martedì 13 novembre 2012

DALLA DIFESA NESSUNA RISPOSTA. INVITATO BEPPE GRILLO A CONVEGNO A ROMA

(ANSA) - MILANO, 13 NOV - “Come al solito dalla Difesa non e’ arrivata nessuna risposta ai tanti interrogativi posti dall’Associazione Vittime Uranio, attraverso interrogazioni parlamentari. Il sottosegretario Filippo Milione oggi non ha detto una parola sul fenomeno delle malformazioni alla nascita, ha fornito dati del tutto parziali sul numero dei morti e dei malati, non ha detto nulla sui poligoni”. Questo il commento dell’Associazione Vittime Uranio, in una nota, all’intervento del rappresentante del governo alla Camera.
Inoltre, rileva l’associazione, “tutte le sedute della Commissione di inchiesta del Senato piu’ ‘interessanti’ sotto questo aspetto si svolgono in maniera segreta e non e’ possibile leggere alcun resoconto. Un passo avanti pero’ - continua - c’e’ stato, se finora la Difesa, che aveva sempre negato un rapporto tra le malattie e l’uranio, adesso almeno riconosce che non e’ in grado nemmeno di escluderlo”.

Sull’intera vicenda, l’Associazione dice di pensarla “come Beppe Grillo: e’ da ipotizzare il reato di omicidio colposo plurimo - conclude la nota - nei confronti di chi non ha fatto adottare al personale italiano le giuste misure di protezione contro l’uranio impoverito. E’ per questo che abbiamo invitato Beppe Grillo a partecipare ad un incontro pubblico con le vittime a Roma nelle prossime settimane”. (ANSA).


URANIO: DIFESA,NON E' NOTO SE C'E' NESSO CON TUMORI MILITARI   (ANSA) - ROMA, 13 NOV - Allo stato attuale “non si puo’ ne’ sostenere, ne’ negare” l’esistenza di un nesso causale tra le patologie tumorali riscontrate sui militari italiani impiegati all’estero e una possibile contaminazione da uranio impoverito. Lo ha detto, rispondendo ad una interrogazione alla Camera, il sottosegretario alla Difesa Filippo Milone.

Secondo l’esponente del Governo, sulle possibili cause di queste malattie “permane un’ampia dialettica all’interno della comunita’ scientifica”.

“Sostenere che vi siano militari che abbiano contratto gravi patologie in conseguenza dell’ esposizione diretta all’uranio impoverito - ha affermato il sottosegretario - non trova, a livello scientifico, alcun riscontro ‘evidenced based’ e, in ogni caso, non c’e’ evidenza epidemiologica che sostenga la maggior incidenza di patologie neoplastiche uranio-correlate nel personale impegnato nei teatri operativi”.

“Anche la terza Commissione parlamentare d’inchiesta istituita sulla materia, nell’ambito della relazione intermedia approvata nella seduta del 18 gennaio scorso - ha proseguito Milone - ha evidenziato, relativamente ai rischi per la salute connessi all’esposizione all’uranio impoverito, che alla luce delle risultanze istruttorie sulla base degli attuali, piu’ accreditati, studi scientifici al riguardo, non si possa ne’ sostenere ne’ negare la sussistenza di un nesso diretto di causalita’ tra l’esposizione all’agente tossico e lo sviluppo della malattia, e che, in conclusione, sulle possibili cause delle patologie in esame permane una ampia dialettica all’interno della comunita’ scientifica”.

Il sottosegretario ha quindi fatto riferimento ai casi di militari morti o malati per possibile contaminazione da uranio impoverito dopo missioni in Kosovo, rendendo noto che “alla data del 29 ottobre 2012 il numero totale di neoplasie maligne occorse nel personale militare impiegato almeno una volta in Kosovo notificate all’Osservatorio epidemiologico della difesa (Oed) risulta essere di 420 casi in totale, di cui 48 decessi”. Milone ha pero’ precisato che si tratta “del totale dei casi di neoplasia notificati all’Oed, senza alcun riferimento ad una eventuale esposizione ad una particolare noxa patogena ambientale”. Proprio in Kosovo aveva prestato servizio un sergente di 36 anni, morto lo scorso 17 settembre per un tumore al cervello: rispondendo all’interrogazione su questo aspetto specifico, Milone ha affermato che il mancato riconoscimento della dipendenza da causa di servizio della sua patologia e’ stato stabilito dall’apposito Comitato di verifica per le cause di servizio, che e’ “un organo istituito e operante alle dipendenze del Ministero dell’economia e delle finanze, il cui parere e’ vincolante per l’amministrazione”.