lunedì 12 maggio 2008

URANIO: SINDROME BALCANI; PM BARI CHIEDE NUOVA ARCHIVIAZIONE

BARI, 12 MAG - La procura di Bari ha nuovamente chiesto l'archiviazione dell'indagine sui militari italiani in missione nei Balcani ammalatisi e, in alcuni casi, morti dopo essere stati esposti alle radiazioni dell'uranio impoverito.

La richiesta di archiviazione e' firmata dal pm inquirente, Ciro Angelillis, che aveva in corso un supplemento di indagine per verificare il rispetto della normativa antinfortunistica del '91 in relazione a casi di leucemie e tumori contratti da numerosi militari italiani che hanno operato in Bosnia e Kosovo durante la guerra nei Balcani (nel periodo 1993-1999).

Prima di procedere al supplemento di indagine, Angelillis aveva chiesto al gip l'archiviazione del fascicolo nel quale vengono ipotizzati i reati di lesioni e omicidi colposi. Il pm ritenne mancante il nesso di causalita' tra l'utilizzazione di munizioni all'uranio impoverito (da parte di Usa e Gran Bretagna) e l'insorgenza delle malattie nei militari.

Alla richiesta di archiviazione si opposero i sindacati Uil e Ital Uil Puglia. Nell'aprile 2007, il giudice Chiara Civitano respinse la richiesta ordinando al pm di compiere, entro 90 giorni, nuove indagini relativamente alla verifica delle misure antinfortunistiche. Le nuove indagini compiute hanno indotto Angelillis a sostenere che anche in questa vicenda non vi sono reati contestabili.

Nella prima richiesta di archiviazione il pm Angelillis motivava la sua decisione anche in base ai risultati a cui era giunta la commissione presieduta dal prof.Franco Mandelli (l'ematologo che ha coordinato un gruppo di ricerca istituito dal ministro della Difesa) che nel 2002 'assolse' i proiettili all'uranio impoverito.Quella parte dell'inchiesta riguardava anche la presunta presenza di proiettili e bombe all'uranio impoverito in terra di Bari e nel Basso Adriatico e le eventuali conseguenze sull'ambiente.

L'indagine fu avviata negli anni scorsi dopo il deposito di un esposto firmato dall'allora deputato dei Verdi Vito Leccese, all'epoca dei fatti vicepresidente della commissione esteri alla Camera.Leccese chiese ai magistrati penali e militari di Bari (anche questi ultimi avviarono un'inchiesta conoscitiva) di compiere accertamenti sul rilascio in mare, per motivi di sicurezza, di proiettili e bombe all'uranio impoverito dagli aerei che tornavano, dopo le missioni di guerra nei Balcani, nelle basi militari pugliesi.

Aveva chiesto, inoltre, di verificare se nei due aeroporti militari di Gioia del Colle (Bari) e Amendola (Foggia) fossero stati custoditi proiettili all'uranio impoverito.Nel corso delle indagini la magistratura avrebbe stabilito che effettivamente proiettili all'uranio impoverito sarebbero stati caricati sui 22 aerei A-10 americani, decollati dalla base di Gioia del Colle, durante il conflitto in Kosovo.