sabato 8 dicembre 2007

MA IN LIBANO E' STATO USATO O NO L'URANIO? COME LA DIFESA SMENTISCE SE STESSA

Dall'ultima audizione del Ministro della Difesa Arturo Parisi in Commissione di Inchiesta emergono due importanti aspetti.

1- Nell'elenco dei teatri di guerra potenzialmente colpiti da munizioni all'uranio impoverito è stato inserito il LIBANO. Ma come? Non era stato sempre detto che in Libano non era stato utilizzato l'uranio? Questa sembra essere una gravissima contraddizione. Se veramente in Libano è stato utilizzato l'uranio, perchè viene ammesso solo adesso? Se, di contro, è vero che nel Libano non è stato utilizzato, qualcuno può pensare che sia stato inserito nell'elenco dei teatri per incrementare il campione di riferimento, togliendo significatività al dato dei morti. Un conto è un morto su dieci militari impegnati in missione, un altro conto è un morto su 20.

A questo punto occorre rileggersi quello che dichiarava lo Stato Maggiore dell'Esercito sulla questione solo lo scorso febbraio rispondendo al COCER.

Ed ecco invece come rispondeva il Ministero della Difesa ad una interrogazione parlamentare sull'argomento il 9 novembre del 2006.

Aspettiamo venga fatta chiarezza. Sarebbe anche il caso che il COCER dell'Esercito, risollevasse la questione davanti al proprio Stato Maggiore. Per questo invitiamo i delegati a darsi da fare. Forse è la volta buona che si riesce a "sapere" qualcosa.

Ricordo anche che in seguito all'intervista fatta dal sottoscritto al militare in Libano, ripresa da tutte le agenzie di stampa, da L'Unità e da altri quotidiani locali, esponenti della Difesa, di cui non ricordo il nome, precisamente al Quotidiano di Puglia affermarono che queste inchieste, erano prive di fondamento e che il sottoscritto si divertiva a "lanciare facili allarmismi".

Passarono pochi mesi e dal Libano tornò il primo militare affetto da tumore (il 2 giugno scorso). Passa ancora qualche mese e lo ammette - implicitamente - niente meno che il Ministro della Difesa in una formale audizione. Tutto passa inosservato, anche grazie a quel mucchio di "giornalistoni" dei grandi quotidiani che sulla vicenda uranio "non hanno capito mai un cazzo" come spesso ama ripetere un veterano ultra ottantenne.

La questione del Libano è importante. Perchè se non si interviene adesso passeremo i prossimi decenni a fare la conta dei morti e dei malati reduci da quell'area, come stiamo facendo adesso con i Balcani.

2 - Nel giro di alcune settimane, rispetto alla precedente audizione, i morti passano da 37 a 77. I Malati da 255 a 312. Lo stesso Parisi si è scagliato contro la "guerra di cifre" alla quale, sembrerebbe, stia partecipando attivamente anche lui.

Poi c'è la questione delle AUDIZIONI e quella delle RESPONSABILITA'. Quando la commissione si deciderà a far testimoniare i MILITARI reduci dalle varie missioni? Molti si sono resi disponibili a testimoniare sulla mancata adozione delle misure di protezione contro l'uranio. Nessuno è stato ancora ascoltato. A qualcuno l'audizione è stata promessa dalla stessa presidente della Commissione Menapace. Ancora silenzio.

Queste audizioni sono importanti perchè dalle stesse si potrebbe cominciare ad indagare sulle responsabilità di chi quelle norme, facilmente rintracciabili su questo sito, non le ha fatte rispettare, esponendo i militari a rischi di possibile contaminazione. Ma la parola responsabilità, continua a rimanere un tabù. Comunque bisogna ammettere che il ministro Arturo Parisi, rispetto ai suoi predecessori, ci stia mettendo un impegno maggiore per far emergere piccoli spazi di verità.


Francesco PALESE
posta@vittimeuranio.com