincia di Bari, un maresciallo anch'egli impiegato in Kosovo nel 2001; in provincia di Napoli, un militare impiegato in due missioni in Bosnia. '
'Tutto questo personale - afferma Accame - ha operato senza le misure di protezione rese note in Italia dalla Nato fin dal 1984, costituite da maschere, occhiali, guanti e tute''. Misure che, da una indagine fatta dall'Anavafaf, non sarebbero state adottate per nessuno dei casi conosciuti registratisi ''nelle regioni percentualmente piu' colpite, la Sardegna e la Puglia''.