Una commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato alle dipendenze dei ministeri della Difesa e dell'Interno, che ha svolto il proprio servizio presso gli enti e i reparti delle Forze armate e delle Forze di polizia a partire dal 1980, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico. A proporne l'istituzione il drappello di radicali presenti a Montecitorio ed iscritti al gruppo del Pd.
In base alla proposta, la commissione dovrà occuparsi anche degli effetti e delle conseguenze derivanti dalle pratiche vaccinali e di profilassi a carico del personale civile e militare delle amministrazioni pubbliche e di quelli derivanti dall'impiego dei sistemi d'arma e dei materiali in dotazione alle Forze armate e alle Forze di polizia. Secondo i promotori la commissione potrà "proseguire proficuamente il lavoro, talvolta frettoloso, degli organi inquirenti e delle autorità militari, al fine di svelare i fatti e di accertare le responsabilità di queste tragiche morti". I genitori e i familiari di questi ragazzi - spiegano i parlamentari - "attendono ancora con fiducia che si faccia chiarezza sulle cause di morte che li hanno privati per sempre dei loro figli e dei loro affetti o che li hanno resi vittime inconsapevoli di gravi patologie invalidanti". L'atto, che vede come primo firmatario Maurizio Turco, è stato assegnato il 15 dicembre all'esame delle commissioni riunite Affari Costituzionali e Difesa.