giovedì 29 maggio 2008

ALTRI TRE CASI DI AMMALATI IN SARDEGNA. RICOSTITUIRE AL PIU’ PRESTO LA COMMISSIONE D'INCHIESTA

Altri tre casi di malati in Sardegna. Tre carabinieri, due in provincia di Sassari e uno in provincia di Nuoro. Ovviamente per motivi di privacy non si fanno i nomi che comunque si inviano in busta chiusa al Presidente del Consiglio affinchè possano essere svolte le azioni di verifica conseguenti. E’ motivo di preoccupazione che tutti i casi di cui si è venuti a conoscenza sono dovuti a un passa parola, mentre ovviamente la grande maggioranza di questi casi (almeno per quanto riguarda i militari) deve risultare ai Comandi militari (malati messi nella “forza assente”) alle infermerie e ospedali militari ai quali sono ricorsi per assistenza medica.

Una cappa di segreto copre l’intera vicenda. Ne deriva una enorme incertezza circa la entità dei malati. Infatti, in pochi anni si è passati dai 28 casi della Commissione Mandelli, a circa 2.000, trascurando peraltro i casi verificatisi nella Guerra del Golfo (1991), in Somalia (1993), nei poligoni e depositi in Italia. In simili condizioni qualsiasi valutazione statistica è priva di significato. E’ da segnalare che nella scorsa legislatura, la Commissione di Inchiesta del Senato ha chiesto alla Polizia Giudiziaria di indagare sui casi che risultano nei Distretti, una operazione comunque che richiede tempi lunghi, ma di cui, ad oggi, non sono stati resi noti neppure i risultati parziali.

E’ perciò necessario che al più presto venga ripresa questa verifica ricostituendo la Commissione Parlamentare, possibilmente in forma bi-laterale. Da notare in particolare che nulla è stato fatto finora per quanto riguarda i casi di malattia e morte di civili, quasi che la questione dell’uranio riguardi solo i militari, mentre all’opposto, riguarda principalmente i civili che hanno subito un impatto di gran lunga maggiore.

Falco Accame

Presidente ANAVAFAF