Mio marito è deceduto nel 1999, ufficilale dgli incursori paracadutisti, uno stato di servizio costituito da continue missioni all'estero, a partire dal Libano nell'anno 83-84, giovane tenente, e continuare in tutti i teatri di guerra intenazionali Somalia, Ruanda, Bosnia, per finire nel reparto rianimazione dell'ospedale del Celio, ridotto ad una larva.
Nel 1998, già provato dalla malattia, egli stesso inoltrò una domanda per il riconoscimento della causa di servizio. Il mese scorso, dopo undici anni di attesa, ho avuto la risposta, NEGATIVA.
Per la medesima patologia della quale è morto mio marito, glioblastoma multiforme, i familiari di un altro militare deceduto hanno ottenuto il riconoscimento della causa di servizio.
Una vita dedicata allo Stato, per il quale gli uomini come mio marito, che compiono questa scelta, non esitano a sacrificare tutto, a partire dagli affetti. Undici anni di attesa, mio figlio, che ha visto morire suo padre, nel frattempo è diventato un uomo. Sono furiosa, date eco per favore ad un fatto come questo che non esiterei a definire SCANDALOSO.
Il Sig. Garofalo ha tutto il mio affetto e la mia comprensione.
Daniela Volpi
Daniela Volpi