lunedì 4 giugno 2007

Militare malato: applicare protezioni in Libano

Il rientro in Italia del primo ammalato di tumore in Libano deve far attentamente riflettere per evitare quanto accadde dopo il primo caso di ammalato in Somalia. Si provvide solo sei anni dopo, e precisamente il 22 novembre 1999, ad emanare norme di protezione. Inoltre bisogna ricordare che gli apparati di rilevazione erano e forse ancora sono inidonei a rilevare la presenza di uranio impoverito. E cosi' non ci accorgemmo dei 10.800 proiettili sparati in Bosnia.

In Libano sono stati colpiti i bunker sotterranei che contenevano i missili da lanciare contro Israele e le bombe di profondita' possono essere ad uranio naturale o peggio ad uranio arricchito, e quindi gli obiettivi colpiti sono fonte di intense radiazioni.

Per questo occorre ora, senza perdere ulteriormente tempo, provvedere all'invio di maschere e occhiali a perdere, di tute e guanti a perdere. Ce lo impone il gran numero di morti e malati che abbiamo: dobbiamo rispettare il principio di precauzione, che non e' stato rispettato in passato.

Falco Accame
Presidente Anavafaf